Cos’è il leasing e che significa questo termine a livello finanziario ed economico? Ecco tutto quello che devi sapere, tra funzionalità e vantaggi.
Sempre più spesso in Italia si sente parlare di contratto di leasing, un’operazione che consente di ottenere beni in “prestito”, dietro il pagamento di canoni. Rispetto a una normale locazione si contraddistingue perché prevede un’opzione di acquisto finale a fronte di un prezzo residuo.
Quali sono le peculiarità di questo contratto? Come funziona? Qual è il trattamento fiscale e quali agevolazioni sono previste per chi stipula tale contratto?
Ecco tutte le caratteristiche principali del leasing.
Cos’è un leasing: significato e definizione
Il leasing è un contratto con cui una parte attribuisce all’altra il godimento di un bene per un periodo determinato a fronte del pagamento di canoni periodici con opzione per l’acquisto del bene alla conclusione del contratto.
Naturalmente per ottenere la proprietà del bene è necessario versare un importo residuo.
Volendo adottare una locuzione in italiano che possa intuitivamente far capire qual è il contenuto del contratto si parlerebbe di locazione con opzione per l’acquisto finale. Attualmente il leasing è disciplinato dalla legge 124 del 2017, commi 136-140, articolo 1.
La normativa prevede la risoluzione del contratto in caso di grave inadempimento, consistente nel mancato pagamento di 6 canoni mensili o due trimestrali se trattasi di leasing immobiliare e 4 canoni mensili, o due trimestrali nelle altre tipologie di leasing (comma 137).
È importante delineare le peculiarità del leasing perché nell’ambito degli aiuti alle imprese, non sempre sono previste agevolazioni per i contratti di leasing, ad esempio, la Nuova Sabatini è applicabile anche ai contratti di leasing, ma altre misure non prevedono tale estensione e riconoscono agevolazioni solo a fronte dell’acquisto di nuovi macchinari.
Quali sono le peculiarità di questo contratto e la disciplina normativa?
Perché stipulare un contratto di leasing? Chi ha un’impresa lo sa bene: il progresso tecnologico è costante, può capitare di comprare un macchinario all’avanguardia e dopo pochi anni accorgersi che è ormai obsoleto, nel frattempo ancora si stanno pagando le rate. Il leasing non fa sorgere questo problema, proprio per tale motivo è molto utilizzato nell’ambito della locazione di macchinari elettro-medicali.
Occorre una precisazione, cosa succede se nel frattempo il macchinario si guasta? In tal caso il peso è sull’utilizzatore che dovrà restituire al termine del contratto il macchinario, o qualunque sia il bene oggetto di leasing, nelle condizioni in cui lo ha ricevuto e quindi funzionante. La manutenzione straordinaria resta quindi in capo all’utilizzatore.
La manutenzione ordinaria del bene resta a carico dell’utilizzatore. La normale obsolescenza è, invece, un rischio che ricade sul proprietario.
Dobbiamo ricordare che il leasing può prevedere diverse formule, ad esempio spesso è previsto un maxi canone iniziale che corrisponde al 20%-25% del rezzo del bene.
Dal punto di vista fiscale il bene resta nell’attivo dello stato patrimoniale del concedente, ne consegue che l’utilizzatore non potrà iscriverlo tra le immobilizzazioni, ma registra l’impegno assunto contrattualmente nei conti d’ordine: beni in leasing (dare) a società di leasing conto impegni (avere). Nel conto economico contabilizza i canoni risultanti dalle fatture passive ricevute.
Il canone del leasing è deducibile, figura quindi tra i costi, tranne il caso in cui l’imprenditore abbia aderito al regime forfettario che non prevede la deduzione analitica dei costi sostenuti per l’attività di impresa. Nel caso in cui il bene sia a uso promiscuo, ad esempio l’auto aziendale, il canone di leasing può essere dedotto solo in parte.
L’art. 102 del Tuir, al comma 7 prevede che la prima rata o “maxi-canone” non può essere dedotta interamente nel primo esercizio, ma deve essere frazionata sull’intera durata del contratto.
Il bene sarà iscritto nello stato patrimoniale dell’utilizzatore nel momento, eventuale, in cui viene esercitata l’opzione per l’acquisto. Tale bene sarà poi soggetto ad ammortamento secondo le regole ordinarie.
Leasing, a chi è rivolto?
In quali campi è conveniente stipulare un contratto di leasing? Diciamo fin da subito che sono davvero tanti, soprattutto si tratta di contratti in favore di imprese in cui l’innovazione tecnologica ha un forte impatto.
Si è detto prima che si tratta di un contratto molto usato per il settore elettro-medicale. L’esempio è presto fatto, è un campo in continua innovazione, facciamo caso l’impresa X con tanta ricerca e sperimentazione, riesce a realizzare un macchinario in grado di bloccare una patologia dell’occhio molto invasiva. Quel macchinario avrà sicuramente un costo elevato e in pochi potranno permettersi di averlo, ma si tratta pur sempre di un dispositivo molto utile che può attirare una platea vasta di pazienti.
D’altronde in poco tempo la stessa tecnologia potrebbe essere superata da una nuova, il rischio è quello di effettuare un investimento molto elevato e non riuscire a rientrare delle spese sostenute a causa del superamento della stessa tecnologia. In questo caso il leasing è un’ottima alternativa anche perché libera da eventuali costi di smaltimento.
Discorsi simili possono essere fatti in tanti altri settori, ad esempio quello della stampa 3D, oppure nei processi produttivi che possono essere velocizzati o comunque resi più efficienti con l’uso di una tecnologia innovativa.
Come funziona il leasing finanziario
La struttura base del contratto è bilaterale, ma possiamo avere situazioni ulteriori, cioè nello schema visto ci sono due soggetti, concedente e utilizzatore. Nella maggior parte dei casi però questo schema non funziona bene perché per il proprietario del bene, ad esempio il produttore del bene, il macchinario è costato per la produzione e per la ricerca e ha bisogno di liquidità.
Cosa succede in questi casi? La maggior parte delle volte si approda a un leasing finanziario. In questo caso il produttore cede il macchinario alla banca dietro il pagamento del prezzo, la banca (società finanziaria o società di leasing) lo concede in leasing all’utilizzatore.
Siamo quindi in un rapporto trilaterale che naturalmente è più complesso perché la banca riceve la proposta di finanziamento da colui che vorrebbe utilizzare il macchinario, deve naturalmente valutare la convenienza di tale operazione.
In questo caso il contratto di leasing è solo tra concedente (banca) e utilizzatore, questi pagherà i canoni di locazione alla banca, tra utilizzatore e fornitore del bene non vi sono rapporti.
I vantaggi del leasing
I vantaggi del leasing sono numerosi, in primo luogo il locatario riesce a ottenere beni strumentali essenziali per l’azienda senza dover acquistare il bene in proprietà e quindi senza perdere liquidità che può essere tranquillamente utilizzata per altre attività aziendali. In secondo luogo vi è la deducibilità delle spese sostenute per il canone di locazione. Il canone può essere dedotto ai fini Ires e Irap.
Dal punto di vista fiscale vi sono vantaggi anche per quanto riguarda l’IVA, infatti, l’Imposta sul Valore Aggiunto viene frazionata sui canoni periodici e non è immobilizzata al momento dell’acquisto del bene, generando così una maggiore liquidità.
Si aggiunge la possibilità di ottenere per i beni in leasing anche contributi previsti per le imprese che fanno innovazione, ad esempio la Nuova Sabatini.
Resta, infine, al termine del contratto di leasing la possibilità di acquistare il bene per un prezzo residuo, naturalmente la valutazione sarà fatta avendo in considerazione l’utilità del prodotto rispetto alle esigenze aziendali nel momento stesso in cui si esercita l’opzione.
I rischi del leasing
Naturalmente ogni contratto ha vantaggi e svantaggi, ma quali sono gli svantaggi o rischi del leasing? In primo luogo ricordiamo che il bene resta di proprietà, della banca nel leasing finanziario e del fornitore nel leasing bilaterale, ma i costi della manutenzione ordinaria sono a carico dell’utilizzatore.
Sono a carico dell’utilizzatore anche i costi relativi ad eventuale manutenzione straordinaria, necessaria, ad esempio, nel caso in cui ci sia un guasto.
Naturalmente chi mette a disposizione il bene con un contratto di leasing lo fa per avere un’entrata economica, questo vuol dire che generalmente l’ammontare dei canoni previsti per la durata del contratto è abbastanza alto e deve ammortizzare il costo di acquisto del bene o il valore del bene stesso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA