Da quando è iniziata la guerra, stando ai sondaggi il livello di gradimento di Vladimir Putin in Russia è arrivato all’83%: l’ipotesi di una “rivolta” interna si fa sempre più improbabile, con la guerra in Ucraina che di conseguenza potrebbe continuare ancora a lungo.
Quando si parla di sondaggi politici in Russia, specie se di mezzo c’è Vladimir Putin, bisogna sempre tenere bene a mente lo scenario di scarsa indipendenza dei mezzi di comunicazione nel Paese che fu la spina dorsale dell’Unione Sovietica.
L’indicatore dell’indice approvazione di Putin in Russia che, in maniera sistematica, viene aggiornato dall’istituto Levada Center, negli ultimi giorni però è stato ripreso dai mass media occidentali in quanto considerato attendibile.
Levada Center infatti è un’organizzazione russa indipendente e non governativa, classificata dal Cremlino come un agente straniero. I suoi sondaggi di conseguenza non sono uno strumento di propaganda, anche perché spesso in passato non sono stati positivi per il presidente Putin.
Come si può vedere, allo scorso marzo il livello di approvazione nei confronti di Vladimir Putin in Russia è indicato all’83%, in forte rialzo rispetto a gennaio quando l’indice si è fermato al 69%. Lo scoppio della guerra in Ucraina così avrebbe rafforzato l’immagine del presidente nel suo Paese.
Putin, i sondaggi e la guerra
Allo stato delle cose sembrerebbero esserci solo tre modi possibili per poter vedere cessare la guerra in corso ormai da un mese e mezzo: una vittoria militare da parte della Russia o dell’Ucraina, un accordo di pace tra i due Paesi oppure una sorte di golpe a Mosca che possa portare alla caduta di Vladimir Putin.
Dal punto di vista bellico, dopo una iniziale rapida avanzata le truppe di Mosca ora si starebbero ritirando dalla porte Nord dell’Ucraina, per riposizionarsi sui fianchi Sud ed Est per cercare di occupare l’intero Donbass e di tagliare fuori Kiev dal mare. L’esercito ucraino ben rifornito di armi dall’Occidente, sembrerebbe essere in grado però di poter resistere a lungo a meno che la Russia non decida (malauguratamente) di utilizzare le armi più distruttive che ha a sua disposizione.
In sostanza nessuno dei due eserciti sembrerebbe essere in grado nel breve di prevalere, mentre le trattative diplomatiche dopo i fatti di Bucha hanno fatto registrare un brusco stop nonostante i passi in avanti che si sono registrati nei colloqui di fine marzo in Turchia.
Resta così la soluzione della rivolta interna nei confronti di Vladimir Putin, ma in Russia la popolazione stando al sondaggio si starebbe compattando attorno alla figura del proprio presidente. Anche le tante sanzioni starebbero avendo l’effetto di cementificare un’opinione pubblica condizionata dalla propaganda dei media vicini al Cremlino.
In questo scenario, appare difficile per qualche generale poter tramare contro Putin con un possibile golpe, più volte ipotizzato Oltreoceano all’inizio della guerra, che potrebbe provocare delle autentiche rivolte popolari.
Tralasciando le voci che parlano di uno stato di salute assai precario, Vladimir Putin in patria potrebbe contare ancora su un consenso bulgaro: un altro sondaggio di Levada Center parla di un 81% dei russi che appoggiano una guerra che, visti i recenti sviluppi, potrebbe durare ancora a lungo.
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