Le quotazioni del decennale italiano prendono fiato dopo le vendite degli scorsi giorni. La struttura del rimbalzo iniziato negli ultimi mesi del 2018 si è deteriorata, fornendo occasioni di vendita basate sulla prosecuzione del trading range
La seduta di oggi è iniziata all’insegna della presa di respiro sul BTp Future, che dopo un lap down si attesta a 126,08 euro, in leggero rialzo dello 0,02% rispetto alla seduta di ieri.
Il derivato risente del ritorno delle vendite sul decennale del Belpaese, causate da un maggiore pessimismo degli investitori internazionali, aumentato ancor più dal taglio delle stime di crescita dell’Italia allo 0,2% adoperato dalla Commissione europea.
BTp Future, grafico giornaliero. Fonte: Bloomberg
I prezzi del derivato sulla carta italiana, inseriti in un downtrend intermedio, avevano iniziato un rimbalzo con il pattern di Pin bar disegnato lo scorso 20 novembre. Gli acquirenti hanno poi preso forza, riuscendo a violare la trendline discendente che collega i top del 19 luglio a quelli del 18 settembre 2018.
Nelle scorse sedute, le quotazioni del decennale del Belpaese sono cadute preda delle vendite, causate dall’arrivo dei prezzi all’ostacolo di area 130 euro, che in passato aveva già respinto l’avanzata dei compratori. A questo si unisce la divergenza di inversione bearish con l’oscillatore RSI settato a 14 periodi.
In questo impulso sono stati forniti due segnali negativi per l’andamento del future: il primo è identificato con la violazione della linea di tendenza ascendente che collega i minimi del 20 novembre 2018 a quelli del 9 gennaio 2019, mentre il secondo con il transito dei corsi al di sotto della media mobile semplice a 50 giorni.
Il trading range che accompagna l’andamento del titolo di Stato dalla seconda parte dell’anno scorso avrebbe la possibilità di continuare. I venditori sembrano ora voler puntare al baluardo del fronte rialzista posto a 125,39 euro che, se dovesse subire una violazione, potrebbe portare ad una reazione impulsiva da parte del prezzo. Ciò porterebbe il decennale italiano verso la zona di concentrazione di domanda a 120 euro.
Quali conseguenze sui rendimenti?
Rendimenti del BTp a 10 anni. Fonte: Bloomberg
Un ribasso nelle quotazioni del BTp ha conseguenze sui suoi rendimenti: un aumento di questi ultimi è la «misura del rischio» che gli operatori danno all’Italia nel medio periodo.
La fase rialzista menzionata nell’analisi aveva portato gli yield della carta italiana ai minimi dal 20 luglio 2018, e sembravano avere le potenzialità per raggiungere quota 2,50%, lasciata in eredità dal 4 giugno 2018.
Se il prezzo del titolo di Stato a 10 anni dell’Italia dovesse scendere ancora, i suoi yield potrebbero quindi violare le resistenze fornite dal 2,943%, ed estendere a rialzo fino al 3,3%, dove transita la linea di tendenza ottenuta collegando i massimi del 17 ottobre a quelli del 20 novembre 2018.
In un quadro in cui i rendimenti del Bund sono ai minimi da ottobre 2016, l’aumento degli yield sulla carta italiana accelera l’allargamento dello spread BTp-Bund, ai massimi dall’11 dicembre scorso.
In un contesto di questo tipo, la situazione dell’obbligazione governativa a 2 anni vede un supporto molto solido ad appena lo 0,36% dai prezzi attuali. Se gli andamenti delle due scadenze (2 e 10 anni) dovessero iniziare a divergere, si avrebbero ripercussioni negative sulla curva dei tassi del Belpaese, che potrebbe iniziare ad inclinarsi verso il basso.
*Il 74% dei conti degli investitori retail perde denaro negoziando CFD con questo fornitore. È necessario valutare se si può sostenere il rischio elevato di perdere il capitale investito.Strategie operative sul BTp Future
Elaborazione Ufficio Studi di Money.it
Sul derivato si potrebbero valutare strategie di matrice short alla rottura di quota 125,39 euro. Lo stop loss andrebbe inserito sopra area 130,30 euro, l’obiettivo principale a 120,30 euro e il target finale a 120,10 euro. Questo tipo di operatività è in linea con la prosecuzione del trading range che vede quota 120,0981 euro come sua parte inferiore.
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