Sul salario minimo la nuova proposta di Legge della ex ministra del Lavoro Nunzia Catalfo è in esame al Senato. Dai 9 euro l’ora alla contrattazione collettiva: ecco cosa prevede.
Per il salario minimo orario in Italia si torna ai 9 euro l’ora con il disegno di legge della ex ministra del Lavoro Nunzia Catalfo e che proprio nella giornata di ieri ha iniziato l’esame in Commissione Lavoro del Senato.
La senatrice 5 Stelle in verità già nel 2014 aveva portato un Ddl sul salario minimo orario in Parlamento e durante il suo mandato da titolare di via Veneto è stato il suo cavallo di battaglia, prima che la pandemia andasse a stravolgere tutti i piani.
Si torna così a parlare di salario minimo che sia “congruo alla quantità e alla qualità del lavoro prestato”.
Nella proposta di riforma resta la centralità della contrattazione collettiva che stabilisce quale sia la retribuzione che comunque non potrà essere inferiore ai 9 euro l’ora lordi e che molti settori non raggiungono.
Ricordiamo, e la proposta di riforma per un salario minimo orario parte proprio da questo, che vi è una proposta di Direttiva europea che dà indicazioni agli Stati membri rispettando la specificità di ognuno e il ruolo dei sindacati. L’Italia è tra i 6 Paesi della UE a non avere ancora una legge sul salario minimo.
Salario minimo orario di 9 euro l’ora: cosa prevede il Ddl Catalfo
Il salario minimo orario ritorna ai 9 euro l’ora con il Ddl Catalfo che ieri ha iniziato l’esame in Commissione Lavoro del Senato. Cosa prevede?
Come anticipato stabilisce che la retribuzione non possa essere inferiore ai minimi stabiliti dalla contrattazione collettiva e comunque non inferiore ai 9 euro lordi l’ora su cui si attesta il salario minimo.
Il riferimento ovviamente è ai Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro di categoria stipulati dai sindacati e dalle associazioni datoriali più rappresentativi a livello nazionale.
L’obiettivo, come si evince, non è andare quindi a sostituire il ruolo dei sindacati e della contrattazione collettiva, ma al contrario valorizzare le associazioni più rappresentative nell’ottica di contrastare anche i contratti pirata.
Il ruolo dei sindacati e dei CCNL che definiscono i minimi retributivi resta centrale, ma non si potrà andare mai al di sotto dell’asticella fissata dal salario minimo orario e il loro intervento potrà solo essere migliorativo.
L’unica eccezione, come anticipa Il Fatto Quotidiano, è rappresentata dal lavoro domestico che verrà trattato a parte con un decreto del ministero del Lavoro.
Non solo, la proposta di legge per l’introduzione del salario minimo prevede anche, in via sperimentale per il periodo 2022-2024, di tassare solo al 10% gli incrementi retributivi con il rinnovo dei contratti.
Sarà poi una Commissione presso il ministero del Lavoro, aperta anche alle parti sociali, a dover aggiornare il livello del salario minimo inquadrando i contratti collettivi prevalenti.
Salario minimo per legge: si farà?
Restano tuttavia parecchi dubbi sul salario minimo per legge anche se ora si sta esaminando il Ddl Catalfo. C’è da dire che il leader 5 Stelle Giuseppe Conte ha chiesto e auspicato una convergenza sul salario minimo ponendo l’accento sulla drammatica situazione degli stipendi in Italia: secondo i dati Ocse infatti il nostro è l’unico Paese europeo in cui i salari sono diminuiti negli ultimi 30 anni.
Solo recentemente tuttavia il ministro Orlando è tornato a parlare di salario minimo che non sembra essere al momento la priorità. Lo stesso ha dichiarato:
“L’introduzione del salario minimo indebolisce i lavoratori, non li rafforza, credo che vada legata a una legge sulla rappresentanza, inquadrandola nel perimetro della Direttiva europea, perché non indebolisca la forza di contrattazione del sindacato”.
La proposta sul salario minimo, sebbene ancora sia da definire, sembra andare nella direzione del rispetto del ruolo dei sindacati.
Il salario minimo legale è presente in 21 Stati Membri e l’Italia da anni sta cercando d’introdurlo sotto la spinta di una parte politica. A non avere una legge sul salario minimo orario oltre al nostro Paese ci sono Austria, Danimarca, Svezia, Finlandia e Cipro.
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