Guerra in Israele, le conseguenze per l’Italia: in rialzo il prezzo di gas e petrolio, preoccupazione anche per la sicurezza interna e per il rischio di una escalation bellica.
La guerra in Israele quali rischi potrebbe generare per l’Italia? Come se non bastasse il conflitto in Ucraina che ormai va avanti da 600 giorni - senza dimenticare che stiamo uscendo fuori dagli anni bui della pandemia -, adesso è anche la Terra Santa a destare preoccupazione.
L’azione di Hamas è destinata a essere una sorta di punto di non ritorno nei rapporti tra Israele e Palestina, con Benjamin Netanyahu che presto potrebbe dare l’ordine alle truppe israeliane di avviare una operazione via terra a Gaza.
Il rischio di una guerra totale di conseguenza è assai alto, così come desta grande preoccupazione la possibilità di una escalation che potrebbe infiammare tutto il Medio Oriente: dal Libano all’Iran, sono diversi i convitati di pietra dell’operazione Alluvione al-Aqsa scatenata da Hamas.
Il primo rischio per l’Italia di conseguenza è che il caos in Ucraina e in Israele possa innescare una guerra mondiale: in caso di un coinvolgimento militare da parte della Nato, a quel punto il nostro Paese non potrebbe tirarsi indietro.
Per quanto riguarda invece la sicurezza interna in Italia, il capo della Polizia Vittorio Pisani ha diramato una circolare dove è riportata la necessità di “rafforzare i servizi di vigilanza e controllo del territorio a carattere generale e sensibilizzare con effetto immediato le misure di vigilanza e sicurezza a protezione degli obiettivi diplomatico-consolari, religiosi, culturali, economici e commerciali israeliani, ebraici e palestinesi e di ogni altro sito e/o interesse ritenuto a rischio per la circostanza”.
La prima conseguenza della guerra in Israele però potrebbe essere una nuova emergenza energetica, con il prezzo del gas - al pari di quello del petrolio - già sarebbe in rialzo.
Guerra in Israele: quali conseguenze per l’Italia?
“L’attacco a Israele crea una situazione di emergenza che rischia di far esplodere altre problematiche, per esempio per l’energia”. Queste sono state le parole rilasciate a Rai News 24 da Adolfo Urso, il nostro ministro delle Imprese e del Made in Italy.
“Così come è accaduto per la guerra di Russia in Ucraina per il gas - ha aggiunto Urso -, così potrebbe accadere di nuovo perché da quei paesi dal Nord Africa arrivano altre risorse. Dobbiamo capire anche se dobbiamo pensare all’autonomia energetica del nostro Paese”.
A riguardo le notizie che arrivano dai mercati non sembrerebbero promettere nulla di buono. In avvio di contrattazioni, il prezzo del gas questa mattina è salito dell’8,3% balzando a 41,40 euro al megawattora.
Stessa musica anche per quanto riguarda il petrolio, con la guerra in Israele che ha provocato una impennata del 5% per quanto riguarda il prezzo del greggio. Anche i mercati europei in apertura stanno risentendo di questo clima generale di incertezza.
Le premesse di conseguenze dal punto di vista del prezzo del gas e del petrolio non sarebbero delle migliori, senza contare i rischi legati alla nuova crisi tra Armenia e Azerbaigian visto che l’Italia al momento importa da Baku tramite il Tap la bellezza di 10,2 miliardi di metri cubi di gas all’anno.
Le ripercussioni per l’Italia derivanti dallo scoppio della guerra in Israele di conseguenza potrebbero essere legate all’innalzamento dei prezzi per quanto riguarda il gas e il petrolio, senza contare il rischio di una escalation militare che, in considerazione anche del conflitto in Ucraina, dal Medio Oriente potrebbe espandersi al resto del mondo.
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