Lagarde frena su ulteriori tagli ai tassi da parte della Bce. Perché regna l’incertezza sulle prossime mosse della banca centrale e cosa aspettarsi adesso?
La Bce sembra navigare nell’incertezza mentre si prepara alla riunione di luglio che, con molta probabilità, non muoverà i tassi di interesse dall’attuale 4,25%.
L’allentamento monetario tanto atteso e iniziato a giugno è già finito? Stando alle ultime dichiarazioni sembrerebbe di sì, almeno per i prossimi incontri. Lagarde non ha perso l’occasione per esternare prudenza e dubbi sul percorso dell’inflazione, lanciando così un messaggio cauto e poco chiaro su quanto il costo del denaro diminuirà ancora nel corso del 2024.
In sostanza, secondo la governatrice la Banca centrale europea ha bisogno di più tempo per concludere che l’inflazione è saldamente sulla strada del 2% e gli sviluppi economici positivi indicano che i tagli dei tassi non sono urgenti.
Le aspettative per ulteriori tagli ai tassi sono quindi destinate a cambiare. La Bce appare in crisi e incerta sulle prossime decisioni di politica monetaria.
Bce in crisi sui tagli ai tassi, parola di Lagarde
La Bce ha abbassato i tassi per la prima volta a giugno, dopo la sua più aggressiva serie di aumenti del costo del denaro mai registrata, ma si è astenuta dall’impegnarsi in ulteriori mosse, sostenendo che le prospettive erano troppo incerte per annunciare un secondo taglio.
E proprio di incertezza è tornata a parlare Lagarde:
“Stiamo ancora affrontando diverse incertezze riguardo all’inflazione futura, specialmente in termini di come evolverà il nesso tra profitti, salari e produttività e se l’economia sarà colpita da nuovi shock dal lato dell’offerta. Ci vorrà del tempo per raccogliere dati sufficienti per essere certi che i rischi di un’inflazione superiore al target siano passati.”
Con queste parole la governatrice ha gelato chi scommetteva su un allentamento monetario ormai avviato e continuativo.
La Bce sta cercando di percorrere una strada piena di insidie, conciliando l’incertezza dell’inflazione e la crescita debole. I dubbi sulla traiettoria dei prezzi giustificano la cautela nel tagliare i tassi, mentre la persistente fragilità economica rafforza la necessità di un allentamento. Il dilemma è servito per i membri del Consiglio direttivo.
Con il mercato del lavoro della zona euro robusto, la Bce ha tempo per valutare le informazioni in arrivo, ha detto Lagarde lunedì a Sintra, in Portogallo, dove ha aperto il forum annuale delle banche centrali. Le sue parole si sono aggiunte a quelle dell’economista capo Philip Lane, secondo il quale la lettura dell’inflazione di giugno non sarà sufficiente per valutare appieno la traiettoria dei prezzi dei servizi attentamente monitorati.
Ad aggravare il sentiment di incertezza, sono state le esternazioni sul fatto che ancora non si può dare per scontato che l’Unione eviterà una recessione, nonostante un modesto aumento della crescita nell’ultimo trimestre.
“Un ’atterraggio morbido’ non è ancora garantito. Dobbiamo anche essere consapevoli del fatto che le prospettive di crescita restano incerte”, ha spiegato Lagarde.
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Cosa si aspettano i mercati sulle mosse Bce?
In questo contesto, i mercati stanno scommettendo su uno o due tagli in più quest’anno, uno scenario che il finlandese Olli Rehn ha descritto come “ragionevole” sebbene anche lui abbia affermato che i funzionari non possono impegnarsi a seguire un percorso specifico.
Gli investitori scommettono che le preoccupazioni sull’inflazione supereranno i timori di recessione e che la Bce sarà molto lenta nel tagliare i tassi, aanche in considerazione del divario con la Fed.
Ora prevedono solo quattro tagli da qui alla fine del 2025. Ciò è dovuto principalmente al fatto che le prospettive di inflazione restano poco chiare. Si prevede che la crescita dei prezzi si aggirerà sul 2,5% per il resto dell’anno, prima di tornare al target del 2% della BCE entro la fine del 2025.
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