Il Fondo monetario internazionale prevede che nel 2023 il Pil italiano calerà dello 0,2% e il tasso di disoccupazione passerà dall’8,8% al 9,4%. L’Italia, però, quest’anno farà meglio della Germania.
Previsioni fosche per l’economia italiana nel 2023, con miliardi di euro e migliaia di posti di lavoro che possono andare in fumo. Secondo il Fondo monetario internazionale il prossimo anno il nostro Paese andrà in recessione, perdendo lo 0,2% di Pil.
Il tasso di disoccupazione, secondo gli economisti del Fondo, aumenterà nel 2023 al 9,4%. Il miglioramento dell’occupazione nel 2022 era dovuto ai dati positivi della prima metà dell’anno, ma già dall’estate si è iniziato a vedere un trend negativo, destinato a peggiorare di gran lunga nei prossimi mesi. Tradotto: migliaia di licenziamenti che secondo i sindacati italiani potrebbero arrivare anche a un milione.
In Italia arriva la recessione
Il Fmi quest’anno vede al rialzo la crescita dell’Italia. Dopo il balzo del 6,6% del 2021, il prodotto interno lordo è atteso salire quest’anno del 3,2%, ovvero dello 0,2% rispetto alle stime di luglio (+0,9% su aprile). Per il prossimo anno, invece, il Fondo taglia le sue previsioni dello 0,9% (-1,9% su aprile), stimando una contrazione dell’economia dello 0,2%.
Il nostro Paese si può consolare vedendo il paragone con la crescita della Germania e della Francia, quest’anno fermi rispettivamente a un aumento dell’1,5% e del 2,5%. La ripresa, conferma il Fmi, è stata spinta dai servizi turistici e dalla produzione industriale nella prima metà dell’anno.
Pil in discesa in tutta Europa
Al livello europeo il Pil della Germania si contrarrà nel 2023 dello 0,3% (-1,1% rispetto alle previsioni di luglio), dopo aver segnato un aumento del 1,5% nel 2022 (+0,3%). La Francia invece è attesa crescere del 2,5% quest’anno (+0,2%) e dello 0,7% il prossimo (-0,3%). Frenano anche la Spagna e la Gran Bretagna. L’economia britannica crescerà dello 0,3% nel 2023 (-0,2%) e quella spagnola dell’1,2% (-0,8%).
Tutta l’Europa, poi, quest’anno crescerà più degli Stati Uniti, ma poi frenerà in modo deciso nel 2023. Il Fmi stima un Pil dell’area euro in crescita del 3,1% nel 2022, mentre la crescita americana si fermerà all’1,6%. Il prossimo anno la situazione si invertirà: il prodotto interno lordo a stelle e strisce crescerà dell’1% (invariato rispetto a luglio), mentre la zona euro metterà a segno un aumento dello 0,5% (-0,7%).
Disoccupati in aumento
Quanto alla disoccupazione, il tasso in Italia scenderà all’8,8% quest’anno dal 9,5% del 2021. Tuttavia l’indice, come detto, salirà al 9,4% nel 2023. In generale, poi, nell’area euro il tasso di disoccupazione quest’anno è previsto in calo al 6,8% nel 2022 dal 7,7% del 2021, mentre nel 2023 si attesterà al 7,0%. Significa che migliaia di persone rischiano di avvicinarsi alla povertà.
Il freno del caro-energia sull’economia italiana
A spingere in basso l’economia italiana il prossimo anno sarà per lo più il caro-energia. Secondo Pierre Olivier Gourinchas, capo economista del Fmi, il “forte rallentamento è in gran parte dovuto ai prezzi dell’energia, ma anche all’impatto della stretta monetaria”. Al nostro Paese, quindi, il Fondo consiglia di sostenere i più deboli e di assicurarsi che il debito sia in traiettoria di calo.
Come cambierà l’inflazione nel 2023
In questo scenario molto negativo, secondo il Fmi, le banche centrali devono continuare ad agire in modo risoluto per riportare l’inflazione in basso. “Una chiara comunicazione, l’impegno a centrare gli obiettivi dei loro mandati e la necessità di normalizzare la loro politica - si osserva dal Fondo - è cruciale per preservare la credibilità ed evitare una non voluta volatilità del mercato”. I prezzi al consumo a livello globale sono previsti salire del 4,7% del 2021, all’8,8% nel 2022 e poi al 6,5% (in calo) nel 2023.
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