Buste paga, guadagnare meno per avere più soldi: il paradosso dello scalone del decreto Lavoro

Stefano Rizzuti

02/05/2023

Con il nuovo taglio del cuneo fiscale chi guadagna meno, in alcuni casi, può avere uno stipendio più alto di chi ha un reddito maggiore: chi ci rimette (e quanto) con lo scalone creato dal dl Lavoro.

Buste paga, guadagnare meno per avere più soldi: il paradosso dello scalone del decreto Lavoro

Il taglio del cuneo fiscale approvato il primo maggio, con il varo del decreto Lavoro, creerà uno scalone evidente tra i lavoratori dipendenti. Guadagnare 2.692 euro lordi al mese vorrà dire avere uno stipendio netto più alto di chi ha un lordo mensile di 2.846 euro. Per intenderci, rapportando gli stipendi dei mesi da luglio a dicembre a una retribuzione annua, vorrebbe dire che un Ral da 35mila euro è più conveniente di una da 37mila.

Il nuovo sgravio contributivo introdotto dal governo Meloni dà vita a un paradosso per cui, almeno da luglio a dicembre del 2023, a un lavoratore converrà avere uno stipendio mensile lordo più basso in alcuni casi. La busta paga sarà più pesante per chi ha un reddito leggermente inferiore ai 35mila euro con un caso estremo in cui, a parità di stipendio (un euro mensile), chi guadagna meno si troverà circa 100 euro netti in più ogni mese in tasca.

Il governo ha deciso di applicare uno sgravio contributivo del 6% per i redditi fino a 35mila euro da luglio a dicembre (lo sgravio sale al 7% per i redditi sotto i 25mila euro). Una buona notizia per tanti lavoratori, ma che rischia di creare disparità: vediamo perché si può parlare di scalone e facciamo qualche conto per capire chi ci rimette e quanto.

Lo scalone in busta paga: chi ci rimette

Il taglio del 6% del cuneo fiscale vuol dire che lo stipendio netto per molti lavoratori dipendenti salirà. In particolare bisognerà considerare un 6% in busta paga, da cui comunque va calcolata anche l’Irpef aggiuntiva per fare un conteggio preciso sull’importo netto. Quanto vale, sul lordo, la riduzione dei contributi?

Per uno stipendio da 2.692 euro mensili (ovvero 35mila annui per 13 mensilità), con il 6% di sgravio si aggiungono 161 euro lordi in busta paga. Scendendo a 2.615 euro mensili (34mila annui) parliamo di un’aggiunta di 156,9 euro. Con 2.538 euro mensili (33mila euro annui) l’aumento lordo sarà di 152 euro.

Cosa succede, invece, per chi guadagna più del limite di 2.692 euro fissato dal decreto Lavoro e dai precedenti tagli del cuneo fiscale? Prendiamo uno stipendio da 2.693 euro lordi mensili: vorrebbe dire 35.009 annuali e meno di un euro in più al mese rispetto al limite fissato per lo sgravio. Quest’euro di differenza porterà a chi ha uno stipendio teoricamente più alto a guadagnare ben 160 euro in meno (lordi) al mese.

Ma prendiamo anche stipendi più alti: per esempio a 2.730 euro (ovvero 35.500 annui) si guadagna comunque meno di chi partiva da 2.692 mensili. Infatti a questi vanno aggiunti 161 euro che portano la cifra a 2853 euro lordi: 123 euro in più nonostante uno stipendio di partenza più basso.

Stesso ragionamento per chi guadagna 2.769 euro mensili, ovvero 36mila annui: quasi 100 euro in meno al mese. Per avvicinarci a una parità che, di fatto, eliminerebbe lo scalone bisogna raggiungere i 2.846 euro mensili, ovvero una retribuzione annua da 37mila euro. Solo in questo caso si avrebbe quasi un pareggio in busta paga tra chi ha un Ral da 35mila e chi una da 37mila. Per chi guadagna di più, comunque, resta un vantaggio: la tredicesima non beneficerà dello stesso sgravio fiscale del 6% e sarà quindi più alta per chi ha uno stipendio annuo più elevato.

Stipendi, quanto si guadagna di netto con il taglio del cuneo

Finora abbiamo ragionato in termini di stipendio lordo, ma cosa succede sul netto? Prendiamo come cifra di riferimento quella del limite dei 35mila euro, ovvero 2.692 mensili. Secondo i calcoli effettuati dallo studio De Fusco Labour & Legal per Il Sole 24 Ore, con questo reddito l’aumento netto in busta paga sarà di 98,56 euro, considerando anche i contributi in più da versare.

Praticamente con uno stipendio lordo di 2.692 euro il netto sale di 98 euro. Con uno stipendio di 2.693 euro (un solo euro in più) la cifra resta invariata: tradotto, un euro di stipendio in meno vuol dire un guadagno in busta paga di 97 euro. In sostanza in qualche caso converrà guadagnare qualche euro in meno da contratto, per poter poi avere una busta paga più pesante grazie agli sgravi fiscali pagati dallo Stato: un solo euro in meno al mese sul contratto può valere 600 euro netti in più da luglio a dicembre.

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