Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, spiega che il taglio del cuneo fiscale da maggio sarà raddoppiato: quanto aumenteranno gli stipendi dopo le ultime novità del Def in busta paga.
Il Def varato dal Consiglio dei ministri prevede un allargamento del taglio del cuneo fiscale. Gli stipendi dei lavoratori dipendenti italiani cresceranno dal mese di maggio. E, secondo il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, il taglio dei contributi in busta paga potrà addirittura raddoppiare rispetto a quello attuale.
In un’intervista al Corriere della Sera, Leo annuncia che presto verrà varato un decreto per la riduzione del cuneo fiscale prevista dal Def. Da maggio, i lavoratori dipendenti “con retribuzioni medio-basse” avranno un aumento di stipendio. Ci sarà quindi un taglio del prelievo, un aiuto contro l’inflazione.
Proprio il viceministro dell’Economia, infatti, sottolinea che il nuovo taglio del cuneo è una misura contro il caro-vita e non l’anticipo della riforma del Fisco. Riforma su cui, comunque, Leo garantisce che arriverà nel 2024 e che servirà sia a ridurre il prelievo per i lavoratori dipendenti che a “migliorare i rapporti con i contribuenti”.
Stipendi, il raddoppio del taglio del cuneo fiscale
La legge di Bilancio, per il 2023, ha previsto un taglio di tre punti del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti con reddito lordo fino a 25mila euro e di due punti percentuali per i redditi fino a 35mila euro, confermando (e allargando) quanto già previsto dal governo Draghi per il 2022. Lo stanziamento, per il 2023, è stato di 4,6 miliardi di euro.
Con tre miliardi per i sette mesi che vanno da maggio a dicembre, quindi, il taglio sarà raddoppiato, come spiega Leo. Che ricorda come la cifra - 3 miliardi - se considerata su base annua è corrispondente a 5,14 miliardi, più di quanto stanziato dalla manovra. Il viceministro sottolinea che parliamo di un importo “maggiore, in proporzione, a quello stanziato con la manovra per il 2023” e ribadisce che sono state in parte accolte le richieste di sindacati e Confindustria.
Bisognerà però capire se tutto il taglio del cuneo fiscale sarà lato lavoratori o se, stavolta, si interverrà anche per favorire le imprese. Sembra comunque probabile, stando alle parole di Leo, che il taglio possa arrivare vicino alla soglia del 5%, fissata dal governo come obiettivo da raggiungere entro la fine della legislatura.
Quanto aumenteranno gli stipendi da maggio
Se quanto affermato da Leo venisse confermato dal decreto sul taglio del cuneo fiscale, l’aumento di stipendio sarebbe importante per molti lavoratori dipendenti. Per capire a quanto ammonterà è necessario - sempre che questa linea venga confermata - raddoppiare la cifra che vediamo in busta paga espressa come aumento legato al precedente taglio del cuneo fiscale. Di fatto si tratterebbe, con differenze per i diversi redditi, di qualche decina d’euro in più in busta paga.
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Il taglio del cuneo fiscale per Calderone
Sul taglio del cuneo fiscale interviene anche la ministra del Lavoro, Marina Calderone, non facendo però riferimenti a cifre precise riguardanti gli aumenti di stipendio. La ministra ribadisce l’intenzione di arrivare entro fine legislatura a un taglio di cinque punti che, secondo Leo, in realtà sarebbe possibile già da quest’anno, almeno per alcuni redditi.
A giudizio di Calderone, invece, il taglio da maggio verrà alzato solamente di un ulteriore punto, passando quindi al 4% sotto i 25mila euro e al 3% sotto i 35mila euro di reddito. La ministra assicura, inoltre, che la maggior parte di questo intervento andrà direttamente alle famiglie e ai lavoratori.
Fisco e pensioni, le riforme del 2024
Il Def garantisce il taglio del cuneo fiscale per il 2023, ma non sembra invece dare grossi spiragli di manovra per le riforme attese nel 2024. Su questo punto Leo è prudente e chiede di aspettare la Nota di aggiornamento al Def di settembre per capire quale sia il quadro della situazione.
A oggi il rischio è che i soldi per la legge di Bilancio siano pochi: per il momento si contano solamente 4 miliardi in deficit. Pochi soprattutto se pensiamo alla riforma delle pensioni e a quella fiscale. Proprio su quest’ultima, comunque, Leo lancia qualche rassicurazione, spiegando che le coperture arriveranno soprattutto dalla revisione della spesa, per esempio attraverso il riordino di deduzioni e detrazioni.
La riforma fiscale, assicura il viceministro che segue personalmente il dossier, ci sarà sicuramente. E, peraltro, una parte di questa riforma è a costo zero e non possono quindi esserci dubbi. Sulla riduzione delle aliquote Irpef da quattro a tre, invece, bisognerà capire quante sono le risorse a disposizione e quale modello si sceglierà di seguire.
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