Per contrastare il pericolo di instabilità finanziaria che si palesa, le politiche di contenimento della spesa pubblica riducono la crescita e tendono a portare le economie alla recessione.
Dopo i ripetuti tagli del cuneo fiscale, con gli 80 euro in busta paga decisi dal governo Renzi che vinse con questa misura le elezioni europee, il vero incentivo all’occupazione è ormai a carico lo Stato: nel decreto legge del 1° maggio, la misura principale è l’esonero dal pagamento del 100% dei contributi previdenziali per due anni se si assumono giovani sotto i 35 anni che non hanno mai avuto contratti a tempo indeterminato, a patto che vengano assunti con contratto stabile.
Così ha annunciato la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Se assumi un giovane a tempo indeterminato, per 2 anni allo Stato non devi nulla nel limite di 500 euro al mese”…«L’esonero vale in tutta Italia, nelle regioni del Mezzogiorno, però, il provvedimento vale anche per gli over 35 che sono disoccupati da almeno 2 anni», spiegando che «la decontribuzione vale per le donne, a prescindere dall’età su tutto il territorio nazionale con maggiore accessibilità al beneficio per quelle che vivono nelle regioni del Mezzogiorno».
Ed è sempre più diffuso il ragionamento, a dire il vero piuttosto sconclusionato, secondo cui la spesa pubblica finanziata in disavanzo possa compensare la bassa crescita economica che è determinata dai salari tenuti ad un livello assai contenuto al duplice fine di tenere sotto controllo l’inflazione da una parte, e di assicurare l’equilibrio della bilancia commerciale dall’altra parte: il basso costo del lavoro rende infatti competitive le esportazioni mentre comprime la domanda di beni importati. [...]
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