Quali sono le differenze tra assegno unico e universale e l’assegno al nucleo familiare (ANF)? Entrambe le prestazioni sono erogate dall’INPS ma cambiano importi, requisiti e modalità di pagamento.
Quali sono le differenze tra assegno unico e assegno al nucleo familiare? Entrambe le prestazioni sono erogate dall’INPS, ma se per gli ANF si tiene conto del reddito, gli importi dell’assegno unico (che è una novità assoluta del 2022) vanno in base all’ISEE.
Cambiano anche altri parametri: per esempio, l’assegno unico spetta anche ai figli maggiorenni, mentre gli assegni al nucleo familiare non vengono più erogati una volta che il figlio ha raggiunto la maggiore età.
Un’altra differenza riguarda la modalità di pagamento: sono tante quindi le differenze tra i due tipi di assegno. Mettiamo a confronto requisiti e regole dell’assegno unico e dell’assegno al nucleo familiare così da togliere ogni dubbio.
Assegno unico e assegno al nucleo familiare: tutte le differenze
Assegno unico: come funziona e a chi spetta
L’assegno unico e universale è un sostegno economico alle famiglie attribuito per ogni figlio a carico fino al compimento dei 21 anni, e senza limiti di età per i figli disabili. L’importo varia sulla base di ISEE valido al momento della domanda, e tiene conto anche dell’età e del numero dei figli, oltre che di eventuali situazioni di disabilità dei figli.
Perché viene definito unico e universale? È unico perché è finalizzato alla semplificazione e al potenziamento degli interventi diretti a sostenere la genitorialità e la natalità, e universale in quanto viene garantito in misura minima a tutte le famiglie con figli a carico.
Questi i parametri di base. L’assegno unico spetta ai nuclei familiari seguendo queste regole:
- per ogni figlio minorenne a carico e, per i nuovi nati, decorre dal settimo mese di gravidanza;
- per ciascun figlio maggiorenne a carico, fino al compimento dei 21 anni che:
- frequenti un corso di formazione scolastica o professionale, ovvero un corso di laurea;
- svolga un tirocinio ovvero un’attività lavorativa e possieda un reddito complessivo inferiore a 8mila euro annui;
- sia registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego;
- svolga il servizio civile universale;
- per ogni figlio con disabilità a carico, senza limiti di età.
Assegno al nucleo familiare: come funziona e a chi spetta
L’Assegno per il Nucleo Familiare (ANF) è una prestazione economica erogata dall’INPS ai nuclei familiari di alcune categorie di lavoratori, dei titolari delle pensioni e delle prestazioni economiche previdenziali da lavoro dipendente e dei lavoratori assistiti dall’assicurazione contro la tubercolosi.
A differenza dell’assegno unico, gli ANF tengono in considerazione la fascia di reddito di appartenenza, e non l’ISEE. Fa fede, quindi, lo scaglione IRPEF di riferimento.
Sono previsti importi e fasce reddituali più favorevoli per alcune tipologie di nuclei, per esempio per quelli monoparentali o con componenti inabili. Gli importi sono pubblicati annualmente dall’INPS in tabelle valide dal 1° luglio di ogni anno, fino al 30 giugno dell’anno seguente.
L’assegno per il nucleo familiare erogato dall’INPS spetta a:
- lavoratori dipendenti del settore privato;
- lavoratori dipendenti agricoli;
- lavoratori domestici e somministrati;
- lavoratori iscritti alla Gestione Separata;
- lavoratori dipendenti di ditte cessate e fallite;
- titolari di pensione a carico del Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti, dei fondi speciali ed ex ENPALS;
- titolari di prestazioni previdenziali;
- lavoratori in altre situazioni di pagamento diretto.
Assegno unico e assegno al nucleo familiare: gli importi
Ci sono anche delle differenze negli importi tra i due tipi di assegni. Partiamo dagli ANF: l’importo dell’assegno è calcolato in base alla tipologia del nucleo familiare, del numero dei componenti e del reddito complessivo del nucleo assoggettabili all’ IRPEF, al lordo delle detrazioni d’imposta, degli oneri deducibili e delle ritenute erariali. Sono da indicare anche i redditi esenti da imposta o soggetti alla ritenuta alla fonte a titolo di imposta o imposta sostitutiva (se superiori complessivamente a 1.032,91 euro).
Devono essere considerati i redditi prodotti nell’anno solare precedente al 1° luglio di ogni anno e che hanno valore fino al 30 giugno dell’anno successivo. Questo significa che se la richiesta di ANF riguarda periodi compresi nel primo semestre, da gennaio a giugno, i redditi da dichiarare sono quelli conseguiti due anni prima. Invece, se i periodi sono compresi nel secondo semestre, da luglio a dicembre, i redditi da dichiarare sono quelli conseguiti nell’anno precedente.
L’importo dell’assegno unico viene determinato in base all’ISEE (non è obbligatorio presentarlo) all’età dei figli a carico e di numerosi altri elementi.
È prevista:
- una quota variabile modulata in modo progressivo (da un massimo di 175 euro per ciascun figlio minore con ISEE fino a 15mila euro, a un minimo di 50 euro per ciascun figlio minore in assenza di ISEE o con ISEE pari o superiore a 40mila euro). Gli importi dovuti per ciascun figlio possono essere maggiorati nelle ipotesi di nuclei numerosi (per i figli successivi al secondo), madri di età inferiore a 21 anni, nuclei con quattro o più figli, genitori entrambi titolari di reddito da lavoro, figli affetti da disabilità;
- una quota a titolo di maggiorazioni per compensare l’eventuale perdita economica subita dal nucleo familiare, se l’importo dell’Assegno dovesse risultare inferiore a quello che deriva dalla somma dei valori teorici dell’Assegno al Nucleo Familiare (componente familiare) e delle detrazioni fiscali medie (componente fiscale), che si sarebbero percepite nel regime precedente la riforma.
Le modalità di pagamento di assegno unico e ANF
L’assegno unico e universale è corrisposto dall’INPS e viene erogato al richiedente tramite bonifico su conto corrente bancario o postale, in base ai dati indicati sulla domanda.
L’ANF invece viene pagato dal datore di lavoro, per conto dell’INPS, ai lavoratori dipendenti in attività, direttamente in busta paga.
L’ANF è pagato dall’INPS se il richiedente è:
- addetto ai servizi domestici;
- iscritto alla Gestione Separata;
- operaio agricolo dipendente a tempo determinato;
- lavoratore di ditte cessate o fallite;
- beneficiario di altre prestazioni previdenziali.
Assegno unico e ANF: cosa cambia da marzo 2022
L’assegno unico inizierà a essere percepito da marzo 2022, rivoluzionando l’intero sistema economico a sostegno dei nuclei familiari. Si parla di rivoluzione perché da marzo 2022 verranno assorbiti dall’assegno unico:
- il bonus mamma domani;
- l’assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori;
- gli assegni familiari ai nuclei familiari con figli e orfanili;
- il bonus bebè;
- le detrazioni fiscali per figli fino a 21 anni.
L’assegno unico infine non assorbe né limita gli importi del bonus asilo nido ed è cumulabile con il reddito di cittadinanza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA