Concorsi pubblici, Brunetta fissa l’obiettivo a 150 mila assunzioni ogni anno. Selezioni più veloci per favorire il ricambio generazionale.
Il piano del nuovo Ministro della PA, Renato Brunetta, per un maggiore efficientamento della Pubblica Amministrazione è ormai chiaro da settimane: bisogna puntare su assunzioni e concorsi, così da dare agli uffici pubblici il personale di cui hanno bisogno.
La Pubblica Amministrazione ha pagato gli anni di blocco del turnover previsto dalla politiche di spending review: adesso è il momento di riprendere con le assunzioni, specialmente vista l’imminente attuazione del PNNR che richiederà un maggiore impegno del pubblico impiego. E non è un caso che una delle prime mosse di Brunetta Ministro sia stata la pubblicazione del bando per 2.800 tecnici per il Sud, personale qualificato per dare alle Regioni del Mezzogiorno le competenze di cui necessitano per attuare le riforme previste dal Piano di rilancio.
A tal proposito, durante un incontro organizzato da PwC - dal titolo “Le persone, vero motore della ripartenza” - il Ministro Brunetta ha anche dato qualche numero spiegando quante dovranno essere le assunzioni l’anno nella Pubblica Amministrazione così da “ripristinare un minimo di turnover serio, qualitativo e quantitativo”.
Concorsi pubblici, l’annuncio di Brunetta: “Servono 150 mila assunzioni l’anno”
Secondo Unioncamere e Anpal, entro il 2025 ci saranno 740 mila nuove assunzioni nella PA. Una media, quindi, di 150 mila assunzioni ogni anno.
A conferma di questi numeri sono arrivate le parole del Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, nel corso di un incontro organizzato dal PwC. Parole importanti per tutti coloro che ambiscono ad un posto nel pubblico impiego e aspettano con ansia la pubblicazione di alcuni dei bandi più attesi.
Brunetta ha confermato che servono 150 mila assunzioni l’anno per rendere maggiormente efficiente la Pubblica Amministrazione, allineandosi dunque a quanto riportato dal recente report di Unioncamere.
Non basta, però, spingere sulla pubblicazione bandi per i concorsi pubblici; vista anche la pandemia - che inevitabilmente ha portato ad una revisione delle varie procedure - serve anche pensare ad un modo per velocizzare le assunzioni. E la riforma pensata da Brunetta, in vigore per tutta la durata dello Stato di emergenza, ha proprio questo obiettivo, con la sostituzione della preselettiva con una fase di valutazione dei titoli.
Brunetta ha spiegato che per l’Italia il Recovery “è una grande occasione” poiché oltre a permetterci di ripartire con gli investimenti pubblici e privati ci dà anche l’occasione per “reinvestire nel capitale umano”. Per questo motivo il nuovo Ministro ha deciso di “cambiare le regole del gioco del reclutamento dei dipendenti pubblici”, poiché altrimenti non sarebbe stato possibile “fare un ricambio generazionale”.
Lavorare per il pubblico impiego è “un onore”
Brunetta ha spiegato che le 150 mila assunzioni l’anno rappresenteranno un’importante opportunità per i giovani, in quanto in questo modo “ripartirà l’ascensore sociale”. Anche se - va detto - sembra che le nuove modalità di concorso andranno a premiare i meno giovani, poiché sono proprio questi a vantare un miglior punteggio in base ai titoli; questi, quindi, avranno maggiori possibilità di superare la scrematura iniziale che altrimenti sarebbe stata effettuata tramite una prova preselettiva.
E ancora, il Ministro della PA ha dichiarato che è sua intenzione “far tornare l’onore di essere un civil servant, un insegnante, un dipendente, un colletto bianco, in quanto si lavora per 60 milioni di italiani”. Non bisogna pensare alla Pubblica Amministrazione come fosse un posto fisso, ovvero un ammortizzatore sociale: “In questo modo facciamo un cattivo servizio”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti