Molti sperano di fuggire al Fisco o ad altri creditori con la cassetta di sicurezza, nel tempo però le norme sono cambiate, ci chiediamo quindi: la cassetta di sicurezza in banca è pignorabile?
Il pignoramento della cassetta di sicurezza in banca rappresenta una forma di pignoramento presso terzi, ma ha caratteristiche del tutto peculiari perché, di fatto, nessuno sa se nella stessa vi siano effettivamente dei valori importanti, neanche la stessa banca che non è tenuta a chiedere cosa il cliente intende depositare anche se conosce in linea di massima il valore.
Fino al 2013 era uno strumento particolarmente utile per chi voleva nascondere delle risorse, proteggere, tutelare un parte del patrimonio mobile. Poi tutto è cambiato perché sono state introdotte norme per evitare l’evasione fiscale e altri reati, ma non solo.
Vediamo ora se si può eseguire il pignoramento della cassetta di sicurezza in banca.
Come si esegue il pignoramento della cassetta di sicurezza
L’articolo 492 del codice di procedura civile stabilisce che chiunque abbia un titolo esecutivo, ad esempio una sentenza di condanna, un decreto ingiuntivo, ma anche un titolo di credito, come un assegno protestato, può rivolgersi al tribunale e chiedere di essere autorizzato ad avere informazioni sul proprio debitore da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Dal punto di vista procedurale ricordiamo che l’istanza presentata al tribunale deve contenere anche l’indicazione dell’indirizzo di posta elettronica certificata.
Lo stesso articolo 492 cpc prevede che l’ufficiale giudiziario “accede mediante collegamento telematico diretto ai dati contenuti nelle banche dati delle pubbliche amministrazioni e, in particolare, nell’anagrafe tributaria, compreso l’archivio dei rapporti finanziari, e in quelle degli enti previdenziali, per l’acquisizione di tutte le informazioni rilevanti per l’individuazione di cose e crediti da sottoporre a esecuzione, comprese quelle relative ai rapporti intrattenuti dal debitore con istituti di credito e datori di lavoro o committenti .”
Terminata l’operazione di interrogazione, l’ufficiale giudiziario redige il verbale con il risultato delle interrogazioni alle varie banche dati e lo comunica all’istante, inoltre inizia il pignoramento delle somme indicate nel titolo esecutivo in mano al creditore.
La banca conosce il valore della cassetta di sicurezza?
Quando l’ufficiale giudiziario interroga le banche, le stesse, oltre a indicare i rapporti come conto corrente e conto deposito, fondi di investimento, devono comunicare la presenza di una cassetta di sicurezza.
Il pignoramento di quest’ultima però non viene effettuato come negli altri casi con ordine alla banca di non disporre delle somme fino alla loro assegnazione, ma viene realizzato come pignoramento diretto dei valori mobiliari.
Questo implica che l’ufficiale giudiziario potrà recarsi presso la banca e procedere all’apertura della cassetta. Naturalmente questa operazione non può essere effettuata senza una tutela del debitore. Ribadiamo, la banca potrebbe non sapere il contenuto della stessa e non è detto che questo abbia un valore economico attuale o che comunque potrebbe essere irrilevante, magari ci sono solo documenti non utili all’esecuzione.
Deve però essere sottolineato che tendenzialmente la banca conosce il valore di ciò che si trova nella cassetta di sicurezza perché spesso il canone annuo viene stabilito in base al valore depositato, inoltre se il valore supera i 5.000 euro deve essere stipulata una polizza assicurativa a tutela in caso di furto o altri eventi.
Si potrebbe pensare: proteggo la privacy non dichiarando che il valore è superiore a 5.000 euro. Perfetto, ma in caso di rapina il risarcimento è perso. Deve inoltre essere ricordato che a partire dal 2013, per evitare il riciclaggio di denaro e l’evasione fiscale, la Banca d’Italia ha obbligato tutti gli istituti a indicare i clienti che stipulano un contratto per avere una cassetta a disposizione.
Le banche devono comunicare:
- i dati dei clienti che hanno una cassetta di sicurezza;
- l’importo massimo assicurato;
- il numero di accessi in un anno.
Infine, la cassetta di sicurezza deve essere indicata nel modello Isee.
In poche parole la cassetta di sicurezza è utile solo a proteggere i valori da malintenzionati, diventa praticamente inutile per nascondere i soldi, meglio tenerli in conto.
Apertura della cassetta di sicurezza in presenza del debitore
A tutela del debitore, per procedere all’apertura della cassetta di sicurezza, il creditore deve rivolgersi al Giudice di Pace presente nella circoscrizione territoriale della banca per chiedere di autorizzare l’ufficiale giudiziario a effettuare tale pignoramento (articolo 513, comma 3 del codice di procedura civile).
Ottenuta l’autorizzazione, l’ufficiale giudiziario potrà procedere in presenza funzionario di banca addetto e del debitore titolare della cassetta, all’apertura della stessa e al pignoramento del contenuto.
Se nella cassetta sono presenti gioielli devono essere venduti all’asta e il ricavato andrà al creditore, nel caso di denaro o altri titoli di credito il creditore chiederà al giudice l’assegnazione degli stessi, nei limiti del proprio credito.
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