Forex sulle resistenze oramai da settimane, è giunta l’ora di un ritracciamento a favore del dollaro?
Le ultime settimane sono state turbolente per quanto riguarda i movimenti del Forex, soprattutto dal punto di vista dei dati macro. L’attesa di molti dati importanti sull’inflazione e sui tassi di interesse non ha portato a fortissimi movimenti del mercato, anzi: si è vista una certa volatilità rimasta, però, all’interno dei range di resistenza di lungo periodo sui principali cambi.
EurUsd e GbpUsd rimangono ancora sui test dei massimi da circa 2 mesi, confermando la situazione di staticità proprio a ridosso e, come nel caso di EurUsd, al di sopra di queste zone di resistenza. Manca l’ultima settimana prima di Natale e poi ne mancherà un’altra per chiudere l’anno di trading, e per il momento non abbiamo alcun segnale di un ritracciamento delle majors contro il dollaro. Che sia il momento di vedere un ritracciamento anche in assenza di dati macro importantissimi?
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La situazione attuale sul Forex
A differenza del mercato azionario, molto più reattivo rispetto al mercato dei cambi, sul Forex si vede una situazione di staticità apparente, soprattutto sulle più importanti majors contro il dollaro.
In questo caso si è visto un mercato azionario ritracciare di circa il 5/7% dopo i dati sull’inflazione e dopo le dichiarazioni dei banchieri centrali che hanno comunque confermato i rialzi dei tassi, preventivati, che hanno confermato le “voci” sull’economia reale, ossia il potersi attendere con una certa probabilità uno scenario di recessione dovuto proprio a questa lotta contro l’inflazione a colpi di tassi di interesse e diminuzione di liquidità. Ovviamente il mercato azionario ha ceduto proprio sulle resistenze e ha compiuto un movimento che era relativamente prevedibile visto che si attendeva un possibile ritracciamento proprio a ridosso di resistenze importanti.
Il Forex, però, sembra procedere con molta lentezza verso il movimento a sfavore di dollaro. Attenzione: questa dinamica potrebbe portare a ribassi sul valutario, visto che la situazione, anche se ora non si hanno dati macro rilevanti in uscita per i prossimi giorni, è tecnicamente precaria. L’unico dato importante per questa settimana riguarda il Pil Usa, forse l’unico vero market mover per questa settimana.
In questo momento abbiamo un EurUsd ben al di sopra di area 1,0360-1,0530, gravitiamo attorno ad area 1,06 mentre la sterlina si trova ampiamente oltre area 1,20 ed è andata a testare proprio nei giorni scorsi area 1,24. Il forte ritracciamento della sterlina potrebbe essere un segnale di possibile rafforzamento del dollaro contro le majors per le prossime giornate. Su UsdJpy si vede ancora una situazione di staticità sui minimi, rafforzando quindi l’ipotesi di efficacia della politica messa in atto dalla Boj a fine settembre quando è intervenuta direttamente sul mercato comprando Yen ben due volte in area 146 e 152, frenando un’imponente salita del dollaro che durava oramai da mesi.
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Cosa attendersi nelle prossime giornate?
Sul Forex, l’unico cambio che ha dato segni di volere un rafforzamento momentaneo del dollaro è proprio la sterlina, la valuta che ha fatto il movimento più forte dai minimi toccati negli scorsi mesi. Come possiamo vedere dal grafico, abbiamo una dinamica settimanale di inversione con due candele consecutive negative, formatesi proprio nelle ultime settimane, che potrebbero spingere la sterlina verso nuovi minimi settimanali verso area 1,20 e 1,1950 all’interno dei test di lungo periodo.
Per quanto riguarda l’EurUsd, non si vedono segnali palesi se non la creazione di una zona di resistenza di breve periodo a ridosso di area 1,0590 e 1,0560, per il momento superata dai prezzi attuali e il cui rientro potrebbe dare vita a un movimento ribassista importante. Per EurUsd sarebbe l’ideale ritornare al di sotto di 1,05, verso area 1,0450.
In questo contesto si vede solamente una sterlina che sembra voler scendere, anche se con la quasi totale assenza di dati market mover potrebbe essere difficile vedere movimenti degni di nota.
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