Il ministro Fitto prepara il piano di modifiche al Pnrr da presentare alla Commissione europea: dalle scuole agli asili, dalle mense alle ferrovie, ecco quali progetti possono saltare.
Qualche progetto salterà. Altri verranno ridimensionati. Alcuni saranno sostituiti da altri interventi. Non c’è dubbio che il Pnrr cambierà, ma i tempi per mandare le richieste di modifica alla Commissione europea sono stretti. Il governo Meloni e il ministro che segue il dossier, Raffaele Fitto, devono fare in fretta.
Dall’Ue sono arrivate diverse raccomandazioni a fare presto, a partire da quelle del commissario all’Economia Paolo Gentiloni. Intanto Roma ha già considerato irrealizzabili alcuni progetti, ben prima di avvicinarci alla scadenza del 2026. Le richieste di modifica sono attese da Bruxelles entro giugno, ma sembra più probabile che il termine slitti almeno a luglio. La scadenza, ricorda comunque Fitto, è fissata al 31 agosto.
D’altra parte, però, Bruxelles vuole far prima: Gentiloni ha sottolineato che le richieste devono arrivare entro giugno per rispettare i ritmi ed erogare le prossime rate: il rischio è che i fondi per il 2023 saltino. Da alcuni ministeri, però, Fitto non ha ancora ricevuto il dossier. E poi c’è la partita della terza rata da sbloccare (siamo già in ritardo) da 19 miliardi: questione che si intreccia con il Mes, per il quale la Commissione chiede una rapida ratifica all’Italia. Ma quali progetti del Pnrr potrebbero saltare?
Pnrr, i tagli ai progetti su scuola ed edilizia scolastica
Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha già detto di voler tagliare alcuni progetti previsti dal Pnrr. Per esempio sono troppe le 2.100 scuole da mettere in sicurezza, così come sono troppi i mille istituti in cui costruire o ampliare le mense. Si punta a ridurre gli obiettivi sull’edilizia scolastica, perché i costi oggi sono più alti di quanto il Piano è stato scritto: con gli stessi soldi si fanno meno interventi, insomma. Il taglio riguarderà anche gli asili nido.
Pnrr, per l’università si punta a più alloggi per studenti
Dal ministero dell’Università, Anna Maria Bernini punta molto sugli alloggi per gli studenti: vuole aumentare lo stanziamento di 500 milioni per raggiungere la cifra totale di 1,1 miliardi. Così facendo ci sarebbero più soldi per realizzare 52.500 posti letto in tre anni e puntare, magari, su una riduzione dei canoni. Bernini sembra voler invece tagliare i dottorati innovativi, puntando invece su un aumento dell’importo delle borse per i ricercatori.
Salvini rinuncia (ma non del tutto) a due tratte ferroviarie
Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, è pronto a rinunciare a due tratte ferroviarie: la Roma-Pescara e la Orte-Falconara. In realtà non vuole sacrificare le opere, ma punta a realizzarle con altri fondi. L’idea è di recuperare delle risorse del Pnrr per investirle in altro modo, per esempio sulle condotte idriche.
Chi non rinuncia ai progetti del Pnrr
Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, assicura invece che tutti i progetti del suo dicastero restano in piedi, anche se in alcuni casi andrà valutata la fattibilità entro il 2026. Altrimenti si può pensare a uno spostamento sui fondi strutturali europei 2021-2027, che sono rendicontabili fino al 2029. Ragionamento simile viene portato avanti anche dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e da quella del Lavoro, Marina Calderone: per entrambi non ci sono ritardi, quindi al massimo si dovrà intervenire con piccoli miglioramenti o correttivi.
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