Cos’è la violenza psicologica, quando è reato e cosa fare

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28 Marzo 2025 - 15:59

Anche la violenza psicologica è reato, non solo quella fisica: ecco cosa fare in caso di maltrattamenti emotivi e come provare gli abusi.

Cos’è la violenza psicologica, quando è reato e cosa fare

Per violenza psicologica si intende una forma di maltrattamento in cui la condotta aggressiva di colui che abusa è volta a colpire non il corpo ma la mente della vittima. Quando parliamo di maltrattamento psicologico intendiamo quella serie di comportamenti che mirano a svalutare una persona ponendola in una condizione di subordinazione e dipendenza e che ne danneggiano inevitabilmente sia il benessere psichico che emotivo.

La violenza psicologica è un fenomeno difficile da individuare e, quindi, da reprimere. Come quella fisica, anche la violenza psicologica è un reato, solo che il Codice penale non ne prevede un fattispecie autonoma. Ciò significa che, in base al tipo di condotta e al contesto in cui avviene, può rientrare nei delitti di manaccia, stalking, maltrattamenti in famiglia o violenza privata.

Molto spesso, purtroppo, le vittime di violenza psicologica rinunciano a denunciare perché pensano di non poter provare il fatto. In realtà, l’abuso psicologico può essere dimostrato, come vedremo, in molti modi. Cerchiamo di capire meglio cosa dice la legge in tal senso e quali sono gli step da seguire per denunciare, difendersi e provare il reato.

Cos’è la violenza psicologica: diamo una definizione

La violenza psicologica, anche nota come abuso psicologico o maltrattamento psicologico, è una forma di violenza caratterizzata da comportamenti e atteggiamenti volti a manipolare, intimidire, umiliare o esercitare controllo sulla vittima. Come detto, a differenza della violenza fisica, che si manifesta attraverso atti concreti e visibili, la violenza psicologica agisce a livello emotivo e mentale, lasciando ferite profonde e durature.

Essa può verificarsi all’interno di relazioni personali, familiari, lavorative o sociali e spesso viene perpetrata da persone vicine alla vittima, come partner, familiari o colleghi.

Gli atti di violenza psicologica possono assumere varie forme, tra cui le seguenti.

  • Insulti, offese e denigrazioni costanti.
  • Umiliazioni pubbliche o private.
  • Manipolazione emotiva e controllo ossessivo.
  • Isolamento sociale forzato.
  • Minacce, intimidazioni e ricatti emotivi.
  • Svalutazione continua e sminuimento della vittima.
  • Gaslighting, ovvero far dubitare la vittima della propria percezione della realtà.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riconosce la violenza psicologica come una delle forme più devastanti di abuso, in grado di compromettere la salute mentale e fisica della vittima. L’impatto della violenza psicologica può includere disturbi d’ansia, depressione, perdita dell’autostima e, nei casi più gravi, pensieri suicidari.

È importante sottolineare che la violenza psicologica non si limita a relazioni intime, ma può manifestarsi anche in contesti lavorativi (mobbing), scolastici (bullismo) e anche virtuali (cyberbullismo). Inoltre, spesso si accompagna ad altre forme di violenza, come quella fisica o economica, aumentando il grado di sofferenza e vulnerabilità della persona coinvolta.

La violenza psicologica è reato: cosa dice la legge

La violenza psicologica costituisce un reato in diversi ordinamenti giuridici, incluso l’ordinamento italiano. In Italia, la normativa sulla violenza psicologica è complessa e articolata, poiché questa forma di abuso rientra spesso in altre fattispecie di reato, come i maltrattamenti in famiglia, le molestie o lo stalking.

Il delitto di minaccia

  • La fattispecie criminosa è disciplinata dall’articolo 612 del Codice Penale e coadiuvato, in fase di aggravanti di comminazione della pena, dall’art. 339 c.p.
  • Si tratta di una violenza verbale idonea a incutere timore e ad avere ripercussioni psichiche nella vittima. La pena arriva fino ad 1 anno di reclusione.

Violenza privata

  • Previsto dall’articolo 610 c.p. è molto importante in relazione al reato di violenza psicologica. La violenza privata riguarda la violazione della libertà personale e prevede la reclusione fino a 4 anni, aumentata se concorrono le circostanze aggravanti di cui all’art. 339 c.p.

Atti persecutori o stalking

  • L’art. 612-bis. è stato introdotto e aggiornato per fronteggiare il fenomeno dello stalking. Rubricato “atti persecutori”, è stato introdotto nel 2009 a causa delle difficoltà incontrate nel fronteggiare il fenomeno dello stalking con le antecedenti disposizioni normative: fattispecie quali molestia, ingiurie, violenza privata e lesioni, infatti, risultavano, difficilmente applicabili nel caso in cui lo stalker non avesse ancora posto in essere comportamenti violenti. Prevede una pena da 6 mesi fino a 6 anni di reclusione.

Lesioni personali

  • All’interno dell’art. 582 del c.p. si affrontano le forme di danno che la violenza può provocare tanto a livello fisico quanto quello psichico e in questo contesto rientra, senza ombra di dubbio, anche la violenza psicologica.

Maltrattamenti in famiglia

  • Previsti dall’articolo 572 c.p., si manifestano nella condotta volta a trattare in malo modo, con violenza e crudeltà un membro della famiglia, un convivente o una persona sottoposta all’autorità o cura.

Segnaliamo, inoltre, che nell’ottobre 2021 è entrata in vigore la legge 27 settembre 2021, n. 134 contenente la «Delega al Governo per l’efficienza del processo penale, nonché in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari». L’art. 2 della suddetta legge prevede ai commi 11-13 disposizioni, di immediata operatività, che estendono la portata applicativa delle norme introdotte con la legge n. 69/2019 (Codice Rosso) alle vittime di tentato omicidio e alle vittime di delitti, in forma tentata, di violenza domestica, psicologica e di genere contemplati dal Codice Rosso.

A livello giurisprudenziale, le sentenze della Corte di Cassazione hanno più volte affermato che la violenza psicologica non richiede necessariamente la presenza di atti fisici: è sufficiente che la condotta lesiva comprometta la dignità, la libertà o la serenità della vittima. Un esempio emblematico è rappresentato dalla sentenza n. 10959/2016, in cui la Corte ha riconosciuto che la manipolazione emotiva e l’isolamento possono configurare maltrattamenti.

Come reagire alla violenza psicologica

Reagire alla violenza psicologica non è facile, soprattutto quando si è coinvolti profondamente. La vittima insicura e danneggiata nell’autostima fatica a chiedere aiuto e a interrompere la relazione tossica. Infatti, si potrebbe creare una spirale che rende la vittima sempre più dipendente dall’abusante.

Per uscire da queste difficili situazioni relazionali la parte più complicata è riconoscere che ciò che si sta vivendo è qualcosa di profondamente sbagliato. Saranno necessari tempo, forza e consapevolezza da parte della persona che la subisce, perché l’unica via da percorrere è quella dell’allontanamento. Una volta accertato questo, bisogna riuscire a liberarsi dalla situazione che ci sta facendo soffrire chiedendo aiuto.

Cosa fare in caso di violenza psicologica?

Denunciare la violenza psicologica è un passo fondamentale per interrompere il ciclo di abusi e tutelare la propria integrità psicofisica.

La denuncia può essere presentata presso le Forze dell’Ordine (Carabinieri o Polizia) oppure direttamente in Procura. È fondamentale raccogliere prove concrete, come messaggi, email, registrazioni o testimonianze, che possano supportare le proprie affermazioni.

In caso di emergenza, contattare immediatamente il 112 o il numero nazionale antiviolenza 1522, attivo 24 ore su 24. È possibile ricevere supporto anche presso i Centri Antiviolenza, che offrono assistenza psicologica e legale gratuita.

Dopo la denuncia, la vittima può ottenere misure di protezione, come l’allontanamento dell’aggressore o il divieto di avvicinamento. È importante affidarsi a un avvocato esperto in diritto penale o familiare per gestire al meglio il percorso legale.

Infine, è utile intraprendere un percorso di supporto psicologico, affidandosi a professionisti esperti in traumi e violenze. Il sostegno psicoterapeutico aiuta a elaborare il dolore e a recuperare l’autostima, favorendo il ritorno a una vita serena e sicura.

Come denunciare e dimostrare di essere vittime di maltrattamento psicologico?

Chi è vittima di violenza psicologica può sporgere, come detto, denuncia ogni volta che ricorrano gli estremi di uno dei reati di cui abbiamo parlato (e parleremo di seguito). Qualunque cittadino può sporgere denuncia, recandosi negli uffici delle Forze dell’ordine; gli anziani e i portatori di handicap con difficoltà motorie possono richiedere il servizio di denuncia a domicilio.

Le modalità per sporgere una denuncia possono essere di due tipologie:

  • in forma orale, quando la persona che denuncia si limita a descrivere oralmente la fattispecie di reato, il Pubblico ufficiale in seguito redigerà un verbale della dichiarazione;
  • in forma scritta, quando chi denuncia procede alla compilazione del modulo apposito disponibile negli uffici delle Forze dell’ordine.

Partiamo dal presupposto che la violenza psicologica, nella maggior parte dei casi, non provocando danni fisici visibili in modo immediato, risulta più difficoltosa da provare in giudizio. La giurisprudenza però da tempo ha ammesso forme di prova di vario genere e sono molti gli strumenti idonei a dimostrare la violenza psicologica. Tra questi:

  • registrazioni di chiamate e sms;
  • produzione di foto;
  • presentazione di testimoni;
  • registrazioni audio o video dei comportamenti dell’aggressore;
  • perizie mediche.

È possibile citare come testimoni le persone che hanno assistito alle ripetute umiliazioni che la vittima ha subito, avvalorando le testimonianze con perizie mediche ad esempio.

Infatti, qualora la violenza psicologica dovesse sfociare in reati più gravi e, in particolare, nei reati in cui vi è una lesione dell’integrità fisica, come il reato di percosse o lesioni personali, la prova dovrà essere data attraverso la presentazione di referti medici che attestino l’avvenuta lesione di una parte del corpo o l’insorgenza di una malattia del corpo o della mente.

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# Reato

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