Banco BPM, dubbi Orcel (UniCredit) fondati. Sberla BCE, no Danish Compromise in OPA Anima, azioni BAMI affondano

Laura Naka Antonelli

26/03/2025

Tranvata BCE su Banco BPM: da Francoforte parere negativo ad applicazione Danish Compromise da parte di Banco BPM nell’OPA lanciata su Anima. E ora?

Banco BPM, dubbi Orcel (UniCredit) fondati. Sberla BCE, no Danish Compromise in OPA Anima, azioni BAMI affondano

UniCredit, dopo tutto, ha avuto ragione a non alzare finora il prezzo dell’OPS su Banco BPM?

No all’utilizzo del Danish Compromise da parte di Banco BPM nell’OPA lanciata su Anima: il verdetto della BCE sulla possibilità della banca di usufruire di questa agevolazione contabile nell’Offerta pubblica di acquisto promossa sul gioiello del risparmio gestito che già controlla, per l’appunto Anima, è arrivato.

E per il CEO di Banco BPM Giuseppe Castagna deve essere stato un vero e proprio shock.

La Banca centrale europea ha dato infatti un parere negativo all’applicazione del Danish Compromise. E a confermarlo, dopo due ore circa dalla diffusione delle indiscrezioni sul grande no di Francoforte, è stata la stessa banca italiana, con un comunicato ad hoc diramato a metà giornata.

Banco BPM conferma: no BCE a Danish Compromise in OPA su Anima

Così si legge nel comunicato che oggi, mercoledì 26 marzo 2025, Banco BPM ha diramato a seguito delle indiscrezioni stampa riportate sul parere contrario della BCE all’utilizzo del Danish Compromise nell’OPA lanciata dal gruppo su Anima:

Con riferimento alle notizie di stampa apparse in data odierna, Banco BPM precisa di aver ricevuto una comunicazione, da parte di BCE, con la quale l’Organo di Supervisione ha portato all’attenzione della Banca la propria visione conservativa sul trattamento prudenziale dell’acquisizione di Anima, alla quale non si applicherebbe, a proprio avviso, il c.d. Danish Compromise. Tale posizione, che non costituisce una “Decision”, lascia impregiudicate le valutazioni dell’EBA, coinvolta dalla stessa BCE, quale Autorità competente al fine di esprimersi definitivamente sulla questione. A tal proposito la Banca rammenta di aver presentato apposito quesito all’EBA volto a confermare l’applicabilità, alla fattispecie specifica dell’acquisto di Anima, della posizione favorevole precedentemente espressa dalla medesima Autorità in risposta a una precedente richiesta di parere, formulata con riferimento ad altra operazione. In attesa del pronunciamento ufficiale da parte dell’EBA, proseguono le interlocuzioni con la BCE al riguardo”.

Banco BPM ha sottolineato con il comunicato che, nella prossima seduta del Consiglio di Amministrazione, che è stato convocato per domani, 27 marzo 2025, saranno discussi gli aggiornamenti relativi all’OPA su Anima, anche con riferimento alle condizioni di efficacia volontarie apposte all’Offerta, così come si affronterà la questione dell’andamento delle adesioni: “Con riguardo a queste ultime, la Banca rammenta che, per effetto delle adesioni sin qui raccolte, e tenuto conto delle azioni già oggetto dell’impegno di adesione da parte di Poste Italiane, alla data del 25 marzo 2025 risultava raggiunto il 47,24% del capitale sociale di Anima, e pertanto è stata superata la soglia minima del 45% + un’azione prevista per l’OPA: è pertanto vicino il superamento del 50% del capitale di Anima”.

La banca italiana guidata dal CEO Giuseppe Castagna ha ribadito la solidità del suo capitale, anche a dispetto del parere contrario della BCE:

“Con riferimento ai potenziali effetti della mancata applicazione del Danish Compromise che conseguirebbe da un eventuale pronunciamento non favorevole da parte dell’EBA, si sottolinea che il piano strategico 2024-27, comunicato al mercato in data 12 febbraio, ha preso in esame tale possibilità, che è stata riflessa in uno scenario di worst case in cui il CET1 ratio rimane al di sopra del 13% (a fronte del 14,4% dello scenario base di applicazione del Danish Compromise) e la distribuzione complessiva agli azionisti traguarda l’ammontare di 6 miliardi di euro – superiore del 50% rispetto ai target del piano precedente – equivalenti su base annua a 1 Euro per azione, cui si aggiungerebbe 1 ulteriore miliardo di euro nello scenario base di applicazione del Danish Compromise”.

Banco BPM, azioni affondano, -6% a Piazza Affari dopo parere BCE su Danish Compromise

Le azioni BAMI crollano sul Ftse Mib di Piazza Affari, affondando del 6% circa.

Praticamente, la BCE ha avallato i grandi dubbi che più volte erano stati manifestati da UniCredit e che avevano portato il numero uno di Piazza Gae Aulenti, Andrea Orcel, a ribadire in diverse occasioni come non ci fossero ancora valide ragioni per alzare il prezzo dell’OPS, promossa su Banco BPM, lo scorso 25 novembre 2024.

Quel prezzo dell’Offerta pubblica di scambio lanciata sulla totalità delle azioni ordinarie di BAMI che più volte non solo la banca preda, capitanata dal CEO Giuseppe Castagna, ma la stessa Piazza Affari, fin dall’inizio, aveva reputato troppo basso e a sconto.

Niente da fare: il Ronaldo dei banchieri Andrea Orcel, al timone di UniCredit, aveva mantenuto il punto, facendo andare su tutte le furie in alcune occasioni lo stesso collega Castagna. Castagna che ora sarà rimasto scioccato dal parere negativo della BCE, dal momento che il Banco, quell’ok all’utilizzo del Danish ompromise, lo aveva considerato cosa ormai quasi fatta.

No BCE a Banco BPM, UniCredit mollerà l’osso?

Cosa farà a questo punto Andrea Orcel, che ha minacciato settimane fa anche di ritirare l’OPS lanciata su Banco BPM, tra le partite di risiko più importanti che si sono confermate market mover principale sia delle azioni direttamente coinvolte nel dossier, che della stessa Piazza Affari, che ha inanellato nuovi record beneficiando della pioggia di buy che ha inondato i titoli delle banche italiane?

Se saremo convinti che c’è più valore non abbiamo mai escluso di poter rilanciare su Banco BPM, ma da quando l’operazione è stata annunciata quello che è successo è stato uno sviluppo negativo, non positivo”, aveva detto di recente Orcel, nel corso di una conferenza organizzata a Londra da Morgan Stanley, la Morgan Stanley European Financial Conference.

Orcel aveva sottolineato come in ballo ci fosse lo stesso futuro dell’OPS di UniCredit su Banco BPM.

Tornando sulla questione del Danish Compromise, il numero uno di Piazza Gae Aulenti si era infatti così espresso:

Con il Danish Compromise l’acquisto di Anima (da parte di Banco BPM) ha un ritorno sull’investimento di oltre il 15%, senza consumare molto capitale. Invece, senza il Danish Compromise il ritorno sull’investimento è all’11% e consuma miliardi di capitale ”.

Ciò significa, aveva aggiunto il CR7 della finanza italiana che, in caso di mancato ottenimento del Danish Compromise, “ciò che UniCredit comprerebbe sarebbe molto meno capitalizzato di quanto si pensava prima ” e che, dunque, in caso di mancata applicazione di questa agevolazione contabile, ci sarebbe “una significativa diluizione del ritorno sull’investimento”.

Ma l’ultima parola non spetta alla BCE

Vanno fatte tuttavia alcune precisazioni. L’ultima parola in realtà non ce l’ha la BCE, che è stata chiamata a esprimere un parere sull’applicazione del Danish Compromise, ma l’EBA, ovvero l’Autorità bancaria europea.

Non va bene intanto a Piazza Affari neanche ai titoli UniCredit (UCG), che perdono più di mezzo punto percentuale.

Lieve il ribasso della preda di Banco BPM Anima Holding, che cede lo 0,35% circa, mentre va avanti l’OPA del Banco, ufficialmente partita dopo l’ok della Consob, lo scorso 17 marzo.

Borsa Italiana ha ricordato nel frattempo che le azioni ordinarie Anima acquistate sul mercato nei giorni 3 e 4 aprile 2025 non potranno essere apportate in adesione all’offerta.

Il periodo di adesione degli azionisti di Anima all’OPA di BAMI terminerà il prossimo 4 aprile 2025.

Trepidazione per i due grandi appuntamenti che decideranno il dossier UniCredit-Banco BPM

Per ora, non si può parlare ancora di una sconfitta per Banco BPM, che fin dall’annuncio dell’OPS di UniCredit ha rivendicato il proprio valore, rimandando l’offerta al mittente, e sbandierando la forza del suo capitale di fronte a quei dubbi mossi da Orcel che Castagna ha etichettato anche alla stregua di fake news.

Sta di fatto che le indiscrezioni smontano quella fiducia nel via libera della BCE di cui il CEO di Piazza Meda si era detto più volte convinto.

L’ultima volta era stato negli ultimi giorni, con dichiarazioni che erano state proferite anche in questo caso in occasione dell’evento organizzato da Morgan Stanley a Londra.

Siamo già un conglomerato finanziario sotto l’ombrello del Danish Compromise, si tratta solo di aggiungere qualcosa”, aveva detto il banchiere.

A questo punto, cresce ancora di più la trepidazione per i due appuntamenti cruciali che faranno la storia del dossier di questa OPS: il D-Day di UniCredit, in calendario nella giornata di domani, giovedì 27 marzo 2025, che vedrà gli azionisti di Piazza Gae Aulenti riunirsi in assemblea ordinaria e straordinaria in unica convocazione, per deliberare tra le altre cose sulla proposta del CDA di varare un aumento di capitale a servizio dell’OPS promossa sul Banco BPM; e lo stesso CDA della preda BAMI, che si riunirà anch’esso nella giornata di domani.

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