Crisi Bielorussia: vento di guerra in Europa? Putin si prepara

Violetta Silvestri

17/08/2020

In Bielorussia è sempre più alta la tensione contro Lukashenko, che non intende cedere il potere. Putin lo ha appoggiato, senza escludere l’uso della forza e anche la NATO ha dato indicazioni. Soffia il vento di guerra in Europa?

Crisi Bielorussia: vento di guerra in Europa? Putin si prepara

Crisi sempre più grave in Bielorussia, che rischia un’escalation di minacce e violenza.

Alexander Lukashenko ha respinto le richieste di dimissioni in seguito alla sua contestata rielezione, avvertendo che l’ex repubblica sovietica “perirebbe come Stato” se fosse costretta a ripetere il voto.

Non cede il potere, quindi, il presidente bielorusso, ormai appoggiato soltanto dalla Russia di Putin. Nemmeno la storica manifestazione di piazza di domenica 16 agosto, nella quale circa 200.000 persone hanno gridato la loro rabbia contro il leader autoritario, ha convinto il presidente a mollare.

L’Europa ha mostrato la sua ostilità contro la violenza repressiva di Lukashenko e i brogli elettorali, annunciando delle sanzioni.

Intanto, Putin ha promesso sostegno con tutti i mezzi per evitare il peggio in Bielorussia e lasciare il presidente al suo posto. Anche la NATO è intervenuta: c’è il rischio guerra in Europa?

Lukashenko accusa i Paesi vicini e la NATO

Nel tentativo di sminuire quanto sta accadendo nel Paese, ormai in protesta da una settimana, il presidente Lukashenko ha organizzato una sua manifestazione.

Nella giornata di domenica 16 agosto, infatti, ha radunato i fedelissimi sostenitori dinanzi al Palazzo del Governo di Minsk.

L’occasione è stata importante per ribadire il suo pugno duro. E, soprattutto, per lanciare minacce agli Stati vicini, all’Europa, alla NATO:

“La leadership della NATO ci chiede di tenere nuove elezioni. Se seguiamo il loro esempio, moriremo come Stato. Il Paese non deve diventare la latrina dell’Europa.”

Lukashenko ha anche accusato le potenze occidentali di radunare unità militari lungo i confini del Paese, puntando il dito soprattutto contro Lettonia, Polonia e Lituania e alimentando paure: “Carri armati e aerei sono a 15 minuti dai nostri confini”.

Il timore del presidente è che il caos che in questo momento sta attraversando la Bielorussia possa trasformarsi in terreno facile all’espansionismo, specialmente polacco.

Lukashenko, infatti, ha richiamato tutti alla resistenza, riecheggiando addirittura la battaglia in Bielorussia durante l’invasione nazista: “Diventeremo tutti la fortezza di Brest. Non rinunceremo al Paese”.

Un linguaggio “guerrafondaio” che, probabilmente, in questo momento fa comodo al leader bielorusso per spostare all’esterno problemi - e gravi - tutti interni.

La Bielorussia una minaccia per l’Europa?

Putin è stato il primo a complimentarsi per la vittoria elettorale bielorussa e ha fatto sapere che sosterrà l’alleato Lukashenko anche con la forza militare, se mai ce ne fosse bisogno.

Parole non rincuoranti in un’area del mondo sempre in tensione e in bilico tra Europa e influenza russa.

È intervenuta anche la NATO, sottolineando che c’è un monitoraggio costante, ma nessun raduno di truppe ai confini della Bielorussia:

“La presenza multinazionale della NATO nella parte orientale dell’Alleanza non è una minaccia per nessun Paese. È rigorosamente difensivo, proporzionato e progettato per prevenire i conflitti e preservare la pace”

Un messaggio distensivo e allo stesso tempo di avvertimento: in base agli sviluppi dei prossimi giorni l’organizzazione sarà pronta a difendere la pace.

Intanto, l’Europa si è schierata nettamente contro Lukashenko e le evidenti violazioni dei diritti dei manifestanti. Un vertice UE sul tema è previsto in settimana per prendere una posizione unanime.

Non c’è guerra, ma tensione in Europa. Almeno per ora.

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