Dopo le europee, Macron ha deciso di sciogliere l’Assemblea nazionale e andare alle urne, ma cosa potrebbe accadere se l’estrema destra vincesse le elezioni in Francia?
La Francia andrà di nuovo alle urne.
Dopo i disastrosi risultati per Macron e il suo partito Renaissance alle europee che ha preso solo il 15,2%, il presidente francese ha deciso di sciogliere l’Assemblea nazionale. Una decisione che secondo gli analisti potrebbe aprire a un periodo di incertezza in Francia e nel processo istituzionale dell’Unione europea.
La tempestiva decisione di Macron, infatti, potrebbe favorire il partito di estrema destra Rassemblement National (Rn) di Marine Le Pen che durante le elezioni dell’9 giugno ha guadagnato ben 31,5%.
Nel caso in cui le elezioni dovessero sancire l’ascesa definitiva dell’estrema destra in Francia, l’inquilino dell’Eliseo dovrà affrontare una serie di sfide, a partire dalla sua posizione in Europa e dallo sviluppo del settore energetico, infatti, il Rassemblement National si è sempre mostrato a favore del nucleare piuttosto che all’energia eolica.
Ecco cosa potrebbe accadere se l’estrema destra vincesse le elezioni in Francia. Di seguito tutto quello che serve sapere a riguardo.
Francia, cosa accade se l’estrema destra vince le elezioni: a rischio la posizione di Macron in Ue
Nel caso in cui l’estrema destra dovesse vincere alle urne, si verrebbe a creare una situazione nota come “coabitazione”, in cui l’attuale presidente Emmanuel Macron e il primo ministro vincitore dalle elezioni (per Rn ricorre il nome di Jordan Bardella) provengono da due partiti diversi, come accade negli Stati Uniti.
Come notano gli analisti, però, la coincidenza delle elezioni legislative in Francia con l’avvio del dibattito in Ue per rinnovare la struttura del potere istituzionale, compresa la presidenza della Commissione europea e del Consiglio europeo, potrebbe indebolire la posizione del capo di stato francese. Macron potrebbe, difatti, veder ridotto il suo potere e la posizione in Europa, non potendo influenzare la nomina della presidenza della Commissione e del Consiglio europeo.
Nel 2019, infatti, Macron aveva avuto un certo ruolo di rilievo nella nomina di Ursula von der Leyen e di Christine Lagarde, riuscendo ad assegnare anche il super-portafogli del Mercato interno al commissario francese Thierry Breton. In caso di coabitazione, però, il presidente francese rischia di perdere la sua influenza nella stesura dei prossimi testi legislativi europei.
La situazione potrebbe ora cambiare, dopo che dalle elezioni del 9 giugno, sono usciti proprio i leader più rilevanti in Europa: Olaf Scholz ed Emmanuel Macron. Una situazione che potrebbe dare maggior spazio di manovra ad altri paesi come come Polonia, Italia e Spagna.
Francia, cosa accade se l’estrema destra vince le elezioni: la questione energetica
Nel caso in cui l’estrema destra dovesse vincere le elezioni a tremare sarà anche il settore dell’energia rinnovabile. Le nuove elezioni, infatti, si svolgeranno in un periodo delicato, in quanto è prevista una nuova legislazione per dare vitalità a un settore dominato dal nucleare. Infatti, il 65% della produzione energetica francese proviene dal nucleare, mentre quella proveniente dall’energia eolica e solare è al di sotto della media europee e l’attuale governo ha in programma una nuova legge - sulla quale si confronteranno il 27 giugno - per favorire l’espansione dei parchi solari ed eolici.
Con l’ascesa dell’estrema destra, questo processo potrebbe essere rallentato. Infatti, nel caso in cui il partito di Le Pen prendesse il controllo delle politiche interne, avrebbe voce in capitolo anche sulla politica energetica del Paese, abolendo - stando ai suoi intenti dichiarati - i sussidi per le energie rinnovabili, fermando l’espansione dell’energia eolica.
Reuters ha riportato le dichiarazioni di un portavoce di Velocita Energies, del gruppo di Envision Energy, multinazionale che fornisce turbine eoliche, secondo cui un parlamento dominato dal RN potrebbe “facilitare l’adozione di leggi a scapito dello sviluppo delle energie rinnovabili”. E se è improbabile che il Rn smantelli le turbine eoliche esistenti potrebbe bloccare i nuovi permessi, rendendo difficile per la Francia soddisfare la domanda energetica nei prossimi 15 anni.
Francia, perché Macron ha deciso di andare alle urne?
La decisione del presidente francese di richiamare immediatamente i suoi cittadini alle urne rientra in una strategia ben precisa. Dopo i disastrosi risultati delle europee, Macron non solo vuole mettere alla prova l’intera comunità elettorale, ma vuole richiamare l’attenzione di quei cittadini che non si sono recati ai seggi il 9 giugno, cercando di giocare sul senso di paura che evoca l’idea di un’improvvisa ascesa dell’estrema destra.
Non a caso la sua decisione di sciogliere l’Assemblea è stata preceduta da un discorso dai toni allarmistici. La speranza dell’inquilino dell’Eliseo è quindi quella di appellarsi al senso civile di molti francesi che non hanno votato, per impedire che l’estrema destra vinca le elezioni, rafforzando la sua posizione in Francia e nel resto d’Europa. Una strategia azzardata che potrebbe però ritorcerglisi contro.
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