Due studenti vengono denunciati per aver utilizzato l’intelligenza artificiale, i giudici danno ragione agli insegnanti

Ilena D’Errico

26 Novembre 2024 - 22:39

Intelligenza artificiale, dai banchi di scuola al tribunale. Cosa sta succedendo nel mondo.

Due studenti vengono denunciati per aver utilizzato l’intelligenza artificiale, i giudici danno ragione agli insegnanti

L’intelligenza artificiale, sempre più innovativa e accessibile, sta davvero spopolando. Tanti apprezzano questo strumento, capace di semplificare e velocizzare numerosi compiti, anche relativi all’apprendimento. Gli studenti, però, dovrebbero fare molta attenzione a non affidarsi eccessivamente all’AI. Per acquisire alcune competenze sarebbe infatti deleteria, senza contare che potrebbe essere esplicitamente vietata dagli insegnanti.

Se permessa può comunque risultare uno strumento utile, ma non può sostituire il personale impegno dello studente, che nel percorso scolastico deve essere parte attiva per formarsi. Il modo con cui viene utilizzata l’intelligenza artificiale è quindi particolarmente importante e dovrebbe essere trasparente e in buona fede. In altre parole, copiare il compito realizzato da chat GPT e presentarlo come proprio non si può fare.

È dannoso sotto tutti i punti di vista e può costare conseguenze molto gravi. Diversi studenti nel mondo se ne stanno accorgendo a proprie spese, compromettendo il proprio futuro scolastico e professionale. Secondo quanto riportato dai media locali, almeno due studenti americani sarebbero perfino stati denunciati in seguito all’utilizzo dell’intelligenza artificiale per scopi illeciti, mentre molti altri sono finiti in tribunale per aver contraffatto i compiti. Le notizie di questo tipo stanno facendo scalpore in tutto il mondo, visto che la maggior parte degli insegnanti è alle prese con mezzi sempre più all’avanguardia. Cerchiamo di fare chiarezza.

Studenti denunciati per l’uso dell’intelligenza artificiale

Come anticipato, l’uso dell’intelligenza artificiale tra i banchi di scuola sta creando problemi in gran parte del mondo. I tribunali svizzeri, statunitensi, ma anche quelli italiani, stanno così affrontando sempre più spesso l’argomento. Trattandosi di un tema relativamente nuovo, però, non sempre al pubblico le informazioni arrivano in modo chiaro. Per quanto riguarda le denunce vere e proprie, legate al possibile reato commesso dagli studenti, l’uso dell’intelligenza artificiale è legato a fini espressamente vietati nell’ordinamento penale.

Tanto per citare un esempio, la pornografia virtuale e la sua relativa diffusione, condotta per cui anche alcuni insegnanti sono stati denunciati. L’uso dell’intelligenza artificiale per i compiti e le verifiche non è invece un reato, fatta eccezione per gli esami di Stato da cui si conseguisce un titolo. Di conseguenza è un reato copiare all’esame di maturità, la tesi di laurea e così via.

Ciò non significa che nelle altre ipotesi gli studenti siano esenti da conseguenze. A seconda del regolamento scolastico e dalle circostanze, le sanzioni possono essere molto severe e avere ripercussioni gravi sulla carriera dello studente. Concorsi annullati, alunni sospesi per tempi lunghissimi, sanzioni disciplinari… In questi mesi le scuole stanno facendo i conti nel peggiore dei modi con le nuove frontiere della tecnologia, impartendo agli alunni in malafede punizioni severe.

Tra i casi che hanno fatto più scalpore c’è senza dubbio quello di due studenti del Massachusetts, le cui famiglie hanno paradossalmente complicato la situazione. Gli allievi hanno utilizzato l’intelligenza artificiale per realizzare completamente alcuni elaborati, senza rielaborarli o verificare i dati, né citando l’uso dell’AI. In seguito alle verifiche scolastiche è seguita la sospensione, che i genitori hanno fronteggiato citando in giudizio gli insegnanti.

A detta delle famiglie, infatti, il regolamento ammette l’uso della tecnologia per l’esecuzione dei suddetti compiti e la sospensione sarebbe una vera e propria ingiustizia commessa dai professori, accusati di bullismo e violenza. Il tribunale ha dato ragione agli insegnanti, non rilevando alcuna condotta anomala e anzi accogliendo pienamente la spiegazione della scuola in merito alla punizione.

Nel dettaglio, gli insegnanti hanno rilevato che per integrità etica gli studenti avrebbero dovuto limitarsi a utilizzare i mezzi tecnologici - AI compresa - come strumento per semplificare il proprio lavoro, ad esempio reperendo fonti e informazioni, ma senza spacciare il contenuto completamente realizzato con l’AI come proprio. Il testo elaborato dall’intelligenza artificiale poteva quindi essere utilizzato come spunto o se necessario citato all’interno del compito, segnalando la fonte.

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