L’economia globale sotto la lente dei fatti di questa settimana: come sta finendo il 2022? Tra banche centrali allarmate sull’inflazione, una Cina debole e mercati emergenti in crisi, cosa accadrà?
La settimana appena conclusa è stata cruciale per l’economia globale: il 2022 volge al termine, con quali allarmanti eventi?
Innanzitutto, tre delle banche centrali più influenti del mondo hanno rallentato il ritmo degli aumenti dei tassi di interesse questa settimana, riconoscendo un seppure lieve raffreddamento delle pressioni sui prezzi, ma sottolineando il lavoro per eliminare l’inflazione è tutt’altro che finito.
Inoltre, i segnali dalla Cina sono stati incerti, con una economia ancora debole e previsioni sul Covid non rassicuranti. Anche le economie emergenti vacillano.
Il 2022 sta portando l’economia mondiale nel baratro? Alcuni segnali.
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Banche centrali protagoniste per l’economia globale
La Federal Reserve, la Banca centrale europea e la Banca d’Inghilterra hanno alzato i tassi di 50 punti base questa settimana, dopo aumenti di 75 punti base.
Anche funzionari in Messico, Svizzera, Taiwan, Filippine, Norvegia, Danimarca e Colombia hanno aumentato gli oneri finanziari, mentre la Russia è rimasta in attesa.
In Europa, Christine Lagarde ha detto agli investitori di prepararsi per una campagna di lunga durata di rialzi dei tassi per reprimere la peggiore inflazione nella storia dell’euro. Le previsioni per l’inflazione sono state aumentate per il 2023 e 2024. È ancora vista al di sopra dell’obiettivo del 2% nel 2025.
Il Regno Unito ha avuto un momento di tregua dalle cupe prospettive economiche di ottobre, quando le imprese hanno recuperato la produzione persa dopo la morte della regina Elisabetta II. Tuttavia l’economia resta alle prese con una storica crisi del costo della vita e forse è già in una lunga recessione.
Inoltre, il debito mondiale come quota del Prodotto interno lordo sta diminuendo dal massimo di 70 anni del 2021, ma i politici devono ancora affrontare sfide perché l’indebitamento rimane al di sopra dei livelli pre-Covid-19, ha affermato il Fondo monetario internazionale. Il debito totale è sceso al 247% del Pil globale lo scorso anno. Sono 10 punti percentuali in meno rispetto al 2020, ma comunque la seconda lettura più alta della storia.
La Cina è l’incognita di fine anno
L’attività economica cinese si è indebolita a novembre prima che il governo abbandonasse bruscamente la sua politica Covid Zero, con un’ondata di infezioni nei prossimi mesi che potrebbe causare ulteriori turbolenze e spingere i politici ad aumentare gli stimoli economici.
I dati chiave rilasciati giovedì hanno mostrato che l’attività delle imprese e dei consumatori è crollata ai livelli più deboli dal blocco di Shanghai in primavera.
Brutte sorprese dai mercati emergenti
L’economia brasiliana si è inaspettatamente contratta secondo il principale indicatore di attività della banca centrale, aggiungendo segnali di un rallentamento della domanda in seguito a un ciclo di aggressivi aumenti dei tassi di interesse.
Le proteste in Perù potrebbero mettere a repentaglio le forniture globali di frutta poiché il più grande esportatore mondiale di mirtilli deve affrontare disordini politici mentre la stagione di crescita è in pieno svolgimento. Le forniture di frutta del Perù sono particolarmente rilevanti per gli Stati Uniti, dove la siccità e le tempeste hanno decimato i raccolti di prodotti nazionali, facendo salire i prezzi.
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