Salario minimo e settimana lavorativa corta contro inflazione e perdita di potere d’acquisto. Ecco il piano del commissario Ue.
Da una parte busta paga più alta e dall’altra meno ore di lavoro. Sono queste le parole utilizzati da Nicolas Schmit, commissario Ue, per mettere al centro i lavoratori, che “non possono essere vittime dei rincari”. Secondo Schmit infatti l’evoluzione dei salari deve essere collegata a quella dei prezzi.
Nicolas Schmit, commissario europeo per il Lavoro e i Diritti sociali, parla in maniera chiara della spirale dei prezzi-salari. Secondo il commissario infatti non ci sono motivi per tenere gli stipendi bloccati e anzi questi dovrebbero tenere il passo del costo della vita. Al Festival internazionale dell’economia di Torino, in un’intervista col vice direttore della stampa Marco Zatterin, il commissario Ue Schmit ha espresso il suo apprezzamento per il salario minimo e si è schierato allo stesso tempo con la settimana lavorativa corta di quattro giorni.
Il piano del commissario Ue è utopico? Ecco cosa ha dichiarato sulla busta paga più alta e la possibilità di affiancarla a un minor numero di ore di lavoro, ovvero sulla settimana corta lavorativa di quattro giorni.
Salario minimo, buste paga e ore di lavoro: cosa ha detto il commissario Ue Schmit
Il commissario europeo sul salario minimo si è espresso in maniera favorevole, ma senza voler influenzare la decisione dei singoli Stati. Infatti non spetta la commissione dire chi deve introdurre il salario minimo e perché. È vero anche che dall’esperienze già vissuta in altri Paesi europei è possibile notare come sia nel Regno Unito che in Germania i salari minimi non distruggono affatto il mercato del lavoro e non lo erodono. “Al contrario - dice Schmit - giocano un ruolo economico e sociale importante”.
Il salario minimo serve infatti in quei settori dove le paghe sono tipicamente più basse e un aumento dello stipendio minimo può garantire un aumento anche della produttività, che poi è il problema della nostra economia, dice ancora il commissario.
Oggi infatti, anche a fronte di un numero più elevato di posti di lavoro a tempo indeterminato, sono numerose le famiglie, soprattutto giovani, che restano in difficoltà. Il salario minimo, così come la diminuzione dei giorni e delle ore di lavoro dona maggior valore al lavoro. “Il fatto di avere i giovani che, pur lavorando, non possono permettersi di affittare un appartamento, non possono permettersi di avere dei figli, crea un circolo vizioso per la società, non solo per l’economia: a questo si collega anche il tema della crisi demografica”, spiega Schmit.
Inflazione e la morsa sui salari: il piano per proteggere il potere d’acquisto
Sul tema dell’inflazione invece il commissario Ue Nicolas Schmit ha espresso chiaramente la propria posizione, spiegando come le aziende oggi stiano cavalcando l’onda per aumentare i prezzi anche in una fase di ribasso del costo dell’energia e delle materie prime. Per proteggere il potere d’acquisto dei lavoratori, secondo il commissario Ue, è necessario alzare gli stipendi.
Schmit usa come confronto quanto avviene in Germania, dove si collega l’evoluzione dei salari e il costo della vita e di conseguenza i prezzi si stanno lentamente riducendo. “Questo non significa dare aumenti illimitati. Ma non possiamo rendere i lavoratori vittime della situazione inflazionistica. Gli stipendi devono tenere il passo”, ha concluso Schmit.
© RIPRODUZIONE RISERVATA