Cambio merce in negozio fisico, le regole per i consumatori: fino a quando è possibile, quando c’è l’obbligo dello scontrino e cosa si può richiedere.
Tra i diritti dei consumatori c’è anche quello di cambiare la merce acquistata in negozio per averne altra o ricevere un rimborso. Le motivazioni per il cambio possono essere delle più disparate, dal difetto di fabbrica all’errore del cliente, ma sono fondamentali per capire come agire.
Mentre in alcuni casi, infatti, il cambio dei prodotti è regolamentato direttamente dal Codice civile, in altri il negoziante ha un’ampia discrezionalità. Di conseguenza, i tempi fino a quando è possibile cambiare la merce e l’obbligo di scontrino non sono sempre uguali. Vediamo quali sono le regole per i consumatori (che acquistano per fini privati e non commerciali).
Fino a quando è possibile cambiare la merce in negozio
La legge assicura ai clienti la possibilità di cambiare la merce che presenta dei vizi, imperfezioni che impediscono l’utilizzo del prodotto o che ne diminuiscono il valore. È il caso dell’abito macchiato o strappato, del pc che non si accende e così via.
In questi casi, l’acquisto è coperto da una garanzia legale di 2 anni (riducibile a 1 anno se si tratta di merce usata) e per attivarla bisogna denunciare il vizio al commerciante entro 2 mesi dalla scoperta (e non dall’acquisto). La legge prevede anche che i vizi sorti entro 6 mesi dall’acquisto si presumano esistenti al momento dell’acquisto, salvo prova contraria o evidente incompatibilità.
Cambio merce, riparazione e rimborso
Quando si esercita la garanzia legale per i vizi della merce, il consumatore ha diritto alla sostituzione del bene esclusivamente quando non può essere riparato. Sia la riparazione che la sostituzione possono però risultare troppo onerosi per il venditore, ma anche poco convenienti per il cliente, dunque in queste ipotesi si può chiedere:
- La riduzione del prezzo rispetto al vizio del prodotto, dunque un rimborso parziale dell’acquisto;
- la conclusione del contratto, dunque la restituzione del prodotto a fronte del rimborso totale e dell’eventuale risarcimento danni.
Cambio merce in negozio, le regole
Al di fuori dei difetti del prodotto, sulla merce acquistata in un negozio fisico non si applica alcuna garanzia di sorta. Questo perché, a differenza degli acquisti a distanza, i beni possono essere visionati e controllati attentamente prima del pagamento, e non è ammesso incorrere in errori.
Molti venditori, nonostante ciò, permettono comunque di cambiare la merce anche per motivi diversi dai vizi (una taglia sbagliata, un cambio di idee eccetera). Si tratta di una facoltà del tutto libera e discrezionale, poiché in questi casi i consumatori non hanno alcun diritto a cambiare la merce stabilito dalla legge.
Se i beni sono stati acquistati in buono stato e idonei all’utilizzo è il venditore a poter scegliere la politica per le sostituzioni e i resi, potendo fare come meglio ritiene senza violare la legge. Di conseguenza, per il cambio della merce che non presenta vizi si applicano le tempistiche decise dal venditore e le eventuali limitazioni.
Per esempio, spesso i negozi danno un tempo di 14 giorni per cambiare la merce e nel campo dell’abbigliamento vietano di restituire la biancheria intima e i costumi da bagno per questioni igieniche, mentre per motivi economici non si cambia la merce acquistata in saldo. Si tratta di abitudini molto diffuse, ma è bene informarsi prima dell’acquisto nel punto vendita, poiché non ci sono regole perentorie in questo senso. Il venditore può anche rifiutare il cambio della merce o porre tempi ancora più brevi.
L’obbligo di scontrino
L’obbligo di scontrino per cambiare la merce in negozio dipende dalla situazione. Quando la possibilità di riparazione o sostituzione è prevista dalla garanzia legale per i difetti del bene lo scontrino non è obbligatorio. O meglio, è obbligatorio fornire una prova d’acquisto, che però può essere rappresentata diversamente (pagamento con carta di credito, perfino testimonianze eccetera).
Senza dubbio lo scontrino è molto pratico, ma non strettamente indispensabile in una causa. Al contrario, se la merce non ha difetti e il suo cambio è lasciato alla volontà del venditore bisogna rispettare le regole vigenti nel negozio. Di norma, in questi casi si chiede lo scontrino per ridurre le perdite di tempo e gli errori, ma non è raro che i commercianti acconsentano il cambio a persone senza scontrino (ad esempio, succede nei negozi piccoli, dove i venditori si ricordano dei clienti).
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