Cosa fare quando muore un genitore

Francesca Nunziati

26 Aprile 2022 - 16:28

In uno degli eventi più dolorosi della nostra esistenza è opportuno conoscere gli adempimenti e le incombenze da rispettare per evitare conseguenze sgradite nella gestione dei rapporti del defunto.

Cosa fare quando muore un genitore

Cosa fare quando muore un genitore? Può sembrare una domanda insensibile poiché nella vita spesso si vivono vari momenti di impotenza che inducono a stati di sofferenza e disagio. E questo è uno di quelli. Quando ci si confronta con il lutto e la morte di un padre o di una madre, tutto diventa più difficile da affrontare e spesso da superare e capire. Ecco perché è importante sapere cosa ci si deve aspettare quando si viene travolti dalla morte, magari improvvisa, di un caro (nel caso di specie: un genitore) che inevitabilmente porta con sé una serie di adempimenti obbligatori di carattere fiscale, contrattuale e successorio.

Tutto ciò al fine di non incorrere in conseguenze serie, anche dal punto di vista legale. Nell’assolvere agli adempimenti, di seguito elencati, è indispensabile non far trascorrere eccessivo tempo, dato che alcune doveri hanno pronta scadenza.

In primo luogo, onde evitare che qualcuno se ne appropri indebitamente, per quanto riguarda i documenti personali del defunto, è importante che l’erede si ricordi di riconsegnare in Comune la carta d’identità, alla Questura il passaporto ed il porto d’armi, e alla Motorizzazione Civile la patente. La tessera sanitaria, invece, può essere conservata.
Ma al di là delle suddette questioni pratiche vediamo insieme i principali adempimenti più complessi e “sostanziosi” previsti dalla legge.

Comunicazione previdenziale

Come intuibile, l’evento del decesso del genitore deve essere prontamente comunicato all’istituto di previdenza sociale (Inps, Casse di previdenza, ecc.) che eroga la pensione. La comunicazione tempestiva eviterà di dover restituire prestazioni non dovute. Inoltre, questo particolare adempimento, occorrerà per valutare con l’istituto previdenziale se spetta all’erede qualche trattamento apposito, come la pensione di reversibilità, calcolato sulla base della pensione percepita dal defunto, applicando percentuali che variano a seconda del grado di parentela.

Normalmente, il diritto all’assegno di reversibilità è attribuito al coniuge superstite del pensionato defunto, ma in alcuni casi può essere esteso anche ai figli in possesso di particolari requisiti.

Oltre al coniuge, la pensione di reversibilità può essere riconosciuta:

  • ai figli minori di 18 anni di età;
  • ai figli maggiorenni e studenti o frequentatori di istituti professionali fino a 21 anni di età;
  • ai figli studenti universitari fino a 26 anni di età;
  • ai figli dichiarati inabili al lavoro, senza limiti di età.

È importante ricordare che la nozione di «figli» comprende non solo quelli nati da una coppia unita in matrimonio, ma anche i figli naturali, legalmente riconosciuti o giudizialmente dichiarati, e gli adottati o affiliati. Sono considerati figli anche i nati postumi, purché entro 300 giorni dalla data del decesso del genitore.

I principali casi in cui viene riconosciuta la pensione di reversibilità ai figli riguardano i minorenni, gli studenti e i maggiorenni inabili al lavoro. In questo caso, però, occorre anche la «vivenza a carico» del figlio al momento della morte del genitore pensionato. Questo requisito è quello che crea i maggiori problemi pratici, perché bisogna dimostrare che il genitore, fino a quando era in vita, provvedeva a mantenere il figlio inabile. Infatti se il figlio che richiede la pensione di reversibilità non riesce a provare questa circostanza, la sua domanda deve essere respinta. Questa linea è stata ribadita anche da una nuova ordinanza della Cassazione la n. 41548 del 27.12.2021

Dichiarazione di successione

Tra i principali adempimenti che occorre sbrigare dopo la morte di un genitore vi è la necessità di presentare puntualmente la dichiarazione di successione, in caso di possesso di beni immobiliari, nei termini di 12 mesi dal decesso. Si tratta di un adempimento fiscale obbligatorio (art. 28 del TU n. 346/1990) che gli eredi presentano all’Agenzia delle Entrate al fine di determinare le imposte dovute.

La presentazione va effettuata presso l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate territorialmente competente (quello relativo all’ultima residenza conosciuta del defunto). In seguito agli accertamenti, verrà corrisposta l’imposta di successione con aliquote variabili secondo il grado di parentela e alle quote ereditarie.

La dichiarazione di successione deve essere fatta a presentata, per legge, all’Agenzia delle Entrate esclusivamente da:

  • eredi (che vi sono esonerati solo nel caso in cui abbiano rinunciato all’eredità);
  • legatari e loro rappresentanti;
  • amministratori dell’eredità per conto dei beneficiari;
  • curatori dell’eredità giacente;
  • gli immessi nel possesso dei beni, in caso di assenza del defunto o di dichiarazione di morte presunta;
  • esecutori testamentari.

La dichiarazione di successione deve contenere tutti i beni del defunto e anche le sue passività:

  • immobili;
  • titoli al portatore e beni mobili;
  • contanti, preziosi e mobilia per un importo del 10% del valore dell’asse ereditario;
  • rendite, pensioni e crediti (anche quelli contestati giudizialmente alla data di apertura della successione);
  • liquidazioni di quote societarie e aziende;
  • azioni, obbligazioni, quote sociali, BOT e CCT (anche se esenti dall’imposta di successione);
  • i beni culturali sottoposti a vincolo;

Non vanno inserite invece nella denuncia di successione:

  • le indennità di fine rapporto dovute agli eredi del lavoratore defunto,
  • le indennità delle assicurazioni,
  • i veicoli iscritti al PRA.

Non c’è obbligo di presentare la denuncia di successione quando:
• non comprende beni immobili,
• ha un valore non superiore a 100 mila Euro
• ed è devoluta al coniuge o ai parenti in linea retta.

Guida operativa per la compilazione della dichiarazione di successione
Come si compila la dichiarazione di successione? Vediamola insieme con il documento fornito dall’ Agenzia delle Entrate

Nel fascicolo 1 al quadro EG dovranno essere indicati gli allegati alla denuncia di successione. Vediamo quindi quali sono i principali documenti richiesti:

  • copia del documento di identità di chi invia la dichiarazione e degli eredi;
  • albero genealogico del defunto;
  • dichiarazione sostitutiva di atto notorio relativa allo stato di famiglia del defunto, degli eredi e legatari in rapporto di parentela o affinità del defunto; certificato di morte in autocertificazione;
  • copia dei documenti che dimostrano l’esistenza di passività; copia autentica del documento che comprova i debiti o di provvedimento giurisdizionale definitivo; in mancanza attestazione redatta sul modello presente nel sito dell’Agenzia delle Entrate di “dichiarazione di sussistenza di debito” sottoscritto da chi è obbligato a presentare la dichiarazione e dai creditori;
  • dichiarazione sostitutiva di atto notorio da cui risulti il diritto alla riduzione sull’imposta di successione e la presenza dei requisiti per beneficiarne;
  • in caso di successione testamentaria: copia del testamento, e copia del verbale di pubblicazione dello stesso;
  • in caso di beneficio di inventario: copie degli inventari richiesti dalla legge;
  • per i terreni: copia del certificato di destinazione urbanistica.

Inoltre in caso di presenza di navi e aeromobili o di quote societarie, o di speciali benefici fiscali (es. trust) o ancora, di imposte pagate all’estero, occorrerà allegare la documentazione comprovante le predette situazioni

Comunicazione alle Banche e Posta

Altro elemento da considerare quando muore un genitore è se si è a conoscenza dell’esistenza di rapporti contrattuali del defunto presso banche e uffici postali. In questo caso occorrerà informare della morte del titolare dei rapporti questi ultimi, di persona o con raccomandata con ricevuta di ritorno.

Si tenga conto che immediatamente alla comunicazione della morte del titolare dei rapporti (generalmente è richiesto un certificato di morte quale documento provativo), gli stessi verranno bloccati: per poter togliere tale blocco e avviare le procedure di sistemazione dei pregressi o di liquidazione delle attività, occorrerà consegnare all’istituto di credito una copia registrata della dichiarazione di successione.

Utenze domestiche

La comunicazione della morte del genitore dovrà essere effettuata anche nei confronti di tutti gli enti fornitori di utenze domestiche (luce, acqua, gas, telefono). Può essere valutata, insieme al fornitore, la cessazione del servizio o la sua voltura.

Automobile

Trattandosi di un bene mobile registrato, anche l’automobile ricade all’interno della procedura di successione: entro 60 giorni dall’accettazione dell’eredità, pertanto, gli eredi dovranno provvedere a comunicare al Pubblico Registro Automobilistico il decesso del titolare del bene.

Il PRA rilascerà un nuovo certificato e una nuova carta di circolazione aggiornato, con il nome dell’erede o degli eredi.

Armi del defunto

Inoltre, in caso di possesso di armi bisogna presentare apposita comunicazione ai Carabinieri. Per la denuncia di armi ereditate è necessario presentare:

  • la denuncia di detenzione di armi del defunto (se era regolarmente detenuta);
  • una dichiarazione sostitutiva del certificato di morte del proprietario.

Chi eredita le armi, come succede per qualsiasi successione, può decidere se accettare o meno l’eredità. Nel caso in cui si decida di tenere le armi ereditate ma non sia in possesso del porto d’armi è necessario richiedere uno specifico nulla osta alla Questura. Si tratta di un’autorizzazione che consente a chi l’ha richiesto di acquistare o detenere gli strumenti.
Il nulla osta per le armi ereditate ha una durata di 30 giorni e consente di spostare le armi ereditate dall’abitazione del defunto alla propria. La suddetta autorizzazione non è obbligatoria se si è già in possesso del porto d’armi mentre la denuncia di detenzione va in ogni caso fatta.

Nel caso in cui si decida di non voler tenere le armi ereditate, è possibile venderle o cederle ad un altra persona che sia in possesso del porto d’armi. È possibile anche rottamarle, ovvero consegnarle all’ufficio armi della Questura: per poterlo fare è necessario consegnare la rinuncia all’eredità e la denuncia di detenzione.

Le conseguenze per chi non denuncia la presenza di un’arma in casa, può essere accusato di detenzione abusiva di armi. Infatti l’articolo 697 del Codice Penale sostiene infatti che «Chiunque detiene armi o caricatori soggetti a denuncia ai sensi dell’articolo 38 del testo unico di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e successive modificazioni, o munizioni senza averne fatto denuncia all’Autorità, quando la denuncia è richiesta, è punito con l’arresto da tre a dodici mesi o con l’ammenda fino a euro 371. Chiunque, avendo notizia che in un luogo da lui abitato si trovano armi o munizioni, omette di farne denuncia alle autorità, è punito con l’arresto fino a due mesi o con l’ammenda fino a euro 258».

Conclusioni

Stando a quanto previsto dalle attuali norme in vigore, se muore un genitore bisogna rispettare e assolvere ad almeno otto adempimenti specifici che sono:

  • organizzazione del funerale a seguito della dichiarazione del decesso da parte del medico;
  • dichiarazione di successione e relativa registrazione all’Agenzia delle Entrate;
  • comunicazione del decesso all’Inps con presentazione del certificato di morte;
  • apertura del testamento;
  • comunicazione a banca o Poste della scomparsa del familiare titolare di conti correnti o altri prodotti finanziari;
  • fare disdetta dai contratti per le forniture di luce, gas e acqua intestate al defunto;
  • passaggio di proprietà, vendita o successione per auto o altri veicoli di proprietà del defunto;
  • comunicazione del decesso alle Autorità competenti nel caso di possesso di armi da parte del genitore.

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