Gli importi dell’assegno unico dipendono dal valore ISEE, quindi anche da risparmi, giacenze e patrimoni. Vediamo, con esempi pratici, chi ci perde.
L’ISEE sarà un parametro fondamentale per stabilire l’importo dell’assegno unico: di conseguenza, se ci sono delle categorie di persone che beneficeranno del nuovo sistema di supporto economico, altri si troveranno in una situazione di svantaggio.
Visto che l’assegno unico per i figli fino a 21 anni è legato a doppio filo con l’ISEE, bisogna per forza tenere in considerazione i parametri che influenzano il valore dell’indicatore. Il che significa che vengono contati anche i risparmi sui conti correnti, così come i patrimoni mobiliari e immobiliari.
Vediamo chi ci perde con l’impostazione dell’assegno unico basata sul valore ISEE.
ISEE assegno unico: chi ci perde?
L’ISEE è un documento fondamentale nella vita di tutti i cittadini, perché dal suo valore dipende l’accesso a una serie di bonus: minore sarà l’ISEE, più ampio sarà il ventaglio di prestazioni a cui si avrà diritto. Dalle vecchie agevolazioni, come per esempio il reddito di cittadinanza o il bonus bollette, al bonus prima casa under 36 o al superbonus 110% per le villette, sono sempre di più le prestazioni destinate a chi ha un ISEE entro un certo limite.
Non fa eccezione nemmeno l’assegno unico, destinato alle famiglie con figli (naturali, adottati o affidati) fino a 21 anni, mentre in caso di disabilità non conta il parametro dell’età. Di conseguenza, se anche l’assegno unico dipende dall’ISEE, si guarderà alla situazione reddituale e patrimoniale dei contribuenti che ne fanno richiesta.
Le detrazioni per i figli a carico, invece, si basano solo sul reddito percepito, e non sulla situazione patrimoniale del dichiarante.
Visto che invece con l’assegno unico lo sguardo si sposta sull’ISEE, verranno analizzati:
- il patrimonio mobiliare e immobiliare;
- le giacenze medie dei conti correnti;
- conti di deposito;
- buoni fruttiferi;
- premi assicurativi;
- automobili, moto, barche possedute.
Si può anche scegliere di non dichiarare l’ISEE per evitare controlli, ma a quel punto si percepirà l’importo minimo dell’assegno unico, pari a 50 euro per figlio (con una maggiorazione di 15 euro dal terzo figlio in poi).
ISEE assegno unico, a chi conviene e a chi no: esempi pratici
La Fondazione studi dei consulenti del lavoro ha elaborato una relazione per il Sole 24 Ore pubblicata lunedì 22 novembre, e dalle prime conclusioni è chiaro che l’ISEE avrà un impatto fondamentale sulla platea di beneficiari.
Facendo un esempio pratico: nel caso di una famiglia di quattro persone, due genitori lavoratori dipendenti e due figli, a parità di reddito (53.000 euro), l’importo dell’assegno unico varia (e non poco) in base a un ISEE più o meno alto, passando da 271 euro a 113 euro. A fare la differenza sono i patrimoni o i risparmi.
Poi bisogna tenere in considerazione anche le coppie non coniugate: di solito è il genitore con il reddito più basso a richiedere gli assegni familiari. Con l’assegno unico, però, cambiano i parametri, e i genitori andranno a formare un solo nucleo familiare ai fini ISEE, in cui varanno i redditi di tutti e due.
Una situazione vantaggiosa, sempre in termini di importo dell’assegno unico, è quella che vede protagoniste le mamme single, visto che il loro ISEE potrebbe risultare basso, inoltre è prevista una maggiorazione degli importi mensili dal terzo figlio in poi (da 85 a 15 euro in base al crescere dell’ISEE).
Infine, per le famiglie numerose (cioè con più di 4 figli a carico) se da un lato il decreto attuativo dell’assegno unico cancella l’ulteriore detrazione di 1.200 euro, dall’altro è prevista una maggiorazione forfettaria di 100 euro con 4 o più figli. Per esempio, con un ISEE di 16.000 euro, l’assegno unico aumenterebbe da 828 a 941 euro su base mensile.
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