Decreto Aiuti bis: sale a 600 euro la soglia entro cui i benefit aziendali sono esentasse. Così ai datori di lavoro viene data la possibilità di tutelare il benessere dei dipendenti.
Del fatto che gli stipendi aumentano grazie allo sgravio contributivo del 2,0% introdotto dal decreto Aiuti bis (nel quale è compreso quello che era previsto dalla legge di Bilancio 2022) se ne è parlato in abbondanza: quel che molti lavoratori dipendenti non sanno è che tale provvedimento ha previsto anche la possibilità per i datori di lavoro di riconoscere dei bonus del valore annuo di 600 euro esentasse.
Nell’articolo 12 del testo del decreto n. 115 del 9 agosto 2022 - recante misure urgenti in materia di energia, emergenza idrica, politiche sociali e industriali - vengono infatti introdotte delle nuove misure fiscali per il welfare aziendale, concetto con cui letteralmente si intende l’insieme di benefit e prestazioni erogate dall’azienda con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita, nonché il benessere, dei lavoratori e dei loro familiari.
Nel dettaglio, il legislatore ha voluto dare alle aziende l’opportunità di contribuire a supportare i lavoratori in questo particolare periodo storico, dove l’aumento dei prezzi sta pian piano erodendo il potere d’acquisto degli stipendi, riconoscendo una serie di bonus non tassati entro una certa somma.
In realtà, del fatto che i benefit aziendali possano essere detassati entro una certa soglia ne parla già il testo unico sull’imposte sui redditi (all’articolo 51, comma 3), ma in tal caso il limite è molto inferiore rispetto a quanto previsto dal decreto Aiuti bis.
Bonus 600 euro esentasse: la novità del decreto Aiuti bis
Come noto ai più, il decreto Aiuti bis aumenta l’importo delle buste paga portando lo sgravio contributivo dello 0,8% introdotto dall’ultima legge di Bilancio al 2%, ma solamente per il 2022 ed esclusivamente per gli stipendi con un imponibile non superiore a 2.692 euro (che proiettato su tredici mensilità da come risultato 35 mila euro).
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Ma non è tutto, perché come anticipato vi è anche la possibilità per i datori di lavoro di riconoscere dei bonus esentasse fino a un valore annuo di 600 euro. Viene dunque rivisto quanto stabilito dal testo unico delle imposte sui redditi, dove il limite entro cui i benefit aziendali non sono tassati è fissato a 258 euro l’anno.
Nel dettaglio, nell’articolo 12 si legge che - esclusivamente per il periodo d’imposta 2022 - “non concorrono a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti, nonché le somme erogate o rimborsate ai medesimi dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale, entro il limite complessivo di 600 euro”.
Tra i benefit aziendali esentasse, entro il limite di 600 euro per il solo 2022, che possono essere riconosciuti al dipendente, entrano di diritto quindi anche le somme concesse al lavoratore per il pagamento delle bollette di luce, gas e acqua.
Si tratta dunque di un importante incentivo per i datori di lavoro che vogliono puntare sul benessere aziendale, con le buste paga dei lavoratori che complessivamente possono salire fino a 600 euro. Ovviamente non si tratta di un obbligo per l’azienda, la quale resta libera di decidere se riconoscere o meno delle misure aggiuntive allo stipendio senza vincolo alcuno.
Cosa sono i benefit aziendali
Come anticipato, i benefit aziendali sono quei bonus e servizi che l’azienda riconosce in favore dei dipendenti al di fuori della normale retribuzione. Ce ne sono di vari tipi, come ad esempio la possibilità di godere di assistenza sanitaria integrativa o comunque di disporre di piccoli bonus per il sostegno dei figli. E ancora, ci sono benefit e bonus aziendali che il dipendente può spendere per il benessere, ad esempio in centri termali, o per la tutela della salute mentale.
E tra questi bonus si aggiungono anche i rimborsi spese, o comunque i contributi, riconosciuti alle aziende per far sì che i dipendenti possano pagare le bollette di luce, gas e acqua, uno strumento utile specialmente per coloro che lavorano in smart working.
Resta comunque facoltà dell’azienda decidere se e quando riconoscere dei benefit per la tutela del welfare aziendale, la quale è libera di sceglierne anche la tipologia.
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