Lo sgravio contributivo verrà confermato per tutto il 2024: il guadagno complessivo potrà salire fino a 460 euro.
Il ministro dell’Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, ha ribadito che è intenzione del governo Meloni confermare anche nel 2024 lo sgravio contributivo applicato sulle buste paga con importo lordo fino a 2.692 euro, nella stessa misura in vigore da luglio 2023.
A tal proposito, già nella Nota di aggiornamento al Def approvata lo scorso 27 settembre dal Consiglio dei ministri vengono riservati i 10 miliardi di euro (o poco più) che saranno necessari per mantenere il bonus in busta paga generato dal suddetto sgravio, garantendo così ai lavoratori dipendenti un aumento complessivo dello stipendio persino superiore a quello riconosciuto nel 2023.
È vero infatti che la conferma del bonus sarà impercettibile per i dipendenti, in quanto lo stipendio non sarà differente da quello attualmente percepito, ma allo stesso tempo va considerato che nel 2024 lo sgravio come lo conosciamo oggi verrà applicato su tutte le tredici mensilità e non solo su un semestre come accaduto nel 2023.
Di fatto, laddove effettivamente si riuscisse a confermare lo sgravio contributivo con la legge di Bilancio 2024, bisognerà dare merito al governo Meloni per aver riconosciuto un ulteriore bonus in busta paga utile per far fronte alla svalutazione delle retribuzioni causata dall’inflazione, per una differenza rispetto a quest’anno di circa 460 euro in più nella migliore delle ipotesi.
Cos’è il bonus in busta paga che il governo vuole confermare nel 2024
Già il governo Draghi individuò nell’introduzione di uno sgravio contributivo con cui abbattere l’aliquota contributiva a carico del dipendente la migliore soluzione possibile per ridurre il cuneo fiscale e assicurare al lavoratore uno stipendio netto più alto a parità di lordo.
A partire da giugno 2022 venne così riconosciuto un taglio di 2 punti dell’aliquota contributiva che grava sul dipendente - pari al 9,19% nel settore privato, 8,80% nel pubblico - per le buste paga d’importo fino a un massimo di 2.692 euro.
La stessa misura venne poi confermata da Giorgia Meloni nel 2023, con la differenza che per coloro che hanno una busta paga d’importo lordo fino a 1.923 euro il taglio è stato di 3 punti.
Tuttavia, con l’inflazione che continuava a salire, il governo ha incrementato lo sgravio di altri 4 punti a partire da luglio 2023, ma non per i ratei di tredicesima, con il risultato che oggi l’aliquota contributiva applicata è pari a:
- 2,19% (settore privato) e 1,80% (settore pubblico) per le buste paga d’importo fino a 1.923 euro lordo (sgravio del 7%);
- 3,19% (settore privato) e 2,19% (settore pubblico) per le buste paga d’importo superiore a 1.923 euro e fino a 2.692 euro (sgravio del 6%).
Per la tredicesima, invece, continuano a essere applicate le percentuali in vigore fino a giugno, quindi del 6,19% (5,80% nel pubblico) se l’importo lordo è inferiore 1.923 euro, 7,19% (6,19% nel pubblico) quando invece è superiore ma entro i 2.692 euro.
Vanno fatte però due precisazioni:
- nonostante il lavoratore versi meno contributi all’Inps non ci saranno ripercussioni sulla pensione futura visto che è l’Inps a farsi carico della quota mancante;
- quanto risparmiato sui contributi non entra interamente nello stipendio netto. Bisogna infatti considerare che meno contributi innalzano la base imponibile su cui viene calcolata l’Irpef, il che significa che l’imposta da versare sarà più alta.
Importo complessivo bonus busta paga 2023
Ma in che modo questi sgravi hanno contribuito ad aumentare lo stipendio? Ecco una tabella - realizzata grazie ai dati elaborati dallo Studio De Fusco Labour & Legal - che sintetizza gli importi degli aumenti netti generati dallo sgravio contributivo.
Retribuzione lorda | Aumento mensile tra gennaio e giugno 2023 | Aumento ulteriore da luglio a dicembre 2023 | Aumento complessivo tra luglio e dicembre | Aumento tredicesima | Aumento totale |
---|---|---|---|---|---|
10.000 euro | 19,25 euro | 25,67 euro | 44,92 euro | 19,25 euro | 404,27 euro |
12.500 euro | 24,06 euro | 32,08 euro | 56,15 euro | 24,06 euro | 505,32 euro |
15.000 euro | 28,88 euro | 38,50 euro | 67,38 euro | 28,88 euro | 606,44 euro |
17.500 euro | 28,81 euro | 38,41 euro | 67,22 euro | 28,81 euro | 604,99 euro |
20.000 euro | 32,95 euro | 43,90 euro | 76,82 euro | 32,95 euro | 691,57 euro |
22.500 euro | 37,04 euro | 49,38 euro | 86,42 euro | 37,04 euro | 777,80 euro |
25.000 euro | 41,15 euro | 54,87 euro | 96,03 euro | 41,15 euro | 864,23 euro |
27.500 euro | 30,18 euro | 60,36 euro | 90,54 euro | 30,18 euro | 754,50 euro |
30.000 euro | 32,95 euro | 57,56 euro | 90,49 euro | 32,95 euro | 773,59 euro |
32.500 euro | 30,51 euro | 61,01 euro | 91,52 euro | 30,51 euro | 762,69 euro |
35.000 euro | 32,85 euro | 65,70 euro | 98,56 euro | 32,85 euro | 821,92 euro |
Quindi, complessivamente al massimo si ha diritto a un aumento netto, spalmato sulle tredici mensilità, di 864,23 euro (nel caso dei redditi di 25.000 euro), che scende a 821,92 euro per i redditi di 35.000 euro.
Quanto si guadagna nel 2024 con la conferma dello sgravio contributivo
Ancora meglio andrà nel 2024 laddove, come da promessa, il governo Meloni riuscirà a confermare per tutto l’anno lo sgravio del 7% e 6%. In tal caso, infatti, l’aumento sarebbe pari a:
Retribuzione lorda | Aumento mensile | Aumento complessivo | Differenza rispetto al 2023 |
---|---|---|---|
10.000 euro | 44,92 euro | 583,96 euro | 179,69 euro |
12.500 euro | 56,15 euro | 729,95 euro | 224,63 euro |
15.000 euro | 67,38 euro | 875,94 euro | 269,50 euro |
17.500 euro | 67,22 euro | 873,86 euro | 268,87 euro |
20.000 euro | 76,82 euro | 998,66 euro | 307,09 euro |
22.500 euro | 86,42 euro | 1.123,46 euro | 345,66 euro |
25.000 euro | 96,03 euro | 1.248,39 euro | 384,16 euro |
27.500 euro | 90,54 euro | 1.177,02 euro | 422,52 euro |
30.000 euro | 90,49 euro | 1.176,37 euro | 402,78 euro |
32.500 euro | 91,52 euro | 1.189,76 euro | 427,07 euro |
35.000 euro | 98,56 euro | 1.281,28 euro | 459,36 euro |
Di fatto, rispetto al 2023 ci sarebbe un ulteriore aumento che oscilla da un minimo di 179,69 euro a un massimo di 459,36 euro, il che rappresenterebbe un valido aiuto per i lavoratori in un anno che lato inflazione si è dimostrato ancora piuttosto complicato.
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