Gas, nuove fiammate sul prezzo e forniture dalla Russia azzerate: scatta il lockdown delle aziende?

Giacomo Andreoli

01/12/2022

Il gas torna a salire al Ttf di Amsterdam, con una fiammata a 160 euro al megawattora, per poi riabbassarsi. Intanto uno studio segnala che abbiamo perso l’80% delle forniture di metano dalla Russia.

Gas, nuove fiammate sul prezzo e forniture dalla Russia azzerate: scatta il lockdown delle aziende?

Il gas continua a far paura. Con l’abbassamento delle temperature, le forniture russe sempre più scarse e l’Unione europea che ancora non prende una decisione sul price cap, la situazione si fa sempre più delicata. In particolare oggi c’è stata una fiammata al Ttf di Amsterdam sui future del metano, su cui si basano i contratti con i produttori e quindi il prezzo finale.

Il balzo è stato fino a 165 euro al megawattora (del 12,7%), per poi riassestarsi sui livelli, sempre molto alti, dei giorni scorsi: attorno ai 140-145 euro al megawattora. A pesare è la riduzione degli stoccaggi, intaccati per far fronte all’arrivo del freddo visto che da Mosca arriva sempre meno gas. Proprio oggi Srm, centro studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo, ha quantificato una perdita di forniture dell’80% nell’ultimo anno.

L’impennata del prezzo del gas

Negli ultimi tre giorni i prezzi del gas ad Amsterdam sono lievitati di circa il 24%, mentre nella settimana dal 22 al 29 novembre, secondo i dati di Gas Infrastructure Europe, gli stoccaggi nell’Unione europea sono scesi dal 94,6% al 93,2%. In tutto ciò, secondo il quarto Med & Italian Energy Report di Srm a settembre il gas russo era solo il 20% di quello che ottenevamo a inizio anno.

Secondo gli ultimi calcoli, ancora non completi, a ottobre e novembre il flusso si sarebbe ulteriormente abbassato e appena l’1-2% del nostro gas, in media, è arrivato da Mosca.

Contemporaneamente, però, è iniziato un processo di riduzione della domanda da parte degli utenti finali, di diversificazione degli approvvigionamenti e di aumento di importazioni di gas naturale liquefatto, insieme ad un potenziamento delle rinnovabili in tutta Europa.

Allarme gas, scattano il lockdown delle aziende?

Per ora questo fa mantenere un equilibrio, che è tuttavia molto instabile visto che, come spiegato dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratinse un giorno dovessimo superare i 400 milioni di metri cubi di richiesta ogni 24 ore, potrebbe esserci qualche problema”.

In quel caso, per ovviare, il ministero sta stilando una lista di aziende che sono “disposte a staccare”, a fronte di un “indennizzo”. Lo Stato, dunque, le pagherebbe per non aprire, risparmiando su gas e luce. I lavoratori non dovrebbero subire alcuna conseguenza. Continuerebbero quindi a lavorare, stipendiati dall’azienda, o al massimo in cassa integrazione straordinaria pagata dallo Stato.

La chiusura temporanea di alcune aziende, assieme alla campagna pubblica che invita al risparmio, “dovrebbe farci superare l’inverno in ogni caso”. I problemi maggiori, però, ci saranno nel 2023, quando completare il 72% degli stoccaggi entro settembre, come da target europeo, risulterà difficile vista la probabile recessione, l’assenza di meccanismi di sostegno europeo (almeno finora) e un’offerta dalla Russia che si ridurrà praticamente a zero.

L’unica forma di importazione che sta aumentando da Mosca è quella di gas naturale liquefatto: qualcosa di contraddittorio, visto che comunque l’obiettivo dell’Unione europea è affrancarsi del tutto dalla Russia entro il 2024/2025.

Le bollette di gas e luce aumenteranno ancora?

Con questi prezzi alti e un inverno che sembra leggermente più freddo del previsto l’effetto in bolletta potrebbe esserci. Insomma, i risparmi pronosticati nei mesi scorsi da Arera e Nomisma per dicembre e gennaio potrebbero ridursi in maniera sostanziale. Tutto dipenderà da eventuali interventi europei, dal clima e dalle dinamiche speculative di mercato.

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