Figlio non riconosciuto, come funziona il mantenimento? Ecco cosa prevede la legge e quali sono gli obblighi alimentari per il genitore che non riconosce il figlio.
Per legge entrambi i genitori sono tenuti a occuparsi dei figli, sia per quanto riguarda l’aspetto economico che affettivo. Se, tuttavia, la creazione di un legame stabile non può essere imposta, l’obbligo di mantenimento è invece previsto dalla legge in modo rigido ed è comunque obbligatorio. Essendo questo dovere legato alla genitorialità, spesso ci si chiede cosa succede quando il figlio non è stato riconosciuto e quali sono in questo caso i doveri.
Ovviamente si devono distinguere due grandi situazioni: il mancato riconoscimento da parte della madre e da parte del padre. Ciò che interessa riguardo al mantenimento è il mancato riconoscimento della paternità, in quanto la madre biologica ha il diritto di partorire in anonimato.
Su questa differenza di trattamento si è più volte espressa la Cassazione, giudicandola legittima in virtù della priorità del diritto alla vita su quello al mantenimento. Per questo, il tema del mantenimento e dell’eventuale assegno alimentare del figlio non riconosciuto interessa esclusivamente il padre biologico.
Figlio non riconosciuto, mantenimento e alimenti
Come già detto, il dovere di mantenimento ricade sui genitori. Di conseguenza, se il padre biologico non ha riconosciuto il figlio non potrà essere obbligato a versare gli alimenti e la madre è comunque tenuta a provvedervi. Anzi, se la madre non provvede ai bisogni del figlio – anche fosse perché non può avere il mantenimento dal padre che non lo ha riconosciuto – commette il reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare.
Questo però non significa che sia possibile non riconoscere un figlio e dimenticarsi di ogni dovere. È vero che il padre che non ha riconosciuto il figlio non è tenuto a pagare nulla, ma è altrettanto vero che è tenuto a riconoscere il figlio. Come anticipato, infatti, non esiste un diritto del padre a non riconoscere un figlio naturale, poiché non c’è nessun interesse prioritario del padre né, soprattutto, del minore che giustifichi questa lesione dei diritti del bambino.
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Dichiarazione giudiziale di paternità
Il padre biologico è obbligato per legge a riconoscere il figlio; pertanto, anche in caso di mancata volontà non può sottrarsi. La madre (o anche il figlio stesso una volta diventato maggiorenne) può infatti promuovere un’azione legale per richiedere il riconoscimento giudiziale. La causa può essere promossa, oltre che dall’eventuale tutore legale in assenza della madre, anche dagli eredi dopo la morte, trattandosi di un’azione imprescrittibile.
La legge ammette la prova della paternità con qualsiasi mezzo, ma di norma è richiesto l’esame comparativo del Dna, ormai da anni la scelta quasi automatica nei tribunali per il livello di certezza che può assicurare. La legge, inoltre, consente anche il riconoscimento post-mortem, ovvero in caso di padre deceduto, per il quale è prevista anche la riesumazione della salma al fine del prelievo di Dna.
Il rifiuto del padre a sottoporsi all’esame del Dna è considerato come un’ammissione e porta quindi a una sentenza di riconoscimento.
Figlio non riconosciuto, come avere gli alimenti
In seguito alla sentenza di riconoscimento di paternità è sancito anche l’obbligo di mantenimento del figlio (o l’obbligo alimentare se oramai il figlio aveva perso il diritto al mantenimento ma versa in stato di bisogno).
Oltretutto, la madre (o il tutore legale) potrà documentare le spese affrontate per il mantenimento e ottenere un rimborso, in base a quanto dovuto dall’altro genitore. Il figlio può avanzare anche una richiesta di risarcimento per i danni causati dal mancato riconoscimento, non solo in termini economici ma anche morali.
La decadenza della potestà genitoriale, invece, non ha effetti sull’obbligo di mantenimento, che continua a gravare anche sul genitore che ha perso la potestà. Il riconoscimento, in ogni caso, è necessario soltanto per i figli nati fuori dal matrimonio (altrimenti si presume siano figli della coppia, in assenza di prove contrarie) ed è possibile soltanto se il padre biologico:
- Ha almeno 14 anni;
- non è interdetto;
- non è stato costretto con violenza.
In tutti gli altri casi riconoscere il figlio e mantenerlo sono obblighi inderogabili.
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