Dal 1° gennaio 2025 questa tassa per i proprietari di casa potrebbe aumentare

Patrizia Del Pidio

11 Settembre 2024 - 14:02

Dal 2025 cambia il sistema di determinazione dell’Imu, l’imposta potrebbe aumentare? Vediamo cosa accade ai proprietari di immobili dal prossimo anno.

Dal 1° gennaio 2025 questa tassa per i proprietari di casa potrebbe aumentare

Dal 1° gennaio 2025 i proprietari di case potrebbero trovarsi a pagare più tasse: la determinazione dell’Imu, infatti, cambia e in alcuni casi potrebbe portare l’imposta ad aumentare (rispetto a oggi).

L’adozione della nuova determinazione della tassa sulla casa, prevista per il 2025, è una sfida che coinvolgerà tutti i Comuni italiani. Le aliquote Imu, infatti, saranno determinate in base a un nuovo sistema in base a delle fattispecie che dovranno essere individuate dalle singole amministrazioni (ma sempre attingendo da quelle predeterminate da un decreto del Mef).

La semplificazione è a vantaggio dei Comuni che potranno stabilire quanto i proprietari di casa dovranno versare di Imu.

Nuova Imu 2025, si pagherà di più?

La novità è stata introdotta da Giovanni Spalletta, direttore generale del Ministero dell’Economia. Spalletta sta conducendo una indagine per comprendere la sicurezza delle banche dati dell’Anagrafe tributaria vada a tutelare la sicurezza dei dati dei contribuenti.

Per quel che riguarda l’Imu la strada che si sta percorrendo è quella che permette di giungere a un adempimento guidato dell’imposta grazie a una applicazione informatica.

La determinazione e il versamento saranno possibili grazie a tutti gli elementi che l’amministrazione tributaria e le altre amministrazioni già conoscono a cui si possono aggiungere anche altri elementi di informazione.

Il Comune, in ogni caso, potrà esercitare il suo diritto a regolamentare l’Imu entro un preciso perimetro (nel rispetto, in ogni caso, del rispetto dei principi costituzionali) e allo stesso tempo i contribuenti avranno a disposizione un supporto per il pagamento dell’imposta.

Imu oggi e domani

Al momento l’Imu, in base a quello che prevede la legge nazionale, prevede delle aliquote standard per ogni fattispecie di immobile che il Comune può aumentare o diminuire entro determinati margini (stabiliti dalla stessa legge che fissa le aliquote standard). Ogni Comune, ogni anno, poi fissa le proprie aliquote con la pubblicazione delle delibere del Consiglio Comunale.

Dal 2025, invece, i Comuni potranno scegliere tra 200 diverse voci per adattare la tassazione degli immobili alle specifiche esigenze locali (sempre entro i limiti stabiliti a livello nazionale). A stabilire le categorie di immobili tra cui l’ente locale potrà scegliere sarà una decreto del Mef: in questo modo si vuole rendere il quadro normativo maggiormente uniforme e, al tempo stesso, limitare le decisione dei Comuni.

L’applicativo, a disposizione in via sperimentale da diverso tempo, entrerà in vigore per la determinazione delle aliquote solo a partire dal 2025.

Quali sono le fattispecie Imu?

Il decreto 7 luglio 2023, che introdusse la novità, individuava le seguenti fattispecie:

  • abitazione principale di categoria catastale A/1, A/8 e A/9;
  • fabbricati rurali ad uso strumentale;
  • fabbricati appartenenti al gruppo catastale D;
  • terreni agricoli;
  • aree fabbricabili;
  • altri fabbricati (fabbricati diversi dall’abitazione principale e dai fabbricati appartenenti al gruppo catastale D).

In base alla propria autonomia, poi, il Comune ha la facoltà di introdurre altre differenziazioni per ciascuna delle fattispecie (in base alle condizioni elencate nell’Allegato A dello stesso decreto).

La determinazione delle aliquote da parte dei Comuni ha valore solo per l’anno di riferimento a patto che il prospetto sia pubblicato entro il 28 ottobre dello stesso anno sul sito del Mef.

Il rischio di aumento dell’Imu e concreto?

Il timore che l’introduzione di questa novità genera è che i Comuni nella loro, seppur ridotta, autonomia, possano voler far cassa sulle spalle dei proprietari immobiliari. Si tratta, a nostro avviso, di un timore che non ha fondamento, visto che anche oggi gli enti locali che volevano calcare la mano con la riscossione dell’Imu potevano farlo entro determinati margini.

Non è escluso che in alcune realtà l’Imu potrebbe aumentare rispetto a oggi, o che l’aumento, invece, che generalizzato possa coinvolgere solo qualcuna delle fattispecie immobiliari.

Va considerato che anche con il nuovo sistema di determinazione l’autonomia decisionale dei Comuni è arginata da disposizioni a carattere nazionale e, quindi, non può accadere in nessun caso che si applichi un’aliquota più alta di quello che a livello nazionale è consentito.

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