Crescono i nuovi contagi e i ricoveri, la nuova ondata Covid è alle porte: a novembre si potrebbe arrivare a 90mila casi. Ecco cosa sta succedendo.
L’allarme per una nuova ondata di contagi Covid, probabilmente guidata dalla nuova variante discendente da Omicron nota come BQ.1.1 o anche Cerberus.
Negli ultimi giorni si è registrato un aumento dei casi di circa il 50% rispetto alla scorsa settimana. I contagi sono passati da 36mila a 54mila e sono tornati a crescere anche i ricoveri. Al momento i dati epidemiologici non destano preoccupazione, la pressione negli ospedali per il numero di ricoveri è ancora limitata, ma la curva ha ripreso a salire verso l’alto.
Secondo i dati del monitoraggio Covid coordinato dal ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità, l’indice Rt sale sopra la soglia epidemica a 1,18. In risalita anche le occupazioni delle terapie intensive 1,8% e i ricoveri 8,2%.
L’allarme degli esperti: «Nuova ondata ci troverà impreparati»
Gli esperti hanno già lanciato l’allarme. C’è chi ha spiegato che entro novembre torneremo a 90mila casi al giorno, chi ritorna sulla necessità di mascherine al chiuso e chi spiega che la nuova ondata «purtroppo troverà in larga parte gli italiani impreparati perché molti soprattutto anziani non si sono vaccinati con la quarta dose e quindi di fatto non sono protetti contro la malattia grave».
Walter Ricciardi, docente di Igiene all’Università Cattolica di Roma, ospite di Rai Radio 1 chiarisce che «sarebbe opportuno che tutti la facessero, però per i soggetti fragili per età o patologia è veramente una questione di sopravvivenza». Secondo l’esperto tornerà ad aumentare anche la mortalità dal momento che «meno del 30% degli ultra 80enni è vaccinato con la quarta dose».
Per quanto riguarda le varianti, poi, spiega che: «Domina ancora Omicron ma ci sono delle sottovarianti e una ha il vantaggio del 10%, significa che ha un po’ più di contagiosità». Ci si aspetta anche un impatto sugli ospedali, sicuramente non come in passato ma «un impatto forte sicuramente l’avrà. È un’onda non uno tsunami», conclude.
Allerta per occupazione nei reparti in 4 regioni
Sono quattro le regioni in cui l’occupazione dei reparti di area medica da parte di pazienti Covid supera la soglia di allerta fissata al 15%: Provincia autonoma di Bolzano (24,6%), Umbria (21,6%), Friuli-Venezia Giulia (16,9%), Valle d’Aosta (16,4%) rispetto a una media nazione all’8,2%. Per l’occupazione delle terapie intensive (dato nazionale 1,8%), invece, nessuna Regione o Provincia autonoma supera la soglia di allerta fissata al 10%. Come evidenzia la tabella sugli indicatori decisionali allegata al monitoraggio settimanale Iss-Ministero della Salute.
I dati Covid della settimana
In dettaglio rispetto alla settimana precedente i dati registrati sono:
- Decessi: 281 (-8,5%), di cui 6 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: +27 (+21,1%)
- Ricoverati con sintomi: +1.161 (+31,8%)
- Isolamento domiciliare: +46.234 (+10,5%)
- Nuovi casi: 244.353 (+51,9%)
- Casi attualmente positivi: +47.422 (+10,7%)
Torneranno le mascherine al chiuso?
Tra le ipotesi il ritorno dell’obbligo delle mascherine al chiuso. D’altra parte la curva dei contagi torna a salire e c’è chi pensa tra gli esperti che la scelta del governo di abbandonare l’uso dei dispositivi di protezione negli spazi chiusi sia un azzardo. Il tema rimane sul tavolo anche se al momento al ministero della Salute si nega la possibilità di una circolare che introduca nuovamente l’obbligo eliminato il 1° ottobre.
© RIPRODUZIONE RISERVATA