Secondo l’OMS, con le sue 1.000 vittime al giorno, ora il coronavirus è la quinta causa di morte in Europa
La situazione pandemica in Europa “è molto preoccupante”, ha detto l’OMS. I principali Paesi del continente sono alle prese con una furiosa seconda ondata di coronavirus, e il tasso di mortalità rischia di superare presto i livelli di marzo.
I vari Governi dei principali Paesi europei sono in allarme. Ieri Macron ha imposto il coprifuoco nelle aree più popolose della Francia, mentre Johnson pensa a un mini-lockdown e Merkel impone nuove misure di controllo suigli assembramenti.
Oggi i morti in Italia sono quasi raddoppiati, passando dai 43 di ieri agli 83 di oggi. I nuovi positivi sono quasi 9.000.
COVID quinta causa di morte in Europa
Hans Kluge, direttore del dipartimento europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha parlato giovedì 15 ottobre dello status del continente in relazione all’epidemia di coronavirus, definendo la situazione preoccupante.
“La situazione epidemiologica in evoluzione in Europa desta notevoli timori: i nuovi casi giornalieri sono in crescita, i ricoveri ospedalieri sono in crescita, e COVID è adesso la quinta causa di morti” nella regione, ha detto Kluge, notando che il coronavirus fa adesso 1.000 vittime al giorno.
A preoccupare, in particolare, è la crescita del totale dei positivi, che in soli 10 giorni è passato da 6 a 7 milioni. Il record è stato registrato il 9 e il 10 dicembre, quando i nuovi positivi hanno superato i 120.000 casi quotidiani.
OMS, senza misure oggi mortalità sarebbe 4 o 5 volte più alta di aprile
Kluge ha notato comunque che la situazione non è grave come ad aprile, perché si stanno registrando il doppio o il triplo di nuovi casi rispetto ad allora, ma cinque volte meno morti. Kluge aggiunge quindi che senza misure di contenimento vecchie e nuove la mortalità sarebbe oggi 4 o 5 volte superiore rispetto a marzo-aprile.
“Gli stessi modelli mostrano che misure semplici come, ad esempio, indossare mascherine in modo sistematico (ad un tasso del 95%, contro meno del 60% che vediamo oggi) insieme allo stretto controllo degli assembramenti, sia in spazi pubblici che privati, può salvare fino a 281.000 vite entro il primo febbraio nei nostri 53 Stati membri”, ha spiegato Kluge.
“La pandemia oggi non è la pandemia di ieri - non solo in termini di trasmissione, ma rispetto al modo in cui siamo equipaggiati per affrontarla”, ha detto il medico.
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