Le elezioni in Francia possono mandare in crisi l’economia italiana (e i primi segnali sono pessimi)

Alessandro Cipolla

1 Luglio 2024 - 12:54

Gli esperti sono sicuri: se Marine Le Pen dovesse vincere le elezioni in Francia, si scatenerebbe il panico nei Mercati con effetti a cascata devastanti per la fragile economia dell’Italia.

Le elezioni in Francia possono mandare in crisi l’economia italiana (e i primi segnali sono pessimi)

Tutti gli occhi sono puntati sulla Francia, con i risultati del primo turno delle elezioni legislative che hanno visto finire in testa il Rassemblement National di Marine Le Pen, ma tutto si deciderà domenica prossima quando andranno in scena i ballottaggi in 501 collegi su 577.

Per evitare che la destra in Francia possa conquistare la maggioranza in Parlamento e dare vita a un governo guidato dal giovane Jordan Bardella - il delfino di Marine Le Pen -, il presidente Emmanuel Macron ha invocato un “blocco repubblicano” ai ballottaggi che subito si sta materializzando.

Sia Nupes - coalizione che comprende il Partito Socialista, La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon, i Verdi e il Partito Comunista - sia Ensemble il partito di Emmanuel Macron, hanno deciso di presentarsi solo con un candidato ai ballottaggi il tutto per diminuire le chance di vittoria per il Rassemblement National.

Una sorta di mossa della disperazione che però potrebbe sortire l’effetto desiderato: al momento la destra ho conquistato 38 seggi e la strada per arrivare alla maggioranza di 289 deputati è ancora lunga.

L’esito di queste elezioni anticipate in Francia avranno un grande impatto a livello politico non solo Oltralpe, ma anche in tutta Europa. Diversi analisti però sono preoccupati per le possibili turbolenze dei Mercati che potrebbero riguardare Parigi e, a mo’ effetto domino, anche l’Italia.

Timori che sono emersi in un articolo di Reuters pubblicato pochi giorni prima del voto, con Otmar Issing - primo economista capo della Bce e uno degli architetti dell’Euro - che ha paragonato il debito di Italia e Francia a “una spada di Damocle che pende sull’unione monetaria” destinata a cadere se non si affronta il problema.

Perché la Francia può mettere in crisi l’economia italiana

Il ragionamento degli analisti di Reuters parte da un presupposto: in caso di vittoria del Rassemblement National alle elezioni legislative, in Francia si potrebbe scatenare un caos politico e sociale: le prime avvisaglie sono state le manifestazioni contro la destra che ci sono state nelle principali città quando sono iniziati ad arrivare i risultati del voto.

Emmanuel Macron alla vigilia delle elezioni ha parlato del rischio di una guerra civile in Francia, con il presidente che in caso di vittoria della destra dovrà coabitare con un primo ministro come Jordan Bardella diverso dal suo partito e dalla sua linea politica.

Parigi da anni ha dei seri problemi per quanto riguarda i conti pubblici, ma finora ha sempre avuto un trattamento di riguardo a Bruxelles “perché è la Francia” come spiegato nel 2016 da Jean-Claude Juncker, ex presidente della Commissione europea che così motivò la decisione da parte di Palazzo Berlaymont di concedere un margine di manovra al grande membro fondatore dell’Unione europea sulle regole di bilancio del blocco.

Questa benevolenza però potrebbe terminare in caso di governo di destra Oltralpe, con la Francia che rischierebbe di essere travolta dalle turbolenze dei Mercati senza contare i rischi sociali anche se il riferimento di Macron a una guerra civile appare essere azzardato.

Una eventuale crisi economica in Francia però andrebbe inevitabilmente a contagiare anche l’Italia, in virtù del fatto che noi abbiamo un debito pubblico ben maggiore rispetto a quello dei nostri cugini transalpini.

Naturalmente la Commissione e la Bce avrebbero gli strumenti per poter arginare un’eventuale crisi economica in Francia - e di riflesso anche in Italia -, ma potrebbero non muovere un dito se Marine Le Pen una volta al potere dovesse decidere di non ammorbidire le sue posizioni.

Un funzionario dell’Ue ha citato Roma come modello per Parigi - scrive Reuters -, dopo che il primo ministro Giorgia Meloni ha attenuato la sua retorica anti-Ue una volta eletta nel 2022. Questo, insieme al suo sostegno alla posizione dell’Ue sui conflitti in Ucraina e a Gaza, ha aiutato l’Italia a mantenere la Commissione e i mercati finanziari dalla sua parte, nonostante i ripetuti aumenti delle previsioni di deficit”.

In sostanza Giorgia Meloni da quando è a Palazzo Chigi ha abiurato - nei fatti - la sua linea euroscettica allineandosi totalmente anche per quanto riguarda la politica estera. Se Jordan Bardella - ovvero Marine Le Pen - non dovesse fare altrettanto in caso di nomina a primo ministro, allora Bruxelles e Francoforte potrebbero smettere di avere un trattamento di favore verso la Francia: se Parigi dovesse finire in crisi, per noi le conseguenze potrebbero essere ben peggiori.

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