Perché l’Italia può introdurre il salario minimo anche se il governo Meloni è contrario

Giacomo Andreoli

15/02/2023

Mentre in Europa si moltiplicano i casi di Paesi che alzano la soglia del salario minimo, in Italia spunta la proposta di una raccolta firme per una legge che lo istituisca per tutti.

Perché l’Italia può introdurre il salario minimo anche se il governo Meloni è contrario

Il salario minimo potrebbe presto diventare realtà anche in Italia, nonostante la maggioranza di centrodestra che sostiene il governo Meloni sia contraria. Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia pensano infatti che una legge che istituisca un minimo salariale per tutti danneggi il mondo imprenditoriale e la rappresentanza sindacale.

D’accordo Confindustria. Il presidente Carlo Bonomi, rispetto alla proposta di salario minimo a 9 euro lordi l’ora, ha spiegato che “tutti i contratti nazionali dell’industria sono superiori a questa cifra, le paghe più basse sono nel commercio, nei servizi e nelle cooperative”.

Tuttavia l’alleanza conservatrice ha preso l’impegno di lavorare con datori di lavoro e sindacati all’aggiornamento dei contratti collettivi nazionali e alla loro semplificazione, così da arrivare a un regime flessibile con minimi più alti per tutti.

Salario minimo, il pressing sul governo Meloni

Nel resto d’Europa, intanto, gli altri Paesi vanno nella direzione opposta: non solo ci sono leggi sul salario minimo legale per tutti, ma questo sta aumentando in qualche modo per adeguarsi all’inflazione e al caro energia. C’è poi il pressing della Commissione europea, con l’ultima direttiva che spinge i Paesi membri a muoversi su questo fronte (lasciando tuttavia ampi margini di flessibilità).

Anche per questo il candidato alla segreteria del Partito democratico e presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ha promesso che in caso di vittoria alle primarie del prossimo 26 febbraio promuoverà subito una raccolta firme per istituire una legge sul salario minimo orario per tutti, rispettando comunque i vari contratti collettivi più rappresentativi.

L’Ue vuole che l’Italia introduca un salario minimo?

Il governo spagnolo di Pedro Sanchez ha appena deciso di far crescere il salario minimo per il 2023 dell’8% portandolo da 1.000 a 1.080 euro su tutte e 14 le mensilità previste. Negli ultimi cinque anni Madrid e dintorni il salario di base è salito del 47%, oltre l’aumento del costo della vita causato dall’inflazione. La retribuzione base è al momento al 60% degli stipendi medi spagnoli. Dallo scorso ottobre, invece, in Germania il salario minimo orario è passato da 9,82 a 12 euro l’ora.

Non solo: sia la Commissione europea che il Parlamento europeo hanno chiesto ai Paesi membri, Italia compresa, di alzare gli stipendi contro il caro-vita, oltre a recepire il prima possibile la direttiva europea sul salario minimo (che può prevedere diverse formule variabili per alzare i minimi contrattuali, anche a seconda dei vari contratti nazionali, senza tuttavia cifre minime prestabilite per categoria o paese).

La proposta di Stefano Bonaccini (Pd)

Bonaccini propone di avviare subito una raccolta firme per il salario minimo legale, “contro la vergogna di paghe a 2 o 4 euro all’ora”. Secondo la Costituzione italiana il popolo può esercitare l’iniziativa di legge mediante la proposta da parte di almeno cinquantamila elettori di un progetto redatto in articoli.

Se si raggiungessero le firme necessarie, quindi, potrebbe essere proposta una legge istitutiva del salario minimo a Camera e Senato. Non c’è alcun obbligo per il Parlamento di esaminare la proposta e metterla ai voti, se però le firme fossero di gran lunga superiori al numero minimo, la spinta popolare potrebbe essere un ulteriore elemento di pressione sul governo Meloni.

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