Cos’è il Green deal, cosa prevede e perché è importante?

Violetta Silvestri

05/06/2024

Cos’è il Green Deal e cosa prevede? Il grande progetto UE per la sostenibilità ambientale rappresenta una pietra miliare della politica europea green. Perché è importante e a che punto è arrivato?

Cos’è il Green deal, cosa prevede e perché è importante?

Green New Deal: cos’è il piano europeo per la transizione sostenibile, cosa prevede e perché è considerato cruciale per il futuro dell’Ue?

Per capire la portata epocale della svolta ambientale fortemente voluta dalla Commissione UE targata Ursula von der Leyen nel 2019, basta mettere in evidenza l’obiettivo strategico del piano: trasformare il vecchio continente nel primo blocco di Paesi a impatto climatico zero entro il 2050.

Il Parlamento UE ha approvato l’ambizioso progetto di legge nel febbraio 2020. Da allora, l’Unione Europea ha adottato diverse misure ad hoc e finanziamenti mirati alla soddisfazione degli obiettivi ambientali fissati nel piano.

Per capire davvero cos’è il Green New Deal, cosa prevede e qual è il suo significato è necessario indagare su cosa è stato fatto finora e sull’impatto economico e finanziario che avrà per i sistemi produttivi dei singoli Paesi UE.

Cos’è il Green New Deal: il significato

Letteralmente, il significato di Green New Deal è quello di nuovo patto verde. D’altronde non appena si è insediata alla presidenza della Commissione Europea, Ursula von der Leyen ha subito fatto capire che la sfida ambientale sarebbe stata una priorità nell’agenda comunitaria.

Il significato del Green New Deal è proprio quello di offrire una risposta (con misure concrete) all’emergenza dei cambiamenti climatici. Per la prima volta, una legge vincolante per tutti i Paesi UE ha sancito il raggiungimento della neutralità delle emissioni inquinanti entro il 2050.

Il progetto normativo ha lo scopo di favorire una transizione equa e giusta verso un’economia sostenibile e con impatto ambientale zero in tutti i Paesi membri. Il focus sarà soprattutto sulla realizzazione di una trasformazione equilibrata, che non lasci indietro nessun cittadino e regione del blocco UE.

Gli obiettivi del progetto

Cosa significa, dunque, il Green New Deal e quali obiettivi vuole raggiungere? Nello specifico, la legge intende decarbonizzare il settore energetico, che rappresenta il 75% delle emissioni inquinanti.

La trasformazione, inoltre, riguarda tutto il sistema di produzione industriale. Innovare l’intero comparto e diventare leader mondiali nell’economia verde è l’ambizioso obiettivo della legge.

Anche la mobilità dovrà essere ripensata in termini di sostenibilità. I trasporti sono responsabili per il 25% delle emissioni inquinanti nel continente. Sarà fondamentale ripensare i mezzi di spostamento nei Paesi UE per impattare al minimo sull’ambiente.

Infine, il progetto coinvolgerà anche l’edilizia, favorendo la costruzione di nuovi edifici abitativi e la manutenzione di quelli esistenti in un’ottica di risparmio energetico.

Tutti i Paesi saranno coinvolti in questa rivoluzione verde. Il significato del Green New Deal, infatti, è iniziare un cammino comunitario verse le emissioni zero.

Naturalmente, il sostegno finanziario è stato strutturato in base alle attuali strutture economiche degli Stati. Le economie più dipendenti dal carbone e dai combustibili fossili, come il blocco dell’Est - con la Polonia in primis, molto scettica sul progetto - riceveranno maggiori finanziamenti.

Cosa prevede il piano di investimenti UE per la sostenibilità

Ora che abbiamo capito cos’è il Green New Deal e il suo significato vale la pena di concentrarsi sul cosa prevede questo progetto europeo. Per rendere davvero concreto l’obiettivo della neutralità climatica nel 2050, sarà necessario avviare un complesso e ingente piano di investimenti.

Tutti gli Stati UE, infatti, riceveranno un pacchetto di aiuti finanziari per mettere in moto con iniziative efficaci la transizione. Con la votazione parlamentare di ieri, l’Unione Europea ha proprio messo in chiaro cosa prevede il Green new Deal a livello di impegno finanziario.

Gli investimenti totali saranno di 1.000 miliardi di euro in 10 anni. Saranno attivati diversi fondi, necessari alle varie regioni europee per iniziare la riconversione economica, produttiva e del mondo del lavoro.

Il motore finanziario del progetto sarà il Meccanismo di transizione equa, che si baserà su tre canali di finanziamento principali. Innanzitutto ci sarà un fondo specifico proveniente dalle casse dell’UE, che stanzierà 7,5 miliardi.

Gli Stati potranno beneficiare di questo denaro, integrandolo con i contributi provenienti dal fondo sociale europeo Plus, dal fondo europeo di sviluppo regionale e da eventuali risorse nazionali.

Un ruolo importante nell’erogazione di investimenti lo avrà InvestEu, un programma comunitario già esistente che potrà muovere fino a 279 miliardi di euro tra fondi pubblici e privati da indirizzare esclusivamente a progetti ambientali e climatici.

Il Meccanismo di transizione equa, infine, includerà un sistema di prestito a favore del settore pubblico con il sostegno della Banca Europea per gli Investimenti, per muovere risorse tra i 25 e i 30 miliardi di euro.

L’imponente impegno finanziario e in termini di investimenti mette in evidenza cos’è il Green New Deal e quale sia il suo significato per l’intero continente. Il progetto, se riuscirà nei suoi intenti, potrà realmente dare una svolta al sistema Europa.

Distribuzione dei finanziamenti per Paese

Il fondo messo a disposizione dall’Unione Europea per il Green New Deal di 7,5 miliardi di euro verrà distribuito nei vari Paesi membri in base alle necessità economiche di ognuno per raggiungere la neutralità.

La quota erogata a ogni Stato, quindi, sarà diversa. La Polonia, per esempio, con un’ industria fortemente legata al carbone, avrà bisogno di più denaro per realizzare la transizione.

In generale, i Paesi membri riceveranno importi in base a specifici progetti di riconversione presentati e analizzati dalla Commissione.

I primi dati resi di noti da Bruxelles hanno stimato la seguente ripartizione del fondo in milioni di euro:

  • Italia: 364
  • Belgio: 68
  • Repubblica Ceca: 581
  • Danimarca: 35
  • Germania: 877
  • Estonia: 125
  • Irlanda: 30
  • Grecia: 294
  • Spagna: 307
  • Francia: 402
  • Croazia: 66
  • Cipro: 36
  • Lettonia: 68
  • Lituania: 97
  • Lussemburgo: 4
  • Ungheria: 92
  • Malta: 8
  • Olanda: 220
  • Austria: 53
  • Polonia: 2.000
  • Portogallo: 79
  • Romania: 757
  • Slovenia: 92
  • Slovacchia: 162
  • Finlandia: 165
  • Svezia: 61

Green deal 5 anni dopo, a che punto siamo?

2019-2024: con la fine della legislatura europea e della Commissione targata Von der Leyen, anche per il Green Deal è tempo di un primo bilancio. Cosa è successo in questi 5 anni nel campo della transizione energetica e della rivoluzione ambientale Ue voluta dal piano?

Innanzitutto, sono state adottate diverse leggi nel quadro del patto verde ed elargiti alcuni importanti finanziamenti. Questo un elenco dei principali:

  • 2021: l’UE ha adottato la sua prima legge europea sul clima, con l’obiettivo di ridurre le emissioni del 55% entro il 2030;
  • creazione del Just Transition Fund di 17,5 miliardi di euro totali per sostenere lo sviluppo di nuove competenze nell’economia verde;
  • 275 miliardi di euro di fondi NextGenerationEU e REPowerEU a supporto di investimenti puliti;
  • piano REPowerEU per faavirire la fornitura energia rinnovabile al posto di quella fossile
  • piano industriale Green Deal;
  • Net-Zero Industry Act per favorire lo sviluppo di tecnologie a impatto zero;
  • introduzione del meccanismo mondiale di adeguamento delle frontiere del carbonio (CBAM) per “adottare metodi di produzione più ecologici e scoraggia le aziende dal trasferirsi al di fuori dell’UE verso paesi con standard ambientali meno rigorosi”

L’elenco non è esaustivo e vuole solo prendere atto di alcuni passi importanti compiuti finora sotto l’ombrello dell’ambizioso e ampio progetto Green Deal.

Da sottolineare che il percorso di attuazione del piano è stato controverso e oggi si trova in una fase complessa e di discussione sull’opportunità politica di mantenere tali alti obiettivi. Alcuni Stati, spinti dalla necessità di difendere interessi strutturali nazionali, hanno ritardato varie decisioni.

Inoltre, la crisi economica causata dalla pandemia e poi lo shock energetico con il conflitto in Ucraina hanno ulteriormente colpito il Green Deal, facendo emergere perplessità sulla sua portata. Dalle proteste degli agricoltori alla pressione sulla priorità industriale, non ambientale, esercitata da alcune forze politiche europee, un approccio più critico si è fatto strada nei confronti delle ambizioni green. Le elezioni del Parlamento Ue potrebbero effettivamente incidere sull’originale contenuto del piano.

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