Cos’è e cosa si intende per infortunio sul lavoro, qual è la durata massima e quali sono gli obblighi e i diritti del datore e del lavoratore?
Il sistema normativo italiano tutela i lavoratori attraverso delle leggi e degli strumenti volti a garantire un aiuto alle persone che restano vittime di un infortunio sul posto di lavoro. A tal fine, ad esempio, viene garantito un indennizzo come risarcimento e copertura delle spese mediche. Ovviamente, ci sono delle regole e delle tempistiche da rispettare per ottenere il pagamento dell’indennizzo per l’infortunio sul lavoro.
Ma di cosa si tratta, qual è la durata massima dell’infortunio sul lavoro e soprattutto quali sono gli obblighi e i diritti del datore e dello stesso lavoratore? Entriamo, quindi, nei dettagli per capire come funziona l’infortunio sul lavoro, la normativa di riferimento e quali sono le differenza rispetto alla malattia.
Cos’è e cosa si intende per infortunio sul lavoro
Come spiegato sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con il termino infortunio sul lavoro:
«si intende ogni lesione originata, in occasione di lavoro, da causa violenta che determini la morte della persona o ne menomi parzialmente o totalmente la capacità lavorativa.»
Gli elementi integranti l’infortunio sul lavoro sono:
- la lesione
- la causa violenta
- l’occasione di lavoro
Il concetto di «occasione di lavoro» richiede che vi sia un nesso causale tra il lavoro e il verificarsi dei rischio cui può conseguire l’infortunio. Il rischio considerato è quello specifico, determinato dalla ragione stessa del lavoro.
In determinati casi, inoltre, si ha diritto al riconoscimento dell’infortunio in itinere. Si tratta di un particolare tipo di infortunio che non si verifica direttamente durante l’attività lavorativa, bensì avviene durante il tragitto del lavoratore per recarsi sul posto di lavoro o per tornare a casa.
Differenza tra infortunio sul lavoro e malattia
È importante non confondere l’infortunio sul lavoro con la malattia professionale dato che si tratta di due situazioni ben distinte. Mentre l’infortunio si verifica immediatamente dopo l’evento traumatico subito dal lavoratore, la malattia professionale può svilupparsi nel tempo. In particolare, quest’ultima è legata all’attività svolta e può influenzare la capacità di lavorare nel tempo.
La malattia comune, invece, è una condizione temporanea di salute, quali ad esempio l’influenza o il mal di schiena, che impedisce ad un soggetto di lavorare. La malattia comune, ricordiamo, viene gestita dall’INPS. La malattia professionale, così come l’infortunio sul lavoro, è gestita dall’INAIL.
La normativa di riferimento per l’infortunio sul lavoro
Nel nostro Paese la normativa di riferimento per l’infortunio sul lavoro è contenuta principalmente nel Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro, conosciuto come Decreto legislativo numero 81 del 2008.
Tale decreto legislativo, dal titolo “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro“, si rivela essere il principale strumento normativo nell’ambito della prevenzione degli infortuni e la tutela della salute dei lavoratori nei luoghi di lavoro.
Come funziona l’infortunio sul lavoro: procedura e regole standard
In caso di infortunio, è necessario che il lavoratore informi immediatamente il datore di lavoro dell’accaduto. Ovviamente, è fondamentale assicurarsi che il lavoratore riceva tempestivamente l’assistenza medica adeguata presso il Pronto Soccorso oppure dal medico aziendale, a seconda della gravità della situazione. Il lavoratore otterrà un certificato medico che attesta la diagnosi e la prognosi dell’infortunio. Il lavoratore deve trasmettere tutta la documentazione necessaria al datore.
Quest’ultimo deve provvedere ad effettuare apposita comunicazione all’INAIL in modo tale da avviare la procedura di denuncia e permettere al lavoratore di avere tutto il supporto necessario sia dal punto di vista legale che economico. Nel caso in cui il datore di lavoro non provveda a fare apposita denuncia all’INAIL, il lavoratore può presentarla personalmente, avendo cura di presentare una copia del certificato medico. Se si tratta di lavoratori autonomi, come artigiani o titolari di aziende agricole, a dover fare la denuncia devono essere loro stessi.
Qual è la durata massima dell’infortunio sul lavoro?
I lavoratori infortunati hanno diritto alla conservazione del posto di lavoro per un periodo massimo che è stabilito non dalla normativa bensì nel contratto collettivo nazionale del lavoro.
In genere, il limite è di 180 giorni.
Si invita comunque a consultare il CCNL di riferimento per ottenere maggiori informazioni in merito.
Obblighi e diritti del lavoratore infortunato
In caso di infortunio sul lavoro, quali sono gli obblighi e i diritti del lavoratore? Innanzitutto quest’ultimo deve segnalare tempestivamente all’azienda qualsiasi tipo di infortunio subito nell’arco dell’orario lavorativo. Tale segnalazione deve essere effettuata il prima possibile in modo tale da permettere al datore di lavoro di poter adottare le misure necessarie a garantire al lavoratore la giusta assistenza e gestire l’incidente. Il lavoratore deve cooperare sia con il datore che con le autorità competenti nel corso delle indagini e seguire tutte le procedure necessarie a garantire la sicurezza personale e dei colleghi.
Deve inoltre partecipare, ove necessario, a programmi di riabilitazione professionale e altre attività che possono agevolare il ritorno sul posto di lavoro all’insegna della sicurezza. Oltre agli obblighi il lavoratore ha anche dei diritti, come quello alla conservazione del posto di lavoro per un periodo massimo stabilito non dalla normativa bensì dalla contrattazione collettiva. Ma non solo, ha anche diritto al riconoscimento di un’indennità per infortunio sul lavoro.
Obblighi e diritti del datore di lavoro
Anche il datore di lavoro ha degli obblighi a cui adempiere, tra cui adottare tutte le misure necessarie a prevenire gli infortuni sul lavoro. Questo comprende la valutazione dei rischi, la messa in campo di misure di protezione adeguate, oltre a svolgere corsi di formazione e dare tutte le informazioni necessarie sui rischi presenti sul luogo di lavoro. Il datore di lavoro ha l’obbligo di assicurare i dipendenti contro gli infortuni sul lavoro. Questa assicurazione è gestita dall’INAIL e serve a coprire le spese mediche e altre prestazioni in caso di infortunio sul lavoro.
Il datore di lavoro deve essere tempestivamente avvisato di qualsiasi infortunio sul posto di lavoro e avviare le procedure necessarie a gestire l’accaduto, tenendo conto della normativa vigente e del fatto che debba fare apposita denuncia all’INAIL. Ma non solo, il datore di lavoro deve fornire assistenza e supporto al lavoratore infortunato in modo tale da facilitare il rientro a lavoro in massima sicurezza.
Per finire ricordiamo che il datore di lavoro ha l’obbligo di corrispondere al lavoratore infortunato la retribuzione inerente la giornata in cui ha avuto luogo l’infortunio e il pagamento del 60% della stessa per i tre giorni successivi. A partire dal quarto giorno fino al pieno recupero del lavoratore è l’Inail a pagare l’indennità per infortunio.
Visite fiscali anche per infortunio sul lavoro?
Concludiamo la nostra guida con un dubbio che molti lavoratori potrebbero avere in caso di infortunio sul lavoro e al quale INAIL ha risposto attraverso le Faq: le visite fiscali a domicilio, quindi le fasce di reperibilità, valgono anche in caso di infortunio sul lavoro o malattia professionale?
Le visite fiscali sono competenza di INPS e INAIL risponde in merito:
“L’INAIL non effettua controlli domiciliari e, quindi, non esistono fasce orarie di reperibilità che devono essere rispettate nei confronti dell’Istituto. Ai sensi dell’art. 12 L. 67/1988, le competenze in materia di accertamento, certificazione ed ogni altre prestazione medico legale sui lavoratori tecnopatici ed infortunati spettano all’INAIL secondo le modalità vigenti. In tal senso si è recentemente espressa la Presidenza del Consiglio dei Ministri in risposta ad una richiesta di chiarimenti in merito alla permanenza o meno dell’obbligo di reperibilità del personale dipendente (sia pubblico che privato) assente a seguito di infortunio sul lavoro, precisando che tale circostanza non è direttamente riscontrabile dall’INPS, rientrando piuttosto tra le competenze dell’INAIL.”
L’INAIL può tuttavia convocare il lavoratore per una visita di controllo presso i suoi ambulatori. Specifica ancora INAIL nella Faq in merito alle visite fiscali per infortunio sul lavoro:
“Tuttavia – come stabilito dalla sentenza 15773 del 9 novembre 2002 - i CCNL possono prevedere l’obbligo di reperibilità nelle fasce orarie anche per le assenze dei lavoratori dovute a infortunio o a malattia professionale. Il mancato rispetto di tale obbligo, se accertato dai medici ASL o INPS, autorizza il datore di lavoro ad applicare la sanzione disciplinare, eventualmente prevista dal CCNL, ma non comporta la perdita delle indennità INAIL da parte del lavoratore.”
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