Massima attenzione agli utili del 2024 e a boom cedole con progressiva creazione di valore: più di 1 miliardo di dividendi. La frase su OPS Mediobanca.
MPS-Monte dei Paschi di Siena, la banca senese guidata dal CEO Luigi Lovaglio, ha annunciato di aver concluso il 2024 con un utile netto pari a 1,951 miliardi, in calo rispetto ai 2,052 miliardi del 2023, ma meglio delle attese elaborate da S&P Global, che aveva messo in conto un calo a quota 1,84 miliardi di euro.
L’utile operativo netto, pari a 1.748 milioni, è salito invece rispetto ai 1.511 milioni dello scorso anno, confermandosi anch’esso migliore delle attese, che erano di un ammontare pari a i 1.690 milioni.
Boom dividendi, con dividend yield 14%, tra i più elevati del settore bancario. Occhio al titolo
Boom per i dividendi di Monte dei Paschi di Siena, superiori a oltre 1 miliardo di euro, per la precisione pari a 0,86 euro per azione, con un pay-out ratio sull’utile ante imposte al 75%, corrispondente a un dividend yield del 14%, tra i più elevati nel settore.
Il dividendo che MPS aveva erogato nel 2023, che era stato il primo che aveva potuto distribuire agli azionisti dopo uno stop imposto per 13 anni, era ammontato a 0,25 euro.
Massima attenzione al trend del titolo: le azioni MPS scattano di oltre il 2%, a quota 6,45 euro.
Nell’ultima settimana, la performance del titolo Monte dei Paschi di Siena è stata di un guadagno del 3,44%.
Male tuttavia il trend nell’ultimo mese (-7,2%) e dall’inizio dell’anno (-5,4%). Le azioni rimangono in rally di oltre +80% su base annua.
Nel commentare l’OPS lanciata su Mediobanca, MPS ha sottolineato di essere “pronta per realizzare un processo di sviluppo industriale attraverso un’innovativa business combination con Mediobanca per la nascita di un nuovo campione nazionale, a beneficio di tutti gli stakeholder”.
MPS: i numeri sui ricavi e sull’NII, voce legata a trend tassi BCE
Al 31 dicembre 2024 il Gruppo MPS ha realizzato ricavi complessivi per 4,034 miliardi di euro, in aumento del 6,2% su base annua, grazie - ha spiegato la banca - alla crescita del margine di intermediazione primario,
salita sia grazie alla componente del margine di interesse (+2,8%) che per l’aumento delle commissioni nette (+10,8%); in crescita anche gli altri ricavi della gestione finanziaria (+21,6%), impattati positivamente dalla significativa crescita del risultato di negoziazione.
Soltanto nel quarto trimestre del 2024, il margine di intermediazione primario ha segnato una crescita (+1,0%) grazie alle commissioni nette (+4,9%) e alla resiliente dinamica del margine di interesse (-1,3%), tuttavia in calo in quanto influenzata dallo scenario dei tassi.
I ricavi del quarto trimestre si sono confermati leggermente inferiori rispetto al precedente trimestre (-1%) a causa dei minori altri ricavi della gestione finanziaria e altri proventi e oneri di gestione.
In tutto l’arco dell’anno scorso, il margine di interesse è risultato pari a 2.356 mln di euro, in aumento rispetto al 2023 (+2,8%, pari a +63,7 mln di euro).
Focus proprio sul trend dell’NII, che non beneficia più, e non solo nel caso di MPS, di quell’assist rappresentato dai rialzi dei tassi di interesse dell’area euro degli anni 2022-2023 che la BCE di Christine Lagarde aveva lanciato per combattere l’inflazione galoppante in Eurozona.
Quelle continue strette monetarie avevano sostenuto in modo significativo la redditività delle banche, avendo effetti positivi sui rispettivi margini netti di interesse.
MPS ha inoltre reso noto che le commissioni nette al 31 dicembre 2024, pari a 1.465 mln di euro, hanno riportato una significativa crescita rispetto a quelle consuntivate nell’anno precedente (+10,8%), sulla scia dell’ “ ottima performance dell’attività di gestione/intermediazione e consulenza (+19,0%, pari a +113,7 mln di euro) e alla positiva dinamica dell’attività bancaria commerciale (+4,1%, pari a +29,7 mln di euro)”.
Per quanto riguarda i coefficienti patrimoniali, al 31 dicembre 2024 il CET1 capital ratio fully loaded di MPS,
si è attestato al 18,2%, includendo l’utile di esercizio e deducendo dal capitale i dividendi maturati nei primi dodici mesi assumendo per l’appunto un pay out ratio del 75% dell’utile ante imposte; il total capital ratio fully loaded è risultato pari al 20,5%.
Il giorno degli utili di MPS-Monte dei Paschi di Siena è dunque finalmente arrivato. Dopo i conti annunciati da Intesa SanPaolo il Monte è la seconda banca italiana, tra le Big 5 di Piazza Affari, a rivelare a Piazza Affari il trend degli utili relativi al quarto trimestre e all’intero anno 2024.
Ma l’attenzione degli investitori e degli strategist non si concentra solo sui numeri e sulla reazione del titolo.
Dopo l’annuncio shock del 24 gennaio 2025, che ha preso in contropiede tutti, il CEO del Monte Luigi Lovaglio dovrà rispondere nella imminente call con gli analisti anche di quella OPS lanciata per conquistare Mediobanca: OPS che ha trasformato improvvisamente la banca senese da preda ambita - così come l’aveva definita già dall’inizio del 2023 il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, (ma nei fatti perennemente in cerca di uno sposo pronto ad accollarsela) - in una banca predatrice pronta a prendersi addirittura Piazzetta Cuccia, forte del nuovo azionariato.
MPS e quella frase di Anima Holding
A seguito del terzo atto di privatizzazione lanciato in data 13 novembre 2024, il Monte di oggi, oltre che nelle mani dello Stato, è anche in quelle di Francesco Gaetano Galtagirone e Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio che sono entrati nel suo capitale cogliendo l’occasione della ulteriore vendita di azioni da parte del MEF in quella data, per poi rafforzare ulteriormente la loro presenza.
Tra i soci, compaiono anche Banco BPM e Anima Holding, con quest’ultima che ieri ha presentato, con la comunicazione del proprio bilancio, ricche plusvalenze legate proprio alla sua partecipazione in MPS.
Occhio proprio alle dichiarazioni del CEO di Anima Alessandro Melzi d’Eril che, commentando i conti del gioiello del risparmio gestito, ha detto che la partecipazione detenuta nel Monte, pari al 4% circa, è strategica: “La nostra partecipazione in Banca Mps è strategica. È un investimento strategico. Per noi Banca MPS è un partner molto importante. Siamo felici di avere una partecipazione nell’istituto ”.
L’amministratore delegato di Anima ha sottolineato che la partecipazione in MPS è in bilancio per “circa 340 milioni con un capital gain di circa 80 milioni”.
Alessandro Melzi d’Eril ha commentato anche l’OPA che Banco BPM ha lanciato su Anima Holding, chiarendo che il via libera delle autorità è stimato entro il prossimo 26 febbraio, anche se è possibile l’estensione di un mese.
Piazza Affari chiede chiarimenti a Lovaglio su OPS shock di MPS su Mediobanca
Oltre agli utili riportati nel 2024, gli analisti e Piazza Affari chiedono alla banca senese guidata dal CEO Luigi Lovaglio di dare ulteriori spiegazioni sull’OPS shock lanciata su Mediobanca, che ha sollevato subito diverse perplessità riguardo alla sua ratio, a fronte della benedizione arrivata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Benedizione che ha rafforzato la tesi che circola da un po’ a Milano, ma anche a Roma e negli ambienti vicini al Tesoro: quella secondo la quale il trio MEF, Caltagirone-Delfin vedrebbe nell’assalto a Piazzetta Cuccia la via migliore per conquistare Generali Assicurazioni, il colosso triestino ’colpevole’ di aver stretto un patto con i francesi di Natixis e, così facendo, di aver messo a rischio, secondo la logica dei patrioti della finanza, i risparmi degli italiani e i BTP.
In poche parole, il risiko shock MPS-Mediobanca sarebbe un risiko pro-BTP e pro-Italia, in ode al sovranismo finanziario, pensato dal Tesoro con l’aiuto dei due player della finanza made in Italy Caltagirone e Delfin, entrambi presenti nel capitale del Monte, di Mediobanca e del vero obiettivo, Generali; ed entrambi che, in passato, sono entrati più volte in rotta di collisione con i vertici di Mediobanca e di Generali.
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Guidata dal CEO Alberto Nagel, la preda Mediobanca non ha impiegato molto per dire no all’OPS del Monte, definendo l’offerta ostile e “distruttiva di valore”.
Dal canto suo, Monte dei Paschi di Siena ha risposto prontamente a quel no di Piazzetta Cuccia, citando proprio il presunto premio di cui Mediobanca beneficerebbe in quanto prima azionista di Generali.
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