La revisione delle stime economiche globali dell’Ocse non lascia scampo: Europa in recessione, Germania in gravi difficoltà, Usa in peggioramento. E le banche centrali saranno ancoro aggressive.
La crescita economica globale sta rallentando più di quanto previsto alcuni mesi fa, sulla scia dell’invasione russa dell’Ucraina, poiché le crisi energetiche e inflazionistiche rischiano di sfociare in recessioni nelle principali economie: questo l’aggiornamento delle previsioni Ocse, reso noto lunedì 26 settembre.
Mentre per quest’anno a livello mondiale si stima ancora una ripresa del 3,0%, ora si prevede che essa rallenti al 2,2% nel 2023, al ribasso rispetto a una previsione di giugno del 2,8%. Ci si aspetta che la produzione globale per il prossimo anno sarà inferiore di 2.800 miliardi di dollari rispetto a quanto valutato prima che la Russia attaccasse l’Ucraina, una perdita di reddito mondiale equivalente, in termini di dimensioni, all’economia francese.
Il forum politico con sede a Parigi è stato particolarmente pessimista sulle prospettive in Europa, l’economia più direttamente esposta alle ricadute della guerra in corso. La Germania, considerando anche i dati sulla fiducia e le aspettative di oggi, resta una potenza in bilico. Anche gli Usa verso il declassamento. ù
L’Europa guiderà il declino globale?
“L’economia globale ha perso slancio sulla scia della guerra di aggressione non provocata, ingiustificabile e illegale della Russia contro l’Ucraina. La crescita del Pil si è bloccata in molte economie e gli indicatori economici indicano un rallentamento prolungato”, ha affermato il segretario generale dell’OCSE Mathias Cormann in una nota.
L’organizzazione prevede che la crescita economica della zona euro rallenterà dal 3,1% di quest’anno a solo lo 0,3% nel 2023, il che implica che il blocco delle 19 nazioni a moneta unica trascorrerà almeno parte dell’anno in una recessione, definita come due trimestri consecutivi di contrazione.
Ciò ha segnato un drammatico declassamento rispetto alle ultime prospettive economiche di giugno, quando l’economia della zona euro era vista crescere dell’1,6% l’anno prossimo.
L’Ocse ha sottolineato il rischio che i tagli della Russia alle forniture di energia all’Europa, già in atto, possano rivelarsi molto più dirompenti di quanto previsto. Lo stoccaggio del gas dell’Unione, anche ai suoi attuali livelli di circa l’80-90% della capacità, potrebbe essere insufficiente per far funzionare il blocco durante l’inverno. Una stagione particolarmente fredda, inoltre, potrebbe peggiorare notevolmente la carenza di approvvigionamento, portando a prezzi globali sostanzialmente più alti, così come all’incapacità di garantire forniture non russe nella misura prevista.
A meno che l’Ue non riesca a procurarsi forniture alternative e a ridurre la domanda di gas in modo ordinato, la carenza potrebbe “far salire i prezzi globali dell’energia, colpire la fiducia e le condizioni finanziarie e richiedere un razionamento temporaneo dell’uso del gas da parte delle imprese”, ha affermato l’Ocse.
Questa combinazione di shock taglierebbe la crescita delle economie europee di oltre 1,25 punti percentuali nel 2023, rispetto alla previsione centrale dell’Ocse, e aumenterebbe l’inflazione di oltre 1,5 punti percentuali, spingendo molti Paesi in una recessione per l’intero anno.
Germania maglia nera in Europa
L’Ocse è stata particolarmente cupa riguardo all’economia tedesca dipendente dal gas russo, prevedendo che si contrarrà dello 0,7% l’anno prossimo, tagliando una stima di giugno per una crescita dell’1,7%.
Il peggioramento delle stime è arrivato in un giorno non facile. La fiducia delle imprese tedesche è scesa per il quarto mese consecutivo al minimo di 28 mesi. L’indice di fiducia delle imprese dell’Istituto Ifo, basato su un’indagine su 9.000 aziende ogni mese, è sceso a 84,3 punti, in calo da 88,6 del mese scorso. Gli economisti intervistati da Reuters avevano previsto un ribasso minore a 87,1.
“Le aziende hanno valutato la loro attività attuale come chiaramente peggiore”, ha affermato Clemens Fuest, presidente di Ifo. “Il pessimismo sui prossimi mesi è decisamente cresciuto; nel commercio al dettaglio, le aspettative sono scese a un minimo storico. L’economia tedesca sta scivolando in recessione”.
Il sentiment è peggiorato tra le aziende di tutti i settori.
Usa in bilico
I declassamenti più bruschi dell’Ocse riguardano le rinnovate prospettive per l’economia Usa, che ora è vista crescere dell’1,5% quest’anno - un punto percentuale in meno di quanto si pensasse a giugno - e dello 0,5% nel 2023.
Sebbene molto meno dipendenti dall’energia importata rispetto all’Europa, gli Stati Uniti sono stati visti scivolare in una flessione, mentre la Federal Reserve aumenta i tassi di interesse per tenere sotto controllo l’inflazione.
La questione del costo del finanziamento per limitare la corsa dei prezzi sarà cruciale. Nonostante il rapido deterioramento delle prospettive per le principali economie, l’Ocse ha affermato che sono necessari ulteriori aumenti dei tassi per combattere l’inflazione, prevedendo che i tassi ufficiali della maggior parte delle principali banche centrali supereranno il 4% l’anno prossimo.
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