E non è neanche l’inflazione. Qual è il nuovo incubo che assilla la presidente della BCE Christine Lagarde?
Non c’è pace per Christine Lagarde, presidente della BCE, paladina della stabilità dei prezzi dell’Eurozona, ossessionata dalla missione di riportare il tasso di inflazione dell’area al target del 2%.
La storia di questi ultimi tre anni della politica monetaria decisa dalla Banca centrale europea, a partire dai rialzi incessanti dei tassi di interesse lanciati nel biennio 2022-2023 fino ai quattro tagli del 2024 - questi ultimi considerati da molti economisti fin troppo timidi - è stata tutta forgiata dalla medesima paura che, in modi e tempi diversi, non ha mai smesso di assediare l’ex direttrice del Fondo Monetario Internazionale: la paura di tornare a macchiarsi di quell’errore che ha leso forse irrimedialmente la sua reputazione, come anche quella del collega e timoniere della Federal Reserve Jerome Powell. Ovvero, la paura di tornare anche solo a dire che un eventuale balzo dell’inflazione possa avere una natura “in gran parte transitoria”.
Ma ora c’è un altro grande incubo che assilla Lagarde, ancora più grande della semplice inflazione. E no, non si tratta dell’imminente ascesa alla Casa Bianca del presidente eletto Donald Trump, vicino a prestare giuramento e a guidare gli Stati Uniti almeno per i prossimi quattro anni. [...]
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