Novità per lo sblocco del crediti incagliati da Superbonus e altri bonus edilizi, arriva la certificazione preventiva del crediti da parte del Fisco
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti pone al centro dell’attenzione i crediti incagliati da bonus edilizi e annuncia l’introduzione di un bollino per la cessione del credito certificata dal Fisco.
Il punto di forza del Superbonus 110%, come disciplinato dal decreto legge 34 del 2020 (decreto Rilancio), era rappresentato dalla possibilità di eseguire lavori di ristrutturazione edilizia volti al recupero di almeno 2 classi energetiche, quindi con la possibilità di ottenere risparmio in bolletta e riduzione delle emissioni inquinanti, senza che i proprietari dovessero anticipare le spese, ma attraverso la cessione del credito e lo sconto in fattura.
Lo stesso decreto 34 estende l’applicabilità di questi due strumenti anche ad altri bonus edilizi, come il bonus facciate e il bonus barriere architettoniche, bonus sisma.
L’obiettivo iniziale era duplice: avviare la transizione ecologica e dare supporto alle imprese edili in un momento di difficoltà.
Pochi mesi dopo l’introduzione di questi due strumenti iniziano a venire a galla i primi problemi legati ad agevolazioni fiscali ricevute in modo fraudolento. La normativa inizia a cambiare e dal 12 novembre 2021 diventano obbligatorie due “formalità” cioè il visto di conformità e le asseverazioni dei lavori eseguiti.
Nel febbraio del 2023 arriva un’altra importante novità, cioè il decreto Blocca Cessioni che segna uno spartiacque, infatti dal mese di febbraio 2023 non è possibile avvalersi, se non in limitati casi, della cessione del credito e dello sconto in fattura, ma solo delle detrazioni fiscali.
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Addio crediti incagliati con la cessione del credito certificata dal Fisco
Nel frattempo si è creata una situazione difficile, infatti, molte famiglie e imprese lamentano la difficoltà di collocare i crediti maturati e presenti nel cassetto fiscale, che potrebbero ancora essere oggetto di cessione, sul mercato.
La soluzione a questo problema potrebbe arrivare con la conversione del decreto legge 104 del 2023 (decreto Asset), ad annunciarlo in un Question Time alla Camera è il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.
L’obiettivo è facilitare la collocazione dei crediti presenti nei cassetti fiscali attraverso una certificazione degli stessi.
Le banche e gli altri soggetti autorizzati ad effettuare le cessioni e ri-cessioni dei crediti intervengono ancora in modo limitato e insufficiente nelle operazioni di cessione del credito per due motivi: il primo è la necessità di avere capienza fiscale, il secondo motivo è determinato dal rischio di acquistare dei crediti che successivamente siano riconosciuti come oggetto di frode da parte degli organi preposti e quindi di ritrovarsi in mano carta straccia.
Sebbene anche la circolare 27/E/2023 dell’Agenzia delle Entrate abbia confermato che il cessionario risponde in solido solo in caso di dolo e colpa grave, il mercato non si sblocca.
Per ovviare a questo problema si sta quindi pensando a una sorta di bollino che certifica i crediti.
A cosa serve il bollino che certifica i crediti?
Il «bollino», nelle intenzioni del Governo, è il risultato finale di un controllo preventivo sul credito fiscale e mette al riparo il cessionario anche da ipotesi di colpa lieve. Il credito certificato non potrà essere sottoposto a sequestro preventivo e a ulteriori controlli perché è già stato controllato. Il cessionario che acquista questa tipologia di credito può quindi essere certo di ottenere il riconoscimento del credito di imposta.
La cessione del credito certificata mira quindi a facilitare la circolazione dei crediti. Ricordiamo che per ora si tratta di una misura annunciata dal ministro dell’Economia e solo nelle prossime settimare sapremo se la stessa si concretizzerà.
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