IMU e TARI 2024 possono ottenere delle agevolazioni, come riduzioni ed esenzioni, anche se riguardano la seconda casa. Ecco perché e come avvalersene.
Imu e Tari 2024 seconda casa: sono previste delle agevolazioni come riduzioni ed esenzioni? Ecco in quali casi sulla seconda casa si può risparmiare su questi tributi.
Imu e Tari sono le principali tasse sulla casa, la prima è l’imposta più conosciuta in Italia sulla proprietà, mentre la Tari non può essere considerata un vero corrispettivo, ma è una tassa attraverso la quale i cittadini partecipano alle spese per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.
In diversi casi i contribuenti possono avere diritto a benefici fiscali sulle tasse e le imposte che si pagano sulla casa. Essi possono essere esoneri o riduzioni, ma per averne diritto bisogna avere come punto di riferimento le leggi sulle seconde case.
Essendo, inoltre, pagamenti di competenza locale, il consiglio è sempre quello di tenersi aggiornati sul regolamento presente sul sito del Comune in cui l’immobile in questione è ubicato, infatti regole, esenzioni e riduzioni potrebbero cambiare in base al Comune.
Vediamo in quali casi spetta l’esenzione o la riduzione dell’Imposta unica municipale e della tassa sui rifiuti sulle seconde case.
IMU 2024 seconda casa: riduzioni ed esenzioni
L’IMU è l’Imposta Municipale Unica, o propria, il presupposto dell’imposta è il possesso di immobili – ossia di fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli di cui all’articolo 2 del D. Lgs. n. 504/1992. Il versamento avviene in due rate, la prima scade il 16 giugno (nel 2024 il 16 è domenica quindi il pagamento è differito al 17), la seconda rata scade, invece, il 16 dicembre.
L’esenzione più importante prevista per l’IMU riguarda la prima casa, anche definita abitazione principale. Vi è però un’eccezione: sono assoggettate all’imposta le abitazioni classificate nelle categorie catastali di lusso A/1, A/8 e A/9 .
L’abitazione principale è definita come «l’unità immobiliare in cui il soggetto passivo e i componenti del suo nucleo familiare risiedono anagraficamente e dimorano abitualmente».
Per attrazione vi è l’esenzione IMU 2024 anche per le pertinenze della stessa classificate nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7. In questo caso è però previsto un limite, cioè per ogni abitazione l’esenzione è fruibile per una sola unità pertinenziale.
Appare, quindi, evidente che l’IMU si versa principalmente per le abitazioni ulteriori rispetto alla prima. Nonostante questo, vi sono casi di esenzione (totale o parziale) dal pagamento anche per gli immobili non utilizzati come abitazione principale.
Sono varie le possibilità per i possessori di seconde case per poter usufruire delle agevolazioni fiscali relative all’IMU nel 2024.
In particolare, si tratta delle case vuote e disabitate, dismesse, oppure abitate per pochi mesi (ad esempio per i soli mesi estivi o invernali).
L’invito è sempre quello di controllare il regolamento applicato dal proprio Comune, ma in generale i casi in cui l’IMU sulla seconda casa viene dimezzata sono i seguenti:
- case inagibili o inabitabili: se l’abitazione è inagibile o inabitata (e quindi inutilizzata) scatta la riduzione del 50% della base imponibile da dichiarare ai fini Imu. La dichiarazione IMU, da presentare entro il 30 giugno, dovrà contenere l’attestazione di inagibilità o inabitabilità redatta da un tecnico abilitato;
- immobili storici e artistici: in questo caso la riduzione del 50% spetta a prescindere dall’utilizzo come altra abitazione disponibile, o dalla concessione in affitto o in comodato a terzi;
- case affittate con canone concordato: se il proprietario affitta la propria seconda casa con un contratto a canone concordato, l’Imu si riduce al 75%;
- abitazioni in comodato a figli o genitori: il requisito richiesto è che il comodante abbia una sola abitazione e risieda nello stesso Comune. Anche in questo caso l’Imu viene ridotta del 50%. L’agevolazione spetta per le abitazioni:
- non di lusso (quindi categoria catastale diversa da A/1, A/8 e A/9);
- concesse in comodato gratuito con contratto registrato a figli o genitori che la utilizzano come abitazione principale;
- abitazioni di soggetti non residenti in Italia: la legge di Bilancio 2021 ha introdotto questa novità. I beneficiari sono i pensionati non residenti in Italia, che hanno diritto a pagare l’Imu al 50% e la riduzione di due terzi della Tari, se in possesso di determinati requisiti.
L’esenzione IMU per le seconde case spetta, invece, per la ex casa coniugale, quando cioè la casa familiare è stata assegnata dal giudice al genitore affidatario dei figli. Il genitore ha diritto all’esenzione Imu anche non essendo proprietario.
Tari 2024 seconda casa: esenzione solo per inutilizzabilità verificabile
Le scadenze Tari (tassa sui rifiuti) sono fissate dal Comune in cui è ubicato l’immobile. Generalmente sono previste 3 rate di cui una in scadenza a fine aprile, una a fine luglio e la terza entro la fine di novembre. Vi possono però essere delle differenze tra i vari Comuni. In genere nell’avviso di pagamento recapitato dal Comune sono indicate le scadenze.
Ma quali sono i casi di esenzione o riduzione Tari?
Le case considerate disabitate hanno diritto anche all’esenzione per la tassa sui rifiuti. La ratio della normativa sulla Tari si basa sulla logica per cui, se la casa è disabitata o si trova in aree inutilizzabili, non è possibile nemmeno produrre rifiuti.
Naturalmente l’inutilizzabilità dell’immobile deve essere verificabile in modo oggettivo. Per esempio, un locale è senza dubbio inutilizzabile in caso di mancanza di collegamenti alla rete elettrica, idrica e fognaria, oppure inagibile o inabitabile, e di conseguenza si ha diritto all’esenzione della tassa.
Al contrario, un immobile allacciato alle utenze è tassabile, anche se di fatto è inutilizzato per tutto l’anno o anche solo per pochi mesi.
Generalmente i Comuni prevedono riduzioni delle aliquote per le «abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale o altro uso limitato e discontinuo» (articolo 1, comma 659, legge 147/2013): si tratta tuttavia di riduzioni marginali che non tengono conto del numero effettivo degli occupanti e del periodo di soggiorno medio presso l’immobile.
Le regole per calcolare la tassa sui rifiuti possono inoltre variare in base alla localizzazione dell’immobile (mare, montagna, campagna, città) e al numero di componenti del nucleo familiare. Tuttavia il Comune applica spesso una tassazione forfettaria calcolata in base a dati presunti, che possono differire notevolmente dalla situazione di fatto: per tale ragione sono frequenti contenziosi tra fisco e contribuente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA