Crisi del gas, le scorte per l’inverno potrebbero non bastare: ecco in quali casi e cosa succederà con il price cap Ue

Stefano Rizzuti

06/10/2022

L’ad di Eni, Claudio Descalzi, ritiene che l’Italia abbia scorte di gas sufficienti per l’inverno. Ci sono però delle incognite: ecco quali sono e le novità sul price cap europeo.

Crisi del gas, le scorte per l’inverno potrebbero non bastare: ecco in quali casi e cosa succederà con il price cap Ue

L’Italia passerà un inverno tranquillo: le riserve di gas saranno sufficienti per i prossimi mesi. Ad assicurarlo è l’ad di Eni, Claudio Descalzi, in occasione di un webinar del Messaggero. Ma per Descalzi le buone notizie nel quadro della crisi energetica e del gas non sono solo queste.

L’ad di Eni, infatti, spiega che l’idea del price cap sembra sia passata in Ue, applicando un tetto al prezzo di tutto ciò che arriva tramite gasdotto. Diverso il discorso per il gas naturale liquefatto (il Gnl), su cui si sta lavorando per un ’contract for difference’, ovvero per pagare la cifra necessaria per portarlo mentre la differenza viene “socializzata a livello di un fondo europeo”.

Le parole di Descalzi, sia sul fronte dei razionamenti per l’inverno che su quello dei prezzi, sembrano celare un certo ottimismo. Anche se il rischio è che si tratti più di una mossa comunicativa che non di un vero e proprio modo per scongiurare la crisi energetica. Non solo, perché anche Descalzi riconosce che ci sono delle incognite e che in alcuni casi le scorte potrebbero non essere sufficienti. Entriamo nel dettaglio

Descalzi (Eni): gas sufficiente per l’inverno

La previsione di Descalzi per l’inverno è quindi positiva. L’ad di Eni sottolinea che il gas russo è stato sostituito e che attualmente gli stoccaggi sono quasi del tutto pieni. Inoltre i flussi in arrivo dalla Russia - parliamo di 10-15 milioni di metri cubi al giorno - sono costanti.

Per questi motivi, secondo Descalzi, siamo di fronte a una situazione può darci “tranquillità per l’inverno”. Ovviamente questo non vuol dire che ci sono garanzie assolute, perché manca la stabilità che finora veniva assicurata dal gas russo. Le incognite sono tante, come sottolinea ancora l’ad di Eni: possono verificarsi problemi tecnici da parte dei paesi fornitori o potrebbe registrarsi un freddo maggiore rispetto a quello degli ultimi anni. In ogni caso i consumi di gas sono già stati ridotti e per questo, a suo giudizio, “non dobbiamo essere pessimisti, ma realisti”.

Il price cap al gas e il Gnl

Descalzi ritiene che l’idea avanzata dal governo Draghi per il price cap al gas era corretta e ora “sembra che sia passata”, anche se c’è voluto del tempo. In particolare, spiega, “su tutto quello che viene da gasdotto mettiamo un cap”. Diverso il discorso per il Gnl, “che deve essere invece attratto: non si mette un cap, ma si lavora per un ’contract for difference’. Si paga la cifra necessaria per portare l’Lng e la differenza viene socializzata a livello di un fondo europeo”.

Per l’ad di Eni il tetto al prezzo del gas può essere realizzato solamente a livello europeoe non da un singolo paese. A suo giudizio, però, la proposta italiana doveva essere attuata subito. D’altronde il tema è stato posto già ad aprile e l’Ue avrebbe dovuto agire prima, potendo contare su un sistema “chiuso e connesso” attraverso cui imporre il price cap. Applicare subito il tetto “ci avrebbe evitato - prosegue Descalzi - mesi di speculazione e di paura che hanno creato prezzi che ora si sono abbassati, ma che hanno fatto soffrire l’Italia e l’Europa”.

Eni punta sui rigassificatori

Per Eni la mancanza dei flussi russi, che garantivano stabilità e flessibilità, deve essere sopperita in altro modo e, nello specifico, attraverso i rigassificatori: “È assolutamente necessario. I rigassificatori sono un punto essenziale per il prossimo inverno ma anche per dare tranquillità nel momento in cui serve il gas. Abbiamo anche la possibilità di aumentare i nostri stoccaggi e avere un polmone molto più importante”.

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