Il ministro della Pubblica amministrazione, il forzista Paolo Zangrillo, non chiude anche a un potenziale allargamento dello smart working per i dipendenti pubblici visto il caro energia.
Può davvero tornare lo smart working di massa visti i costi record in bolletta del riscaldamento e della luce? Se ne parla oramai da mesi, senza alcuna novità. Ora, però, il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, non chiude del tutto alla possibilità. L’esponente di Forza Italia ne ha parlato in un’intervista a La Stampa, in cui difende il lavoro da remoto, se porta a obiettivi e risultati tangibili così come il lavoro in presenza.
Insomma: quello che conta per il ministro non è tanto la modalità di lavoro, ma il risultato. Per questo sarebbe sbagliato secondo lui fare retromarce e tornare alla sola attività negli uffici, non comprendendo che la fase più nero del Covid è stata anche un’opportunità per ripensare le modalità di messa in pratica del lavoro.
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Smart working per i dipendenti pubblici? “Funziona”
Zangrillo ricorda che con la pandemia “il numero di lavoratori italiani che hanno lavorato in smart working è passato da 500mila a 5 milioni”. Secondo l’esponente di Forza Italia, quindi, sarebbe “sbagliato pensare che nella Pubblica amministrazione non funzioni”. Ad oggi ci sono diversi contratti collettivi che ne prevedono il ricorso e l’ultima rinegoziazione fatta con l’ex ministro Renato Brunetta prevede un ricorso flessibile allo smart working. L’importante, per Zangrillo, è “organizzarsi”.
Caro bollette, può aumentare lo smart working?
A precisa domanda, poi, sul fatto che il lavoro agile possa essere incrementato se il caro bollette pesasse troppo, il ministro risponde: “Se siamo capaci di organizzare il lavoro agile in modo da garantire la produttività, passando da una logica di controllo alla misura del risultato e alla verifica delle performance, penso allora si tratti di uno strumento utile”.
Quanto costa tenere accesi i computer e gli strumenti di lavoro
Sicuramente per la Pubblica amministrazione sarebbe un bel risparmio su gas e luce ogni mese, ma quanto costerebbe al lavoratore pubblico? Lavorare dalla propria abitazione ha dei costi aggiuntivi, determinati dall’uso di vari strumenti.
Una famiglia con due lavoratori in smart per 8 ore al giorno può aumentare i consumi giornalieri tra 0,20 e 0,40 kw. Sono circa 10 centesimi a giornata. Unendo a questo altri costi, come quello dell’utilizzo del router, si può arrivare a 12 euro al giorno, cioè 2 euro al mese.
Smart working, quanto aumentano le bollette di gas e luce
A questo si sommano riscaldamenti, condizionatori, elettrodomestici e luci, che fanno il grosso delle spese. Per Altroconsumo sul lato bolletta della luce con un totale smart working una famiglia media di due persone spenderebbe 433 kWh ora in più, cioè circa 298 euro l’anno: in pratica si pagherebbe un trimestre in più di energia elettrica. Se le persone sono tre l’aumento sarebbe di 323 euro.
Quanto al gas, calcolando l’accensione dei termosifoni entro i 21 gradi (come previsto dalle nuove regole governative), una famiglia media di due persone spenderebbe circa 476 euro in più all’anno, con un aumento del 13% in bolletta.
I risparmi del lavoro agile
Si devono però considerare alcuni oggettivi risparmi che ci sarebbero per i dipendenti pubblici, a partire dal mancato costo del carburante e dell’usura dell’auto se si va al lavoro con la macchina. Anche se ci si sposta con i mezzi di trasporto, poi, si risparmia sugli abbonamenti (che comunque costano meno della metà dell’aumento del solo prezzo del gas).
Un altro possibile risparmio può derivare dai pranzi fuori casa, che verrebbero eliminati o dal minor ricorso alla lavatrice, essendoci meno necessità di lavare almeno alcuni abiti. E ancora, in alcuni casi si può risparmiare sulle babysitter, ma dovendo gestire i figli mentre si lavora.
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