Cresce la tensione Usa-Cina dopo la presunta Violazione di Sovranità da parte Americana

Lorenzo Bagnato

29/11/2022

Oggi un incrociatore americano ha attraversato il Mar Cinese Meridionale, minando l’influenza cinese nella regione. Ecco cosa è successo.

Cresce la tensione Usa-Cina dopo la presunta Violazione di Sovranità da parte Americana

Le tensioni tra i due Paesi più potenti del mondo si sono nuovamente intensificate martedì mattina. Una nave statunitense ha attraversato il Mar Cinese Meridionale, una mossa che Pechino ha considerato una violazione della sovranità.

I leader dei due Stati, Joe Biden e Xi Jinping, si sono incontrati prima del vertice del G20 a Bali, in Indonesia. Lì hanno parlato il solito linguaggio diplomatico di cooperazione tra i due Paesi, anche se nessuno dei due sembrava disposto a trovare un compromesso per allentare le tensioni.

Sia la Cina che gli Stati Uniti hanno, invece, aumentato le tensioni nell’area negli ultimi anni. La Cina, soprattutto dopo l’ascesa al potere di Xi, ha aumentato le dimensioni del suo esercito e rivendicato vaste aree del Mar Cinese Meridionale.

Ciò che la Cina rivendica come parte della propria zona economica marittima si sovrappone a quella del Vietnam, della Malesia, del Brunei e delle Filippine. Senza contare, ovviamente, che le rivendicazioni cinesi includono l’isola di Taiwan come se facesse parte del territorio di Pechino.

Per valutare ulteriormente il proprio dominio nell’area, la Cina ha costruito diverse basi militari su isole artificiali in tutta la regione. La maggiore concentrazione sono le cosiddette Isole Spratlys, anch’esse costruite violando la sovranità dei Paesi della regione.

E ancora, questo per non parlare delle numerose violazioni dello spazio aereo e navale di Taiwan. Nell’ultimo decennio, la Cina ha perseguito un atteggiamento sempre più minaccioso nei confronti dell’isola, suscitando timori di una possibile invasione.

Il ruolo degli Stati Uniti

Gli Stati Uniti, da parte loro, hanno cercato di stabilire il loro dominio anche in quella regione. Non violando con la forza la sovranità di altri Paesi, piuttosto stringendo alleanze con le potenze minori dell’area.

Sin dalla Seconda Guerra Mondiale e dalla sconfitta statunitense del Giappone, Washington ha avuto una forte presenza nel Pacifico. Tale presenza è sia fisica (su isole piccole e non reclamate come Guam e le Marshall) che diplomatica. Molte volte hanno sostenuto Taiwan, dicendo che li avrebbero difesi in caso di aggressione.

La loro presenza costante ha molte volte ha fatto arrabbiare la Cina, che si considera il signore supremo del Pacifico. Martedì, l’incrociatore americano USS Chanchellorsville ha navigato attraverso le Isole Spratlys, provocando rabbia a Pechino.

La mossa faceva parte della Freedom of Navigation Operation, un programma statunitense la cui missione è navigare liberamente nelle acque internazionali. Naturalmente, è anche un modo per minare la politica estera aggressiva della Cina nella regione.

Questo non è il primo di tali sforzi da parte degli Stati Uniti quest’anno. Pochi mesi fa, l’ex presidente della Camera Nancy Pelosi è volata a Taiwan, una mossa senza precedenti da parte degli Stati Uniti che hanno sempre preferito la neutralità rispetto alla questione.

Le parole condivise tra Biden e Xi non sembrano essere sufficienti per allentare le tensioni. Al contrario, rischiano di essere dimenticate presto se le cose continuano ad andare male in questo modo.

Articolo pubblicato su Money.it edizione internazionale il 2022-11-29 13:26:15. Titolo originale: US-China Tensions rise after alleged American Violation of Sovereignty

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