Insurtech in Italia, a che punto siamo, le tendenze

Dario Colombo

12 Agosto 2022 - 09:34

Tra crisi e rischi cyber la digitalizzazione assicurativa procede e apre le porte a space economy, identità digitali, realtà virtuale, criptovalute. Ne abbiamo parlato con Gerardo Di Francesco di IIA

Insurtech in Italia, a che punto siamo, le tendenze

La digitalizzazione del comparto assicurativo si inserisce nel contesto più ampio della trasformazione digitale del paese. Ma sulla sua reale efficacia contano molto le scelte degli utenti, occorre anche la spinta dei consumatori. Per il mercato insurtech il traguardo di 500 milioni di euro per il 2022 è a portata di mano e il superamento del miliardo di euro per il 2023 non è irrealistico.

La situazione congiunturale, però, che è fatta di crisi politiche ed economiche, tensioni inflative e produttive a cui sul lato squisitamente digitale si unisce il crescente rischio cyber, complica il percorso dei consumatori.

Per esempio, sul fronte auto, il prezzo delle materie prime ha fatto aumentare i costi dei pezzi di ricambio di oltre il 40%, con un aumento dei costi dei sinistri di circa il 10%. La digitalizzazione e innovazione tecnologica, come l’adozione di sistemi avanzati di assistenza alla guida (ADAS), avrà un impatto sul prezzo della RC Auto e sarà necessario integrare prodotti assicurativi nell’offerta di servizi per adeguarsi agli standard emergenti. 

Il progresso digitale, dunque, non si ferma e lo testimonia la Italian Insurtech Association, associazione senza scopo di lucro che riunisce oltre 200 realtà del mondo assicurativo, tra cui i big Generali, Reale Mutua, Crif, Accenture (che si sono unii ai soci fondatori Net Insurance, Propensione, Studio Legale D’Argenio Polizzi e Associati, Wide Group e Yolo Group) e che si adopera per promuovere la cultura digitale nel mondo assicurativo. 

L’IIA vuole accelerare l’innovazione dell’industria assicurativa facendo formazione tecnica, condivisione di best practice, generando sinergie tra gli associati e confrontandosi con le istituzioni nazionali e internazionali. 

Ecco allora che nascono i programmi di formazione per aggiornare le competenze tecniche e professionali, i confronti tra gli operatori su temi di gestione e sviluppo, il confronto con l’autorità di vigilanza sull’attività assicurativa (Ivass) e con chi fa innovazione digitale (Agid).

È proprio per avere un quadro dell’insurtech in Italia che abbiamo intervistato Gerardo Di Francesco, Founder & General Secretary dell’IIA.

Dopo due anni di pandemia, una crisi delle materie prime e un conflitto in Europa in che situazione è il mercato assicurativo italiano?

«I dati del 2021 ci restituiscono un’immagine di un mercato in un apparente stato di equilibrio. Compagnie e intermediari hanno aumentato la raccolta premi, i trend di consolidamento sono continuati imperterriti, così come investimenti e redditività di settore.
Parlo di apparente stato di equilibrio poiché questo scenario è destinato a cambiare radicalmente in un prossimo futuro. Fenomeni macroeconomici come l’inflazione, catastrofi naturali dovute al cambiamento climatico e l’emergere repentino di nuovi rischi sistemici come il rischio cyber, sono tre elementi che metteranno in grossa crisi questo stato di equilibrio.
A tutto ciò si aggiunge, dal punto di vista strategico, il compimento di un processo di trasformazione digitale dell’industry in corso ormai da diversi anni. Insomma un mix perfetto per grandi cambiamenti».

Aggiungiamo allora che l’inflazione, tornata a livelli pre-Internet. Consumatore e filiera assicurativa hanno lo stesso obiettivo: contenerne gli effetti. Si può pensare una volta tanto a una politica win-win? Esistono formule valide per entrambi?

«Il 77% dei consumatori digitali italiani si dichiara propenso ad adottare prodotti e servizi on line in ambito assicurativo. Questo dato suggerisce come il mercato sia pronto ad accogliere l’innovazione digitale e come i player del settore debbano cogliere quest’opportunità che si può tradurre sicuramente in uno scenario win-win che vede da un lato l’offerta che può estendersi con servizi integrati e personalizzati, contribuendo a diffondere la cultura dell’assicurazione in Italia e ridurre di conseguenza i costi delle singole polizze, con pacchetti completi e trasversali dall’altro un consumatore digitale soddisfatto e protetto».

Parlando di innovazione, quali sono le tecnologie digitali e le applicazioni che cambieranno lo scenario dei servizi assicurativi?

«Nel breve periodo l’impatto maggiore sarà dato da tutte le tecnologie afferenti l’ambito di RPA e IPA in funzione di processo aggregativi e di progressiva automazione dei segmenti operativi della catena del valore. Nel lungo periodo l’uso di AI e analisi di Big Data sicuramente avrà un impatto importante sull’evoluzione dell’industria.
Queste tecnologie in particolare porteranno l’insurtech a essere predittivo, contribuendo a ricoprire un ruolo più attivo nell’ottica di assistere i clienti lungo tutto il processo, non limitandosi al rimborso di sinistri. A titolo esemplificativo abbiamo lanciato di recente una ricerca condotta con EY dal titolo “Tech in insurance & health: l’opportunità di una trasformazione digitale integrata”, che evidenzia come la collaborazione tra realtà del settore assicurativo e sanitario possano accompagnare lungo il patient journey».

Gerardo Di Francesco Gerardo Di Francesco Founder & General Secretary dell'Italia Insurtech Association

I sistemi avanzati di assistenza alla guida sono il new normal per le assicurazioni? Ci sono anche altri standard da considerare?

«I sistemi ADAS (Advanced driver-assistance system) si stanno espandendo sempre di più, grazie ai notevoli vantaggi offerti dalla tecnologia. Alcuni produttori come Tesla e Toyota si stanno già adeguando includendo nella loro offerta delle polizze assicurative associate alle vetture.

Tuttavia, sebbene i sistemi ADAS contribuiranno a ridurre il numero degli incidenti, e quindi anche i costi, porteranno a un aumento dei prezzi dei ricambi. In generale, parallelamente alla riconversione e rinnovo del parco auto nazionale, assisteremo ad un cambiamento dei paradigmi assicurativi e relative market share».

Nell’insurtech quanto si fa affidamento all’intelligenza artificiale?

«L’utilizzo dell’intelligenza artificiale sta assumendo un ruolo cruciale per aiutare gli operatori a costruire prodotti e polizze sempre più personalizzate sul singolo cliente.
L’applicazione di software di intelligenza artificiale e piattaforme di big data potranno avere altresì un impatto profondo sull’evoluzione di un’insurtech sempre più predittiva in grado di fornire soluzioni parametriche sulla base della raccolta e analisi dati».

Quali sono i fattori che faranno crescere il mercato insurtech in Italia?

«Space economy, identità digitali, eSport, realtà virtuale, criptovalute e nuovi modi di socializzare online sono solo alcuni dei nuovi settori di frontiera che determineranno nuovi bisogni e pertanto nuovi prodotti e soluzioni.

Rispetto a segmenti più infrastrutturali non possiamo non menzionare tutto il ramo salute, che oggi nel mondo risulta il primo settore in termini di attrazione di investimenti VC, e tutte le nuove tendenze legate al mondo degli spostamenti alternativi, come la micro-mobilità urbana e la sharing economy, che condizioneranno tutto il ramo Auto, preponderante nel blend di premi P&C mondiale».

Che volumi di fatturato di comparto vi aspettate?

«Sebbene, l’Italia investa meno dell’1% di quanto investito in Europa in insurtech (circa 280 milioni di euro) si è assistito a un incremento del +460% degli investimenti su questo settore nel 2021.
Il traguardo di oltre 1 miliardo di euro per il 2023 sembra finalmente raggiungibile, già per il 2022 stimiamo di toccare la cifra di 500 milioni di euro, grazie soprattutto agli investimenti dei grandi player stranieri.

Non è dunque una questione di fatturato atteso, ma di rapidità e capacità di attrarre investimenti in ambito insurtech siano essi costituiti da nuove startup che da investimenti in progetti e processi di trasformazione digitale di incumbent. Il fatturato dell’insurtech sarà il fatturato dell’industria assicurativa. Non potrà che essere altrimenti».

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