Cina e Usa protagoniste indiscusse dei mercati anche oggi. Dati economici, previsioni e mosse politiche nelle 2 potenze mondiali continuano a influenzare le Borse globali. Cosa succede?
I mercati stanno per archiviare la settimana all’insegna dell’incertezza. I segnali di preoccupazione provengono soprattutto da Cina e Usa, alle prese con il rilancio economico la prima e la fine dei tassi da record nella seconda.
Le azioni asiatiche hanno oscillato e perso terreno, mentre l’ottimismo sulle misure di salvataggio della Cina si è affievolito e gli investitori hanno analizzato i risultati deboli di Intel.
I trader intanto attendono un dato chiave sull’inflazione statunitense nel corso della giornata per valutare le prospettive sui tassi Fed. Ieri, i risultati macro hanno evidenziato ancora resilienza economica nella potenza mondiale. Nella notte a Wall Street, tutti e tre gli indici principali hanno guadagnato, con l’indice S&P500 in rialzo dello 0,53% per raggiungere il massimo record di 4.894,16, mettendo a segno una serie di vittorie consecutive di sei giorni.
In questo contesto, il focus dei mercati oggi è sull’andamento delle 2 potenze, che rendono le prospettive finanziarie poco chiare nel breve-medio periodo.
Cina ancora in bilico
Venerdì i mercati dell’Asia-Pacifico hanno registrato cali diffusi, con gli indici in rosso tranne lo Shnaghai cinese che ha chiuso il lieve rialzo. Le azioni di veicoli elettrici nella regione sono scese per il secondo giorno: le azioni di Xpeng quotate a Hong Konge Li Auto sono crollate di circa il 4% ciascuno, mentre BYD ha perso il 4,7%. L’ indice Hang Seng più ampio è diminuito dell′1,6%, mentre l’indice Hang Seng Tech, che ospita la maggior parte dei veicoli elettrici, ha perso il 3,5%.
Il tonfo fa seguito alle vicende di Tesla. Giovedì le azioni del colosso di Musk hanno subito un tonfo del 12% negli scambi statunitensi dopo che il gigante dei veicoli elettrici ha deluso le aspettative sugli utili e ha avvertito di un rallentamento nel 2024, innescando così una svendita delle società asiatiche di veicoli elettrici.
In generale, la Cina resta sotto i riflettori. L’ondata di sostegno politico da parte di Pechino ha ripristinato in parte la fragile fiducia degli investitori e limitato la svendita azionaria delle ultime settimane. Nel tentativo di sostenere la sua fragile ripresa economica, mercoledì la banca centrale cinese ha annunciato un profondo taglio alle riserve bancarie, con una mossa che inietterà circa 140 miliardi di dollari di liquidità nel sistema bancario.
Resilienza Usa?
L’attenzione degli investitori oggi è sulla pubblicazione dell’indice dei prezzi della spesa per consumi personali (PCE) Usa, con le aspettative per il cosiddetto indice dei prezzi PCE core - la misura dell’inflazione preferita dalla Federal Reserve - in aumento del 3% su base annua.
I dati di giovedì, intanto, hanno mostrato che l’economia statunitense è cresciuta più velocemente del previsto nel quarto trimestre in un contesto di forte spesa al consumo, ignorando le previsioni di una recessione nella più grande economia del mondo.
L’S&P 500 ha chiuso vicino a 4.900 e i rendimenti dei decennali statunitensi sono scesi. I contratti swap hanno continuato a scontare pienamente il taglio dei tassi di interesse della Fed a maggio, aumentando al contempo le scommesse sui tagli totali quest’anno a circa 140 punti base.
Con il mercato azionario statunitense ai livelli record, la domanda che si pongono molti investitori in questo momento è quanta potenza di fuoco sia rimasta nell’impennata azionaria iniziata lo scorso anno.
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