Cosa si prescrive da gennaio 2025

Ilena D’Errico

31 Dicembre 2024 - 23:08

Anno nuovo e nuove speranze per la prescrizione di debiti e tasse. Ecco cosa si prescrive a partire dal 2025 a seconda della tipologia di credito, con tutte le regole utili su termini e decorrenza.

Cosa si prescrive da gennaio 2025

L’inizio del nuovo anno viene spesso guardato con grandi speranze di cambiamento e innovazione, anche se i più pragmatici pensano subito ai risvolti più convenienti dello scorrere del tempo. Del tutto comprensibile visto che l’intervento della prescrizione può liberare definitivamente da debiti altrimenti onerosi. Vediamo quindi quali, tra i più importanti, si prescrivono a partire da gennaio 2025.

Le regole sulla prescrizione

I termini di decorrenza della prescrizione e la sua durata cambiano a seconda del diritto in questione, ma è importante conoscere le regole generali sul suo funzionamento prima di addentrarsi in calcoli e tempistiche. Innanzitutto, la prescrizione si azzera e ricomincia a partire da ogni atto interruttivo (diffide, solleciti e richieste di pagamento notificati con raccomandata a/r o pec, atti giudiziari e ammissioni del debitore).

La prescrizione, di norma, estingue il debito. Dopo un certo periodo di tempo, il creditore non può più pretendere il pagamento del credito, anche se dimostra di averne diritto. Esiste però anche la prescrizione presuntiva, che non ha un effetto così drastico. Per la prescrizione presuntiva, i pagamenti si considerano saldati solo fino a prova contraria.

La prescrizione estintiva può essere di 10 anni (ordinaria) o di 5 anni (breve), i termini più brevi sono invece relativi a prescrizioni presuntive (fatta eccezione la prescrizione delle bollette di acqua, luce e gas).

Cosa cambia nel 2025

Per quanto non ci siano variazioni nelle regole generali sulla prescrizione, il 2025 porterà con sé alcuni novità non indifferenti per i contribuenti. Si fa riferimento innanzitutto al discarico automatico delle cartelle esattoriali affidate all’Ader dopo un periodo di tempo di 5 anni, con cancellazione automatica di quelle non esigibili. Restando in tema di cartelle esattoriali, inoltre, si attendono chiarimenti dalla giurisprudenza sulla proroga dei termini di accertamento disposta durante la pandemia.

A causa della situazione emergenziale legata al Covid19, infatti, l’Agenzia delle entrate - Riscossione ha avuto a disposizione più tempo del consueto per ultimare le procedure di accertamento. In particolare, è stata disposta una sospensione dei termini dall’8 marzo 2020 al 31 maggio 2020, con uno slittamento complessivo di 85 giorni del periodo previsto dalla legge.

Le norme, per l’appunto legate al contesto di emergenza, non dovrebbero riferirsi a tutti i termini di decadenza, ma soltanto a quelli in scadenza nel periodo indicato. Questa è almeno l’interpretazione dei tribunali che si sono pronunciati sull’argomento, mancando ad oggi una regola definitiva. La scrittura delle norme emergenziali, infatti, fa trasparire l’applicazione generale della sospensione, che quindi dovrebbe ancora riflettersi sui termini di accertamento. È assai probabile che nel 2025 arrivino delle sentenze della Corte di Cassazione per chiarire definitivamente la questione, in attesa delle quali è bene consultare un avvocato esperto in tributi in caso di dubbi.

Tasse del 2019 e debiti del 2020

A gennaio 2025 si prescrivono i debiti risalenti al gennaio 2020 che hanno una prescrizione di 5 anni, a patto che non ci siano stati atti interruttivi o che l’ultimo risalga per l’appunto a 5 anni fa. Ricadono in questa categoria, inoltre, anche alcuni debiti con prescrizione quinquennale risalenti al 2019, quando il metodo di calcolo impone di attendere il termine del quinto anno solare. Accade anche, per esempio per le tasse e le imposte dovute agli enti locali, che la prescrizione cominci a decorrere dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui era atteso il pagamento.

Di conseguenza a gennaio 2025 si prescrivono le seguenti tasse dovute nel 2019:

  • Imu;
  • Tari;
  • Icp;
  • Tosap;
  • Dpa;
  • Tassa di soggiorno;
  • Ipt;
  • Inail;
  • Inps.

Sono soggetti a prescrizione di 5 anni, inoltre:

  • bollette del telefono;
  • omessa dichiarazione dei redditi;
  • canone di locazione;
  • multe stradali;
  • spese condominiali ordinarie;
  • spese di ristrutturazione;
  • indennità di fine lavoro, tra cui il Tfr;
  • interessi bancari;
  • risarcimenti danni derivanti da fatti illeciti;
  • annualità di rendite perpetue o vitalizie (debiti con le assicurazioni);
  • utili dei soci in azienda;
  • abbonamenti (come servizi di streaming, paytv);
  • titoli di Stato emessi al portatore;
  • alimenti e assegno di mantenimento;
  • tasse e imposte dovute agli enti locali (Imu, Tari, Icp, Tosap, Dpa, tassa di soggiorno, Ipt);
  • contributi dovuti all’Inps e all’Inail;
  • cartelle esattoriali relative ai tributi che si prescrivono in 5 anni;
  • interessi sulle imposte con prescrizione quinquennale;
  • alcuni crediti derivanti dal rapporto di lavoro (stipendi, differenze retributive, tredicesima, quattordicesima, indennità sostituiva di preavviso).

Come regola generale, si prescrivono in 5 anni i pagamenti dovuti in modo periodico (su base annuale o inferiore) o derivanti da illeciti. Nel 2025, dunque, si prescriveranno tutti i crediti citati, con l’estinzione dei relativi debiti. Nel calcolo della decorrenza, si precisa che:

  • Per i crediti di lavoro la decorrenza inizia alla cessazione del rapporto di lavoro;
  • per i pagamenti periodici o dilazionati la prescrizione si calcola in modo indipendente per ogni rata o pagamento;
  • per i tributi, le imposte e le sanzioni amministrative i termini partono il 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui era atteso il pagamento.

Dunque, soltanto per le imposte, i contributi e le sanzioni si ha la certezza che andranno in prescrizione il 1° gennaio 2025 tutte quelli dovuti nell’anno 2019. Per gli altri debiti, la decorrenza comincia nel giorno in cui era attesto il pagamento, da cui calcolare 5 anni. Di conseguenza tutti i crediti con prescrizione quinquennale risalenti al 2020 si prescrivono nel 2025.

Tasse del 2014

Il metodo di calcolo precedentemente illustrato, con prescrizione decorrente a partire dal 1° gennaio dell’anno successivo rispetto a quello in cui era dovuto il pagamento, si applica anche alle tasse con prescrizione decennale, ossia:

  • Irpef;
  • Irap;
  • Ires;
  • Iva;
  • imposte di bollo;
  • imposta ipotecaria;
  • imposta catastale;
  • canone Rai;
  • contributi Ccia.

Bollette e debiti del 2023

Le bollette della luce emesse a partire dal 1° gennaio 2018 si prescrivono in due anni, mentre quelle precedenti in cinque. Di conseguenza, si prescrivono a gennaio 2025 tutte le bollette della corrente emesse a gennaio 2023. Lo stesso vale per le bollette del gas, la cui prescrizione è biennale a partire dal 1° gennaio 2019. Idem anche per le bollette dell’acqua soggette a prescrizione biennale dal 1° gennaio 2020. La prescrizione decorre dall’ultimo giorno in cui era possibile pagare e non dal primo utile. Anche le spese condominiali dovute dall’inquilino insieme al canone d’affitto nel 2023 si prescrivono nel 2025.

Il bollo auto del 2021

Il bollo auto si prescrive in soli 3 anni, tuttavia con decorrenza dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui era dovuto il pagamento. Per questo motivo il 1° gennaio 2025 si prescrive il bollo auto dovuto nel 2021.

Debiti del 2022

Ci sono diversi debiti con prescrizione triennale e normale decorrenza, tra cui il compenso dei professionisti (notaio e insegnante fra gli altri) e le prestazioni di lavoro per periodi superiori a 1 mese. Si prescrivono nel 2025 questi debiti relativi al 2022.

Cartelle esattoriali

Per le cartelle esattoriali i termini di prescrizione coincidono con quelli previsti per il debito cui si riferiscono e sono dunque di 10, 5 o anche 3 anni nel caso del bollo auto. Diversamente da quanto visto per le tasse, tuttavia, la decorrenza comincia il giorno dopo rispetto alla notifica della cartella. Per questa ragione nel 2025 si prescrivono le cartelle esattoriali ricevute nel 2015, nel 2020 e nel 2022, con attenzione alla data.

Debiti del 2020

Tutti gli altri debiti con prescrizione quinquennale risalenti al 2020 si prescrivono a partire da gennaio 2025, facendo in questo caso attenzione alla data specifica. Per esempio, si prescrivono in 5 anni:

  • bollette telefoniche;
  • multe stradali;
  • canoni di locazione;
  • spese condominiali (ma soltanto quelle ordinarie);
  • spese di ristrutturazione;
  • alcuni crediti da lavoro e indennità di fine lavoro, come il Tfr;
  • interessi bancari, compresi quelli del mutuo;
  • risarcimenti danni per fatti illeciti;
  • debiti con le assicurazioni;
  • abbonamenti (per esempio alle pay tv);
  • titoli di Stato emessi al portatore;
  • alimenti e assegno di mantenimento;
  • contributi Inps e Inail.

In linea generale (con alcune eccezioni) si prescrivono in 5 anni tutti i debiti il cui pagamento era atteso su base periodica, con frequenza annuale o più ravvicinata.

Debiti del 2015

A partire dal gennaio 2025 si potrà contare sulla prescrizione dei debiti del 2015, nello specifico di quelli per i quali è prevista la prescrizione ordinaria di 10 anni. Si tratta della regola generale, che comprende tra gli altri:

  • ticket sanitari;
  • finanziamenti, prestiti e mutui;
  • fatture;
  • spese condominiali straordinarie;
  • sentenze di pagamento e decreti ingiuntivi.

Debiti del 2024

Nel 2025 si prescrivono anche i debiti del 2024 relativi a crediti con prescrizione di 6 mesi (hotel, B&B, alberghi e così via) o di 1 anno:

  • Compenso degli insegnanti per le lezioni impartite a giorni, mesi od ore;
  • compenso dei prestatori di lavoro per periodi inferiori al mese;
  • pensione e istruzione a convitti e case di educazione;
  • compenso degli ufficiali giudiziari;
  • prezzo dei medicinali;
  • pagamento dei commercianti per beni acquistati al dettaglio senza fini commerciali.

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