L’assegno unico per i figli, che ha preso il posto degli assegni al nucleo familiare, è esentasse nonostante la CU che l’Inps mette a disposizione. Fa reddito o no?
L’assegno unico per i figli fa reddito? Partito nel 2021, l’assegno unico è una misura di sostegno al reddito per i nuclei familiari con figli fino a 21 anni di età che ha preso il posto degli Assegni al nucleo familiare inglobando, al tempo stesso, molte altre misure dedicate ai figli come, ad esempio, le detrazioni per i figli a carico, il bonus bebè e il bonus mamma domani. Inizialmente erogato solo per le famiglie cui non spettava l’assegno al nucleo familiare (genitori con partita Iva o incapienti o disoccupati), successivamente è stata estesa per tutti i figli andando a sostituire tutti i bonus famiglia che erano in vigore.
La misura attualmente è percepita da chiunque abbia figli, anche adottati, a carico e proprio per questo l’interesse verte nel capire se l’assegno unico fa reddito oppure no. Lo scorso anno, infatti, l’Inps ha reso disponibile per i beneficiari dell’AUU la Certificazione Unica di quanto percepito nel corso del 2022 e quest’anno farà lo stesso con quanto percepito per i figli nel corso del 2023.
Sapere se gli importi incassati a titolo di assegno unico fanno reddito è determinante per comprendere se sulla prestazione vanno pagate la tasse o se la stessa potrà andare a incidere su eventuali altre prestazioni che si stanno percependo provocandone la diminuzione o la decadenza. Facciamo chiarezza al riguardo.
L’assegno unico per i figli fa reddito?
Per quanto riguarda la possibilità che l’assegno unico possa essere soggetto a tassazione vi diciamo subito che non esiste questo pericolo. Come si legge nel testo del decreto della misura , l’assegno “non concorre alla formazione del reddito ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 917/1986”.
Questo significa che l’assegno unico non fa reddito, né ai fini fiscali né per quanto riguarda l’erogazione di quelle prestazioni previdenziali e assistenziali per le quali si considerano solamente i redditi soggetti a Irpef.
Non è necessario, per questo motivo, indicare l’assegno unico per i figli in sede di dichiarazione dei redditi. La Certificazione Unica rilasciata dall’Inps lo scorso anno, infatti, era unicamente a scopo informativo, per far sapere alle famiglie gli importi erogati a titolo di assegno unico che, tra l’altro nella CU erano indicati proprio come «redditi esenti».
Sull’assegno unico, di fatto, non sono dovute tasse e gli importi percepiti non vanno neanche ad aumentare il reddito imponibile per la determinazione dello scaglione di reddito per l’applicazione dell’aliquota Irpef. Da questo punto di vista, quindi, l’assegno unico si comporta come le prestazioni assistenziali.
L’assegno unico va indicato nell’Isee?
Il fatto che l’assegno unico per i figli non faccia reddito non significa che questo non concorra alla formazione dell’Isee, ossia di quell’indicatore che viene utilizzato come riferimento per il riconoscimento di diverse misure, quale ad esempio l’assegno unico stesso.
Nell’Isee, infatti, si considerano tutti i redditi, anche quelli esenti da Irpef. Questo significa che l’assegno unico percepito nel 2022 andrà a incidere sull’Isee del 2024 (visto ai fini del calcolo dell’indicatore si tiene conto di redditi e patrimoni riferiti a due anni prima). Si avrà, dunque, un Isee più alto a causa di questa misura, con conseguenze negative dunque per tutte le altre prestazioni il cui importo dipende dall’Isee, assegno unico compreso (e questo è paradossale).
Si rammenta che anche l’importo dell’assegno unico è parametrato in base all’Isee. Tuttavia, quanto erogato a titolo di assegno unico non doveva essere determinante ai fini Isee, come previsto dalla Legge delega del 2021, ma per fare in modo che questo avvenisse serviva un ulteriore passaggio che rimandava a successivi decreti attuativi di cui nessuno si è mai preoccupato.
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