Le royalties musicali sono diventate un asset class alternativo che possono aiutare gli investitori a diversificare il proprio portafoglio. Ne abbiamo parlato con Marzio Schena, CEO di ANote Music.
Investire in royalties musicali e avere un’alternativa differente al proprio portafoglio di investimenti è una realtà concreta e in forte trend di crescita già da tempo. D’altra parte la diversificazione è uno dei mantra fondamentali per chi vuole ampliare le proprie possibilità di guadagno e, come diceva Warren Buffet, anche “una protezione contro l’ignoranza”.
Ce lo testimoniano i successi e le continue evoluzioni di ANote Music, principale marketplace europeo per investire in diritti musicali di origine italiana, essendo nato da un’idea di Marzio Schena e Matteo Cernuschi che hanno fondato la startup insieme a Grégoire Mathonet, nel 2018.
Il loro intento di “democratizzare il mercato delle royalties musicali” ha incontrato non solo il favore del pubblico ma anche quello della Startup World Cup, la principale competizione internazionale che si tiene a San Francisco che conta oltre 10.000 partecipanti dove ANote Music si è guadagnata un posto tra le dieci finaliste dell’edizione 2022, rappresentando nella short list finale l’unica impresa proveniente dal Vecchio Continente.
Non poteva essere altrimenti, essendo ANote Music e i suoi Founder degli outsider che hanno avuto la capacità di far convivere insieme musica, tecnologia e finanza. Il settore di riferimento, d’altra parte, ben si presta a essere considerato un asset class alternativo, dal momento che i detentori dei diritti musicali continuano a ricevere royalties per almeno 70 anni senza subire le fluttuazioni del mercato azionario e i conseguenti rischi di perdite.
Musica, finanza e tecnologia in un unico ecosistema
Il marketplace di origine nostrana, quindi, è una sorta di “Borsa” dei diritti musicali - come ci dice Marzio Schena nell’intervista - dove a farla da padrone non è solo la componente finanziaria ma anche e soprattutto quella tecnologica in modo tale da offrire agli utenti uno spazio per investire in modo semplice, trasparente. Ed è proprio sulla componente tecnologica che stanno puntando sempre di più. E’ notizia recente, infatti, la partnership stretta tra ANote Music e Revelator, avveniristico provider di infrastrutture digitali basato su blockchain e pioniere del web3 in campo musicale per possessori di diritti musicali e aziende operanti nel campo della musica.
Grazie all’accordo tra le due realtà innovative è possibile mettere all’asta porzioni di cataloghi musicali e rendere più agevole le transazioni e le monetizzazioni degli investitori del marketplace che, ricordiamo, ha lo scopo di rendere accessibile a tutti, anche ai fan, la possibilità di possedere porzioni più o meno grandi di diritti musicali e permettere loro una visione più completa sui flussi di royalties derivanti dalle proprie quote.
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