Zone rosse circoscritte e tamponi a tappeto in aeroporto: queste sono le indicazioni del Governo per fermare il coronavirus in autunno. Il piano contro una seconda ondata è in lavorazione. Ecco cosa prevede
Come affronterà l’Italia una ipotetica seconda ondata di coronavirus?
Se lo stanno chiedendo popolazione, esperti e membri del Governo. Sul tavolo dell’esecutivo e delle task force scientifiche sono al vaglio diverse ipotesi.
Fermare i contagi in estate e scongiurare nuove e potenti ondate epidemiologiche in autunno sono gli obiettivi urgenti e a breve termine di Conte.
Per questo, considerando anche la situazione attuale del nostro Paese, con l’allarme focolai di importazione dall’estero, si stanno facendo strada almeno due soluzioni.
Zone rosse circoscritte e tamponi a tappeto per chi arriva in Italia con l’aereo: queste le misure che potrebbero entrare in vigore anche prima dell’autunno. In attesa di capire cosa sarà deciso sulla “proroga dello stato di emergenza”.
Seconda ondata: sì zone rosse, no lockdown
Evitare il lockdown in vista della seconda ondata autunnale sembra essere una convinzione condivisa nel Governo.
Chiudere di nuovo tutte le attività economiche, produttive, commerciali e bloccare gli italiani in casa non sembra rientrare nei piani di prevenzione dell’esecutivo (salvo lo scoppio di gravi emergenze).
Quale strategia, quindi, in vista dell’autunno? Ha provato a tracciare delle linee guida Sandra Zampa, sottosegretario alla Salute. Su Il Messaggero ha espresso l’orientamento governativo:
“Non si può immaginare un altro lockdown del Paese. Fu utilizzato in una situazione eccezionale, con un tasso di crescita dei casi altissimo. La situazione non è più quella. Molto più efficace e sostenibile sarà l’opzione delle singole zone rosse per territori in difficoltà. Interventi più limitati e tempestivi”
Circoscrivere blocchi solo nei territori con alto numero di casi, quindi, e avviare le misure inerenti alle zone rosse in fretta: questa la probabile soluzione contro nuove diffusioni epidemiologiche.
Una strada, però, che avrà bisogno di un quadro legislativo chiaro, per evitare i ritardi verificatesi con Alzano e Nembro. Servirà, quindi, lo stato di emergenza per istituire zone rosse tempestive? Zampa ha dichiarato che anche altre strade sono al vaglio.
Tamponi per chi arriva in Italia: ecco come
L’ultima allerta per l’Italia riguarda i casi di importazione. I contagi nel nostro Paese sono aumentati nelle settimane di luglio soprattutto a causa dell’ingresso di stranieri non controllati nei Paesi di origine.
L’allarme è scattato innanzitutto per il Bangladesh e nell’elenco degli Stati bloccati dall’Italia si sono aggiunti Serbia, Montenegro, Kosovo.
Come evitare focolai causati da stranieri positivi? La soluzione più efficace potrebbe essere quella di tamponi a tappeto già in aeroporto, per individuare e isolare immediatamente i contagiati.
Sandra Zampa ha condiviso l’uso di questa misura, considerando che è impensabile chiudere le frontiere per lunghi periodi:
“I tamponi negli aeroporti sono utili. Ci sono anche laboratori mobili che possono farne fino a 20mila in un giorno, ormai per i test sono state affinate le tecniche. Il tasso di successo è molto alto. Per questo io penso che sia giusto eseguire i tamponi agli arrivi.”
Anche Walter Ricciardi, consulente del Ministro Speranza, si era espresso a favore, ribadendo che ci sono test rapidi innovativi nel mondo da poter provare. Come quello sperimentato in Veneto, con risultato in 7 minuti. O un tampone israeliano che analizza il fiato delle persone, con esiti velocissimi.
Probabilmente, lo strumento dei tamponi in aeroporto sarà attivato anche prima dell’autunno. Il controllo del coronavirus in Italia, infatti, è cruciale già nei mesi estivi.
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